Super Smash Bros., perché ogni volta ci fa esaltare

Proviamo a spiegarvi cos'abbia di speciale Super Smash Bros. (oltre il far menare Mario e Link, ovviamente)

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Da quando Nintendo ha iniziato la tradizionale routine annuale di Direct ha saputo dispensare sia annunci più piccoli che altri più importanti. Date di uscita dei titoli più attesi, riedizioni di console, nuovi amiibo, Nintendo Labo, e tanto altro. Nella serata dell’8 marzo scorso ne ha pubblicato un nuovo, l’evento era principalmente rivolto ai titoli in arrivo su Nintendo Switch, molti dei quali riedizioni dell’ottima lineup del non altrettanto ottimo Wii U. Quando ormai eravamo pronti a chiudere la finestra di YouTube, ecco che Nintendo se ne esce fuori con una “one last thing”.

L’ultimo segmento del Direct si apre con i due inkling di Splatoon intenti a prendersi a fucilate, ovviamente. I più smaliziati hanno già capito dove si sarebbe andati a parare, perché le novità di Splatoon 2 erano state presentate subito prima, e non avrebbe senso ritornare sull’argomento. Dopo qualche secondo, l’iconico logo della serie viene riflesso nella pupilla di una sconcertata inkling, e diventa ufficiale (ed inspiegabilmente inquietante) il reveal di un nuovo capitolo di Super Smash Bros. per Nintendo Switch.

Questa la reazione dei ragazzi radunati al Nintendo Store di New York per seguire l’evento (volume basso, mi raccomando):

La reazione è stata esagerata in tutto il mondo, con il web letteralmente esploso ed invaso da meme di ogni tipo (straordinario quello sulla celebre scena degli “steamed hams” dei Simpson).

Super Smash Bros. è da sempre tra i franchise più amati di Nintendo, su più livelli e per vari motivi. Il primo, il più ovvio, è legato all’idea di base del gioco: i personaggi più famosi della casa di Kyoto (e non solo) che si menano. E pensare che il primo capitolo per Nintendo 64 quasi non sarebbe dovuto neanche esistere. Il prototipo di quello che poi sarebbe diventato Super Smash Bros. era infatti un picchiaduro chiamato “Dragon King the Fighting Game” – un progetto nato per SNES - con dei personaggi totalmente anonimi, che Masahiro Sakurai sostituì con Mario, Donkey Kong, Samus e Fox nella speranza che il progetto fosse più interessante per Nintendo. Ovviamente è andata così, per fortuna.

All’inizio Super Smash Bros. non fu neanche troppo sponsorizzato, in Giappone venne accompagnato da una campagna promozionale molto modesta (che per gli standard di oggi sarebbe inesistente quasi). Ma il gioco fu un enorme successo, ed insieme ad una serie di spot televisivi e pubblicità di ogni tipo, NintendoHAL Laboratory prepararono la release internazionale nel 1999. Da lì in poi il franchise è evoluto di iterazione in iterazione. Ma se il capitolo per Nintendo 64 creò quasi un genere a sé stante, un party game con le icone di Nintendo in grado di accalappiare l’attenzione di chiunque, fu nella generazione GameCube che il mondo si accorse di Super Smash Bros.

[caption id="attachment_183453" align="alignnone" width="1280"]Super Smash Bros. La cartuccia dell'episodio per Nintendo 64.[/caption]

Super Smash Bros. Melee è stato l’episodio più importante della serie, da molti rimpianto e ancora ricordato con grande affetto, nonostante la qualità e la mole di contenuti del più recente capitolo per Wii U e Nintendo 3DS. Il periodo (2001 in Giappone, 2002 nel resto del mondo) era anche favorevole, per una serie di motivi. GameCube era una console strepitosa, ed il passaggio dagli amorevoli modelli poligonali di Nintendo 64 alle morbide rotondità della generazione a 128 bit fu il primo colpo basso per tutti gli appassionati della serie. Vedere un Link muoversi in quel modo, dopo che l’ultima comparsata del personaggio fu nel granitico The Legend of Zelda: Ocarina of Time (Twilight Princess sarebbe arrivato molti anni dopo) era qualcosa di magico.

