Resident Evil 2, gli sono bastati trenta minuti per farsi amare incondizionatamente – Hands-on

La demo di Resident Evil 2 ci ha letteralmente elettrizzati. Ecco le nostre impressioni a caldo

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Al termine dei trenta minuti di gioco concessici dalla demo attualmente disponibile su PSN e Xbox Live, ci siamo crogiolati in emozioni contrastanti, indecisi se essere terribilmente dispiaciuti o infinitamente sollevati. Formicolio al braccio, dolore toracico, respiro affannoso, tachicardia, eccessiva sudorazione, del resto, sono un segnale piuttosto chiaro che il cuore non se la stia passando proprio bene, ma al contempo costituiscono una prova piuttosto evidente che Resident Evil 2, generoso e brillante remake nel vero senso della parola, ha centrato il punto, è in linea con le aspettative, ha raggiunto un perfetto equilibrio tra riproposizione ed innovazione.

Bastano pochi secondi, del resto, per accorgersi che l’impostazione di base del gameplay è stata presa in prestito da Resident Evil 4, autentica rivoluzione copernicana per la serie, che ben si adatta ai ritmi e alle preferenze del videogiocatore contemporaneo. Ambientazione, giochi di luce ed ombre, feeling che si respira tra le aule e le sale che compongono la stazione di polizia di Raccoon City, al contrario, sono fedelissimi all’originale, non fosse che l’imponente power-up grafico, anche e soprattutto in termini di art design, rimanda a Resident Evil Rebirth e Resident Evil Zero, entrambi inizialmente pubblicati su Game Cube.

[caption id="attachment_192616" align="aligncenter" width="1000"]Resident Evil 2 screenshot La torcia è imprescindibile per muoversi nelle aree più buie, ma di tanto in tanto creerà anche qualche ombra di troppo che potrebbe causarvi un mezzo infarto[/caption]

C’è insomma un interessante mix in questo remake, un miscuglio tale da renderlo un compendio della saga, un bignami eccezionalmente (e fortunatamente, direbbe qualcuno) sordo ai risvolti eccessivamente action di Resident Evil 6 o alla rivoluzione totale varata con Resident Evil 7 biohazard.

Non serve alcun tutorial per calarsi nella parte, tanto più che la demo si apre in medias res, con il prode Leon già arroccato nella famosa stazione, in balia, ma solo per mezz’ora beninteso, degli orrori che custodisce e cela. Pulsanti e comandi recuperano lo schema già amato ai tempi di Resident Evil 4, permettendo, ai più esperti, di esibirsi facilmente in headshot, ai danni di zombie resistenti, impacciati e lenti esattamente come lo erano nel lontano 1998."Gli strepitosi effetti luce e ombra restituiscono le fattezze di una stazione di polizia più bella, affascinante e misteriosa di quanto avremmo mai potuto sperare"

Si tratta, al momento, dell’unico elemento che non ci ha convinti del tutto, ma che solo in sede di recensione potrà essere analizzato a dovere. Laddove su Game Cube, il nostro era sì dotato di un maggior atletismo, ma doveva anche vedersela con nemici più numerosi ed altrettanto rapidi, in questo breve scorcio ci siamo sentiti fin troppo a nostro agio nel rispedire all’inferno non-morti che ci attaccavano con tutta la calma del mondo.

Cerberus, Licker e altre mostruosità assortite, riequilibreranno certamente la situazione, inoltre non abbiamo dubbi che la relativa abbondanza di munizioni riscontrata nella sessione di gioco sia stata una precisa scelta di design, esclusiva di questa demo, che non aveva alcuna intenzione di frustrare eccessivamente il videogiocatore. Resta, momentaneamente, il dubbio che la sovrastruttura ludica, non si sposi alla perfezione con alcuni elementi di design, tipologia di nemici da affrontare su tutti, ma si tratta di questiti che lasciano il tempo che trovano, soprattutto quando, per quanto ben armati e ai comandi di un avatar piuttosto reattivo, ci si trova comunque a titubare nell’attraversare l’ennesimo corridoio avvolto nell’oscurità.

Gli strepitosi effetti luce e ombra restituiscono le fattezze di una stazione di polizia più bella, affascinante e misteriosa di quanto avremmo mai potuto sperare. Nel risolvere gli enigmi, nel districarci attraverso le prime difficoltà, siamo stati investiti da una miriade di ricordi, reminescenze che assumevano la forma di autentiche premonizioni, puntualmente disattese.

Sì, perché a conti fatti, le cose che sono cambiate rispetto all’originale, sono moltissime e non ci riferiamo semplicemente alla presenza (o assenza) di qualche zombie. Da questo punto di vista, il lavoro di level design svolto ci sembra già assolutamente soddisfacente, a suo modo innovativo, pur rispettando a grandi linee un canovaccio che per contratto deve restare fedele a sé stesso.

L’imponenza dei valori produttivi messi in campo da Capcom, per questo remake, si palesa anche nel doppiaggio in italiano. L’attore che da la voce al giovane Leon ha fatto sicuramente un buon lavoro dal punto di vista interpretativo. Semmai indispettiscono certe battute recitate dall’avatar nel corso delle sparatorie, non tutte credibili e in linea con l’atmosfera horror che il titolo si impegna di creare in ogni modo possibile.

[caption id="attachment_192617" align="aligncenter" width="1000"]Resident Evil 2 screenshot Come già saprete, avrete modo di giocare solo una volta a questa demo di Resident Evil 2. Scegliete attentamente il momento della giornata più adatto per farlo[/caption]

Ci sono mancate anche le musiche in questi trenta minuti di demo, nonostante anche l’originale fosse relativamente avaro di accompagnamenti e temi. Ma anche in questo caso rimandiamo ogni giudizio di sorta alla recensione.

Resident Evil 2 si è presentato in forma smagliate con questa piccola, ma gustosissima demo ambientata nella stazione di polizia di Raccoon City. Nonostante l’impostazione di gioco abbia sollevato qualche minuscolo dubbio, l’intento di atterrirci, farci sentire a casa e al contempo sorprenderci con trovate assolutamente inedite, può dirsi completamente raggiunto.

Più di ogni altra cosa, ci sono bastati trenta minuti per farci venire una voglia irrefrenabile di mettere le mani sul prodotto finito. Per fortuna manca poco all’agognato 25 gennaio.

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