Il backlog, il titanico mostro nemico di ogni giocatore

Ecco cos'è il backlog, il mostro che avviluppa milioni di videogiocatori

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Esiste un mostro che è acerrimo nemico del videogiocatore. E' un mostro che si nutre di tempo, ma anche di spazio, qualora codesto giocatore fosse un affezionato delle copie fisiche, un feticista delle confezione. Soprattutto, si nutre di soldi. Dopo averli mangiati, in maniera immediata, il backlog si allunga, istantaneamente diventa più grande, più inquietante, ancora più vorace. Gli basta spesso anche pochissimo, spicci appena, ma con quel pochissimo è in grado di allungarsi a dismisura. E' composto da tutti i videogiochi ancora da finire o, peggio ancora, acquistati e mai giocati, un qualcosa di paragonabile ad un serpente marino, o ad un drago preso dalla mitologia giapponese. Spire che sembrano infinite, dalle quali non c'è la minima possibilità di scappare, quando iniziano a stringersi sulla preda.

Il backlog è un mostro moderno. Non se ne trova traccia sui bestiari fantastici, né nella Bibbia, nella tradizione ebraica o nelle leggende nordiche. E' spuntato praticamente dal nulla qualche anno fa, quando il videogioco è veramente diventato di massa, al punto da abbinarsi con un rituale precedentemente avulso al suo mondo: lo sconto. Inizialmente lo sconto sembrava essere un qualcosa di bellissimo, un magico taglio, spesso anche sostanziosissimo, al denaro necessario per mettere le mani su un'agognata produzione videoludica. Lo sconto, si dimostrò dopo, fu invece il modo in cui il backlog si manifestò al mondo. Non è solo bestia voracissima, il backlog, ma anche intelligentissima: con un accattivante incantamento si è assicurato i nostri soldi, il nostro tempo, le nostre vite.

[caption id="attachment_164332" align="aligncenter" width="600"]Gabe Newell Il backlog ha i suoi sacerdoti, che con false promesse gli assicurano il nutrimento[/caption]

E' ormai schiavo,il videogiocatore medio, del backlog. Ne è avviluppato senza possibilità di salvezza, prova ogni tanto a divincolarsi, riesce persino, occasionalmente, a tagliare pezzi del corpo dell'immonda bestia. Un barlume di speranza gli si accende negli occhi e nel cuore, ha appena finito un videogioco e si sente in grado di finirne tanti e tanti ancora. Potrebbe persino farcela un giorno, programmando ogni istante della sua vita, votandosi ad una vita monastica da passare col pad in mano. Un giorno riuscirebbe davvero a liberarsi del colossale mostro, un pezzo alla volta, recidendone finalmente la testa e liberandosene.

"il videogiocatore ha un animo nero quanto quello del backlog, vive dello stesso vizio, la cupidigia"

Ma, in realtà, mai potrà. Perché il videogiocatore ha un animo nero quanto quello del backlog, vive dello stesso vizio, la cupidigia. Vuole sempre di più, è ingordo, ha mille cose da giocare ma vuole quell'unica che non ha: ci prova anche a resistere, recitando il mantra “prima finire, poi comprare”, ma non ci riesce, ecco che arriva lo sconto, e il dramma si compie. Il backlog sa insinuarsi nell'animo del giocatore, lì lo colpisce duro. E' capace tentatore, ma il suo compito non è in realtà mai troppo difficile, perché l'uomo è debole. Quanto sono lontani i tempi nei quali era un invisibile verme, al quale era capace di tenere testa persino un bambino, che con un solo videogioco poteva farci mesi interi. Poi il detentore del pad è diventato debole, fiaccato da molteplici tentazioni, adulto nel corpo ma non nella mente, capriccioso, volubile e ingordo molto più che in gioventù.

[caption id="attachment_164335" align="aligncenter" width="600"]Backlog San Giorgio Quando si finisce un gioco. Ma il backlog non muore mai[/caption]

Non c'è salvezza, non c'è speranza. Il backlog ha ormai assunto dimensioni titaniche. Di fronte al divoratore giacciamo sconfitti e inerti, dandogli il nutrimento che esige e incapaci di risollevarci dal destino che ci ha imposto.

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