Dreams, un viaggio di editor in editor iniziato con Magic Mushrooms
Dreams è pura rivoluzione, avanguardia senza compromessi che intende trasformare PlayStation 4 da mero ripetitore di opere altrui, a portentosa macchina con cui dare vita alle proprie visioni
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Nonostante possa avere le sembianze di un trend piuttosto recente, incentivato da una potenza hardware e da una flessibilità dei tool che solo negli ultimi anni è stato possibile raggiungere, in realtà quella degli editor è una feature cavalcata già in tempi non sospetti.
Come sappiamo, nel corso delle generazioni di hardware questi software integrati hanno conosciuto una veloce evoluzione, distinguendosi per potenzialità, ambizioni, obiettivi prefissati. I giochi di ruolo e le simulazioni sportive, per esempio, concedono spesso la possibilità di creare un personaggio, più o meno caratterizzato, a partire da un modello poligonale neutro, personalizzabile scegliendo tra modelli preconfezionati o, al contrario, modificando in prima persona ogni singolo parametro.
In alcuni casi, gli editor vanno a braccetto con le mod, modifiche più o meno estese, che spaziano dal semplice aggiornamento grafico, a variazioni che possono influire anche sul gameplay, quando non proprio sulla fruizione, sull’ontologia stessa dell’intera opera. È il caso dei machinima, per esempio, veri e propri filmati non interattivi creati proprio sfruttando i tool messi a disposizione dagli sviluppatori. Il caso più noto, perché il primo della storia, fu il machinima realizzato da un fan nel 1996 con Quake, piccola storia in computer grafica che omaggiava l’allontanamento di John Romero da id Software.
Impossibile poi non citare il caso di Warcraft III, tappa fondamentale che abbiamo già ricordato nella nostra recensione di Reforged, chiacchierata remastered del lodatissimo RTS. La creatura di Blizzard, difatti, grazie al potente editor consegnato nelle mani della sua utenza, ha dato i natali ad un genere che ha segnato la storia recente dei videogiochi. I MOBA, difatti, nascono proprio dagli sforzi di un videogiocatore particolarmente creativo che diede forma a Defense of the Ancients, mappa che introduceva i fondamenti di quello che sarebbe diventato un fenomeno di massa.
Esistono infine giochi che non sono altro che dei giganteschi editor. Tra quelli che ne esplicitano la funzione già dal titolo, Super Mario Maker, ad altri che si travestono da esperienze con ulteriori ambizioni, Theme Park e The Sims per esempio, Little Big Planet e relativo seguito rappresentano un ottimo compromesso tra l’essere dichiaratamente concepiti per riempire i server delle creazioni degli utenti di tutto il mondo e l’avere la presunzione di spacciarsi per raffinati platform bidimensionale.
Ciò che all’epoca dell’esordio del team di sviluppo britannico non potevamo immaginare, era proprio Dreams, il passo successivo, la diretta evoluzione del concept che realmente ed intimamente animava l’opera prima di Media Molecule.
L’editor, difatti, è più del gioco stesso. Ne è il manifesto, oltre che un chiaro proclamo politico, atto a rendere democratica l’arte, offrendo a chiunque lo desideri un tool quanto mai semplice e al tempo stesso potentissimo. Dreams, in un certo senso, è pura rivoluzione, avanguardia senza compromessi che intende trasformare PlayStation 4 da mero ripetitore di opere altrui, a portentosa macchina con cui dare vita alle proprie visioni, ai propri sogni per l’appunto.
Eliminando qualsiasi apprendistato, sostituendo linee di codice e complessi linguaggi macchina con l’immediatezza di un hud quanto mai user-friendly, il gioco in uscita proprio in questi giorni sull’ammiraglia di Sony ospita già numerose creazioni di utenti qualsiasi capaci di divertire, stupire, emozionare.
Solo tra qualche giorno, con la nostra recensione, sapremo descrivervi meglio l’efficacia della proposta di Media Molecule. Eppure, è già certo che la lunga storia degli editor videoludici ha trovato in Dreams una nuova tappa evolutiva con cui tutti si dovranno confrontare da qui in avanti.