Venezia 69: To the Wonder, la controrecensione
Il film di Malick sarà pure poetico ed esteticamente grandioso, ma come si può resistere al non prenderlo in giro?
Avvertenza 1: L'articolo è stracolmo di spoiler sul film!
Avvertenza 2: Ovviamente si tratta di un articolo ironico, trovate la recensione del film in questa pagina e, più tardi, il nostro videoblog.
Lui e lei si amano, si sono amati. Lei ha una bambina ma il padre non è lui. Non è un problema: “Parigi è una tortura”, meglio la provincia americana con il sottosuolo radioattivo pieno di piombo e i cani “che si comportano strano”.
Lei è bella, senza dubbio, ma le cose non vanno bene: lui non le chiede di rimanere, il suo permesso di soggiorno scade, ma lui se ne frega, lui fa parte di quegli uomini che, come dice a messa un Javier Bardem in versione Padre Maronno, “non prendono decisioni, che è peggio di chi le prende e poi sbaglia, tanto poi c’è Dio che perdona tutto”. In verità i dubbi di lui su di lei hanno delle basi concrete: come si può pensare di passare tutta la propria vita con una donna che corre e piroetta costantemente? Lui prova ogni tanto a fermarla, ma non c’è niente da fare, il morbo Chanel n.5 l’ha colpita nel profondo e ride, corre e piroetta. Lui vorrebbe dirle di fermarsi, ma parliamo di Affleck e Malick ha capito che è meglio se non parla e allora gli fa mimare l’imperativo: lui allunga il braccio per fermarla, lei gli risponde con un’altra piroetta.
A letto le cose non vanno meglio, lui vorrebbe iniziare, ma a lei piace più saltare sul materasso e questo è quando le cose vanno bene e ha preso i suoi tranquillanti perché quando è iper eccitata eccola a smontare le lampade e ad indossare i paralumi delle abatjour come cappello, pratica che ripete anche sulla figlia. Quando poco dopo scopriremo che è stata sbolognata al vero papà non potremo che tirare un sospiro di sollievo: la bimba quantomeno è salva, come conferma anche lei via Skype “Stai tranquilla mamma, con papà va alla grande”.
Nel frattempo la mamma si è fatta levare la spirale e visto che non sa come passare il tempo tra una piroetta e l'altra decide di darsi da fare un po’ in giro: si sposa con un carcerato, divorzia, si sposa con Ben Affleck (che, memore degli ordini di Malick non dice “sì, lo voglio”, ma fa solo un cenno con il capo) e alla fine si fa mettere incinta da un altro uomo ancora, uno che incontra solo una volta, ma che è un vero cecchino.
E Padre Maronno Bardem? E’ lì che cerca la sua fede: la trova, non la trova, forse l’ha trovata, forse no, non abbastanza, diamo un’ostia anche ai carcerati, ma non facciamogli capire che dico, meglio sussurrare, che poi tanto il mondo è un po’ come un confessionale. Lui parla spagnolo così come Olga Kurylenko parla in francese e la nostra Romina Mondello, una che ha convinto non si sa come Malick a non essere tagliata dal montaggio (mentre Rachel Weisz non c’è più) si lascia andare a considerazioni altissime come “Sono l’esperimento di me stessa”. E lo grida in italiano, tanto sa bene che per molti americani il suo italiano sarà confuso con il francese della Kurylenko e lo spagnolo di Bardem come un’unica grande lingua, “l’Europeo”.
E se Rachel McAdams appare giusto il tempo per dirci che le è morta una figlia e per lamentarsi del fatto che Ben Affleck, anche negli ultimi 4 minuti di film in cui si è trovato nella stessa inquadratura con lei, non ha mai cambiato espressione, continuandola a guardare con lo sguardo di un pesce lesso, ecco che ricominciano i sussurri, il tempo si fa grigio e a Mont Saint-Michel risale l’alta marea che porta tutti via con sè, senza che nessuno se ne lamenti troppo.