Il Blu-Ray 3D di The Avengers

Dopo l'analisi della versione 2D, parliamo oggi dell'edizione 3D del blockbuster di Joss Whedon: i pregi e i non indifferenti difetti della versione standard vengono riconfermati... 

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L'Universo Cinematografico Marvel è uno dei sorvegliati speciali sulle pagine di BadTaste.it. La strada che ha condotto al successo planetario di The Avengers di Joss Whedon è stata scandagliata in profondità dato che il nostro scopo è sempre stato quello di offrire una copertura puntuale e dettagliata per uno dei più grandi fenomeni cinematografici degli ultimi anni. Un fenomeno, lo ribadiamo, che proseguirà ancora a lungo.

Sulla pellicola che ha riunito alcuni dei più celebri supereroi della Casa delle Idee abbiamo scritto davvero di tutto, come potete agilmente constatare tramite l'apposita scheda del film. Ieri, abbiamo portato alla vostra attenzione, la recensione dell'edizione 2D del cinecomic. L'articolo fa riferimento, in particolare, alla versione in steelbook, reperibile solo in alcuni store, contenente l'esclusivo Blu-Ray che propone agli acquirenti il documentario, di ben 100 minuti di durata, intitolato “La Realizzazione di un sogno”.

Adesso è la volta dell'edizione Triple Play che, all'interno di un polposo case in amary racchiuso da una cover slipcase, propone agli acquirenti il Blu-Ray 2D, quello stereoscopico e il cedolino per il download della copia digitale.

Per ogni considerazione sull'audio e sugli extra, da cui va tolto naturalmente il documentario di cui sopra, rimandiamo alla nostra precedente recensione. In questa sede affronteremo i pregi e gli eventuali difetti della visione stereoscopica del film.

The Avengers, girato quasi tutto in digitale, si avvale di una conversione 3D che, nelle sale cinematografiche, non pareva offrire molto in termini di spettacolo e profondità. La direzione di Joss Whedon è già abbastanza al fulmicotone anche senza orpelli spaziali in più.

Rispetto all'esperienza cinematografica, la fruizione domestica della conversione 3D del lungometraggio appare comunque più incisiva. Anche se per nulla paragonabile a quella di altri titoli proposti in stereoscopia nativa o meno, tanto per citare uno dei casi più recenti l'adattamento in post-produzione della Furia dei Titani appare decisamente più performante, The Avengers offre una buona gestione spaziale e la dimensionalità delle scene appare, se non drasticamente, piacevolmente acuita. Il quadro si mantiene generalmente limpido e gli occhialini non minano la chiarezza e la nitidezza delle varie scene. Come nella controparte bidimensionale però, la solidità del tutto viene a mancare nelle scene più scure o buie. La sensazione “pastosa e fangosa” diviene percepibile fin dalle prime battute del film come, ad esempio, nel frangente in cui Tony Stark, con la sua tuta da Iron Man, si trova sott'acqua per lavorare al condotto che rende energeticamente autosufficiente la Stark Tower. Detto questo, bisogna comunque ribadire un concetto abbastanza palese: come abbiamo enucleato in un apposito speciale, i pregi di The Avengers non arrivano di certo da una conversione tridimensionale piuttosto blanda.

In chiusura, qualche dovuta parola sul nuovo Marvel One Shot, Item 47. Questa avventura in stile Bonnie and Clyde che racconta una storia che prende piede dopo la battaglia degli Avengers contro Loki e la sua armata di Chitauri si pone come vero e proprio esperimento cinematografico in virtù di una durata drasticamente maggiore rispetto a quella degli altri corti che le conferisce un respiro narrativo più amplio e sviluppato. Questi short indirizzati al mercato home video potrebbero porsi come vero e proprio ponte fra le future pellicole della Fase Due dell'Universo Cinematografico della Marvel, nonché come ottimo strumento per l'introduzione di personaggi secondari destinati poi ad apparire sul grande schermo.

 

Conclusioni

Amato o odiato, The Avengers è una pellicola che, a modo suo e in maniera di certo più “escapista” dal punto di vista narrativo rispetto a opere “rivali” - qualità che non la pone assolutamente a un livello inferiore sia chiaro – è riuscita a “sdoganare” ulteriormente presso il grande pubblico il cosiddetto “cinecomic”. Come speriamo di aver chiarito con il nostro coverage home video, il range di proposte commerciali della Disney va incontro alle esigenze di tutti. L'unico appunto da fare, è focalizzato alla scelta di proporre un contenuto come il documentario La Realizzazione di un Sogno, solo ed esclusivamente in un'edizione disponibile presso alcune specifiche catene di grande distribuzione, fisica o telematica. Una mossa in decisa controtendenza rispetto a quando i film della Marvel venivano distribuiti dalla Paramount. Al tempo, le "special edition" proponevano i medesimi contenuti extra delle versioni standard: a guidare l'acquisto era, eventualmente, il case esterno del Blu-Ray o del Dvd che cambiava, appunto, in virtù degli accordi di distribuzione presi dalla major con le varie etichette della grande distribuzione.

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