Abbiamo giocato Final Fantasy VII Remake e non riusciamo più a farne a meno | Provato
Manca poco più di un mese all'uscita di Final Fantasy VII Remake, ma abbiamo avuto l'occasione di provare le prime ore di gioco
Dopo un'interessante introduzione da parte dei due disponibilissimi sviluppatori, l'obiettivo di Square Enix ci è sembrato più raggiunto che mai: portare la magia di Final Fantasy VII, un gioco di 23 anni fa, al giorno d'oggi, con tutti gli aggiornamenti del caso. Ecco che, quindi, il più classico ATB lascia spazio a meccaniche più action, ma che, a differenza di Final Fantasy XV, risultano perfettamente integrate con la natura di gioco di ruolo sulla quale si fonda la produzione Square. Come ampiamente sostenuto da Kitase e Hamaguchi: in Final Fantasy VII Remake le azioni vanno sapientemente calcolate e la presenza di uno stile di combattimento più dinamico non deve distogliere l'attenzione dall'anima alla base del gioco. Anima che mai come in questo Remake, sembra essere stata spaventosamente modificata, adattata, ampliata rispetto all'originale, ma allo stesso tempo perfettamente rispettata.
Impugnato il pad e indossate le cuffie, abbiamo premuto X sul tanto atteso "Nuova Partita", venendo proiettati all'interno di una Midgar dalla doppia anima grazie al meraviglioso video iniziale (che potete vedere qui sopra). Video che si conclude, esattamente come nel 1997, con il salto carpiato di Cloud giù dal treno, pronto ad affrontare i suoi avversari grazie all'iconica Buster Sword.
Caricare la barra delle abilità attraverso i colpi base, per poi utilizzare magie o mosse più potenti una volta riempito lo slot, ci è parso estremamente naturale e non abbiamo avuto la benché minima difficoltà nell'abituarci alle nuove meccaniche. A conferma di quanto comunicato da Kitase e Hamaguchi, utilizzare pozioni e altri oggetti in-game consuma i suddetti slot delle abilità, costringendo il giocatore a ragionare attentamente prima di compiere qualsiasi azione.
Proprio per venire incontro alle molteplici scelte che ci si presenteranno nel corso delle frenetiche battaglie, gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire un vero e proprio slow motion ogni qualvolta che premeremo un tasto dorsale per decidere quale mossa utilizzare. Si tratta di una meccanica che, per quanto possa sembrare assurdo, non solo non rallenta minimamente il gioco, ma che riesce a creare un vero e proprio ritmo all'interno del quale muoverci. Alternare mosse spettacolari a colpi più semplici, in aggiunta alla comoda parata e all'indispensabile schivata, innesta nel cervello del giocatore una vera e propria scarica di adrenalina, in grado di creare dipendenza e di spingerlo a continuare a giocare anche solo per il semplice gusto di affrontare nuovi nemici.
Insomma: era davvero da tanto tempo che non trovavamo così appagante giocare a un titolo appartenente alla saga di Final Fantasy.
Neanche il tempo di abituarci alle meccaniche alla base del nuovo - straordinario - gameplay, che il gioco ci ha permesso d'inserire Barret all'interno del team, mescolando nuovamente le carte in tavola.
Passare da un personaggio all'altro è un'azione possibile con la semplice pressione di un tasto, obbligando il giocatore a capire quale eroe vada meglio in ogni azione di gioco. Un nemico è troppo lontano e Cloud non riesce a raggiungerlo con la spada? Utilizziamo Barret e sfoderiamo le nostre mosse a distanza. Barret è stato attaccato da un'enorme creatura? Passiamo a Cloud che, con un colpo ben piazzato, potrà liberare l'amico intrappolato. Insomma: comprendere a fondo ogni singolo personaggio a nostra disposizione ci permetterà di adattarci alle molteplici situazioni e di uscirne sempre e comunque a testa alta. Come se non bastasse, è anche possibile indirizzare i personaggi non utilizzati dal giocatore verso i propri avversari, dando loro semplici ordini attraverso i quali gestire al meglio gli scontri.
Dopo aver affrontato i primi scontri casuali, abbiamo avuto il piacere di affrontare il primo boss del gioco, conosciuto dal 1997 con il nome di Guard Scorpion. Proprio come speravamo, la boss fight ci ha spinti a sfruttare tutte le informazioni apprese sino a quel punto di gioco per avere la meglio in una battaglia che, anche a livello di regia, ha saputo conquistarci in ogni suo singolo dettaglio. Non vogliamo entrare nel dettaglio per evitare di rovinare il piacere del gioco a tutti coloro che lo stanno aspettando, ma vi basti sapere che, proprio come in passato, lo scontro è suddiviso in più fasi, spingendo il giocatore ad adattarsi di volta in volta, per evitare di venire ucciso con qualche colpo ben assestato.
Abbiamo potuto provare il gioco per circa un'ora e mezza, ma tanto ci è bastato per uscire dall'evento completamente assuefatti da quanto visto e testato. Final Fantasy VII Remake è quanto di meglio ci potessimo aspettare da questa nuova incarnazione delle avventure di Cloud e, se possibile, è anche qualcosa in più. Certo, rimane da capire come gli sviluppatori decideranno di gestire i vari episodi e come i salvataggi potranno essere portati da un titolo all'altro, ma si tratta ormai di dettagli che scopriremo in corso d'opera.
Quel che è certo è che il 10 aprile saremo davanti alla nostra PlayStation 4 per catapultarci nuovamente in uno dei racconti più avvincenti dell'intera storia dei videogames. Un racconto che, mai come ora, può ritenersi attuale per tematiche e, grazie allo svecchiamento realizzato dai ragazzi di Square Enix, anche per meccaniche di gioco. Insomma, come recita il titolo: abbiamo giocato a Final Fantasy VII Remake e non possiamo più farne a meno.