Poi il gioco in sé. Molti più personaggi (pur con dei cloni più o meno palesi), tante arene, comparto musicale da urlo, ed un gameplay con molte più possibilità relegate al combat system, modalità single player e multiplayer perfettamente bilanciate. Ci fosse stato il multiplayer online all’epoca, Super Smash Bros. Melee sarebbe stato un titolo in grado di devastare il mercato. La cosa ancora oggi sorprendente da analizzare è come Super Smash Bros. sia passato dall’essere un party game ad un picchiaduro talmente tecnico da essere ancora inserito in circuiti competitivi come quelli dell’EVO, che nell’edizione 2018 affiancherà titoli come Dragon Ball FighterZ e Street Fighter V. Ancora oggi Melee ha ha una scena competitiva vivissima, con tornei in tutto il mondo e tanto di personalità sportive.

Tutto a causa di un glitch.

Super Smash Bros. Melee introdusse la schivata area all’interno dell’economia del gameplay. Con la pressione di uno dei dorsali il personaggio rimaneva immobile per un istante in aria, schivando così tutti i colpi in quel brevissimo frangente. Si è scoperto successivamente che facendo la schivata aerea a distanza ravvicinata col terreno, e muovendosi successivamente in una direzione, era possibile muoversi velocemente pattinando sul piano dell’arena ma mantenendo l’orientamento. Questa mossa si chiama wavedash. Non è menzionata in nessun tutorial, nel gioco non esiste, ed è la base del gaming competitivo del gioco. Questa tecnica affianca un’altra serie mostruosa di mosse e routine che fanno parte dello skillset di base di ogni giocatore competitivo di Melee. Tecniche (una ventina circa) che, come il wavedash, sono state scoperte e/o inventate dai player nel corso degli anni, ma non esistono ufficialmente.

Quindi, grazie a Super Smash Bros. Melee, la serie è diventata anche uno dei picchiaduro più tecnici e veloci del genere. Tutti i glitch ed exploit scoperti nell’episodio GameCube non solo non rovinano il gioco, ma gli danno una nuova esistenza del tutto slegata, indipendente e innocua rispetto all’esperienza originale. Oggi sarebbe bastata una patch per annientare del tutto questo tipo di esperienza. La stratificazione del gameplay, quindi, è un altro motivo per cui Super Smash Bros. è un gioco così amato. Si può passare dal giocare in otto come nella modalità inserita nell’episodio per Wii, tirandosi oggetti di ogni tipo e supermosse frutto della Sfera Smash, fino a scalare le classifiche mondiali negli scontri 1vs1 in arene prive degli eventi ambientali, senza oggetti, sfruttando solamente le proprie abilità.

[caption id="attachment_183456" align="alignnone" width="1280"]Super Smash Bros. Il Momento® del Direct.[/caption]

Cosa ci aspettiamo quindi dall’episodio per Nintendo Switch? Tutto questo, e molto altro. In Super Smash Bros. Brawl e nel titolo per Wii U molte di queste tecniche sono scomparse (in primis il wavedash) perché alcune delle dinamiche di movimento sono state eliminate. Sarebbe ottimo riprenderle in toto per dare a Super Smash Bros. la scena competitiva che si merita, con un titolo dal comparto tecnico più che degno (sebbene a guardarlo oggi Melee si difenda ancora benissimo). Oramai gli esport sono una realtà sempre più consolidata, e Super Smash Bros. si merita di esserne uno dei protagonisti con un titolo aggiornato. Allo stesso modo servono tanti personaggi e meno cloni possibili, un lavoro idealmente simile a quanto fatto per i lottatori di Dragon Ball FighterZ, dove ognuno dei personaggi è ben distinguibile dall’altro in termini di moveset.

Servono anche tante modalità single player e multiplayer, locale ed online. Come accennato sopra, Melee era straordinario anche per la sua grandiosa offerta di modalità di gioco. Grazie alla natura ibrida di Nintendo Switch, il nuovo Super Smash Bros. potrebbe avere ad oggi una serie di esperienze completamente diverse da loro, che sia il multiplayer da salotto o al volo.

Il titolo uscirà a sorpresa entro il 2018, e a giugno avremo la possibilità di capire cosa Sakurai ed i suoi hanno in serbo per il titolo. L’11 e 12 giugno prossimi, infatti, Nintendo ospiterà un torneo di quello che ad oggi viene chiamato Smash Switch in occasione dell’E3, in contemporanea ai World Championship di Splatoon 2. Nintendo fece la stessa cosa, per altro, in occasione del lancio del capitolo per Wii U, con un invitational sempre in quel di Los Angeles.

Sapremo anche cosa è questo Smash Switch, anche se tutti gli indizi portano a pensare che piuttosto che un porting dell’edizione Wii U/Nintendo 3DS sia un capitolo del tutto inedito.

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