Griselda: chi era la Madrina della cocaina?

Griselda fu responsabile della Guerra per la droga di Miami, combattuta con i "Cocaine Cowboys" e venne uccisa per la sua nota spietatezza

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Uscita il 25 gennaio, Griselda, la serie di Netflix in 6 episodi con protagonista Sofia Vergara, Alberto Guerra, Juliana Aidén Martinez, Martin Rodriguez, Jose Velazquez ed Orlando Pineda, creata da Eric Newman, Carlo Bernard, Ingrid Escajeda, Doug Miro è una drammatizzazione della storia di Griselda Blanco Restrepo detta anche la Madrina della cocaina o la Vedova Nera, per aver fatto uccidere tutti e 3 i suoi mariti.

Le origini di Griselda Blanco Restrepo

Griselda nacque in Colombia, da una famiglia molto povera. Abbandonata dal padre e con una madre con problemi di alcolismo, cominciò a prostituirsi da adolescente dopo il trasferimento a Medellin. A soli undici anni, secondo quanto riporta dalla cronaca, la Blanco contribuì al rapimento del figlio di una ricca famiglia e quando quest'ultima si rifiutò di pagare il riscatto richiesto, lei sparò al bambino, uccidendolo.

A vent'anni sposò Carlos Trujillo, un falsario, da cui ebbe 3 figli e che poi uccise per una disputa legata ai soldi.

Con i figli ed il suo secondo marito, Alberto Bravo, un trafficante di droga, Griselda si trasferì a New York usando dei documenti contraffatti. Grazie al suo legame con Pablo Escobar, che conosceva da tempo, entrò nel business della cocaina per il Cartello di Medellin.

La Blanco si sposò anni dopo per una terza volta con Darìo Sepùlveda, da cui ebbe il suo quarto figlio, che chiamò Michael Corleone, in omaggio al film Il Padrino.

Griselda, Madrina della cocaina

Fu grazie al suo secondo marito ed al legame con Escobar che Griselda fu introdotta allo spaccio.
Dopo aver abbandonato l'idea di trafficare in marijuana, perché non lo reputava abbastanza remunerativo, il boom della cocaina la spinse ad attivare un'operazione nel Queens, a New York, dove si si trovava con la famiglia. Come mostrato in parte nella serie di Netflix, la Blanco sfruttò la società di importazione di abbigliamento del marito per far entrare la cocaina negli Stati Uniti, nascondendola nella biancheria femminile, con ogni corriere che era in grado di trasportare fino a 7 chili di droga cuciti in scomparti segreti di un corsetto.

Nel 1975, a 32 anni, Griselda tornò in Colombia dopo essere riuscita a sfuggire all'arresto da parte della DEA e qui uccise il marito, che la ferì gravemente a sua volta, accusandolo di essersi appropriato dei soldi provenienti dallo spaccio.

Nel 1978, la donna, con il suo terzo marito ed il resto della famiglia, tornò negli Stati Uniti, a Miami.
Al culmine del suo successo, la Madrina della cocaina riuscì ad importare nel paese più di 3 tonnellate di droga all'anno, guadagnando circa 80 milioni di dollari al mese e vivendo uno stile di vita lussuoso. In quegli anni Miami precipitò però in un baratro di violenza causata da una vera e propria guerra per il potere tra cartelli colombiani e cubani, in cui Griselda spiccò per la sua spietatezza. La Madrina non temeva infatti di fare agire in pieno giorno i suoi sicari, ribattezzati "Cocaine Cowboys" (che spesso colpivano le proprie vittime da una motocicletta e fuggivano poi indisturbati) venendo presto riconosciuta come la più temuta e violenta spacciatrice della città. L'anno più sanguinoso della Guerra per la droga di Miami fu il 1981, definito "estate di sangue", in cui furono uccise 621 persone, con la città che fu definita "Paradise lost" (Paradiso perduto) dal Times nel 1981.

In questo clima, temendo ormai per la sua vita e la vendetta dei suoi moltissimi nemici, la Blanco si trasferì con la famiglia in California nel 1984, ma l'anno successivo fu arrestata, grazie all'agente della DEA Bob Palombo e, giudicata colpevole, fu condannata a 15 anni di prigione, da cui continuò tuttavia a gestire i propri traffici indisturbata.

Come mostrato nello show, le autorità cercarono di imputarle alcuni dei moltissimi (si parlò di ben 200) omicidi di cui era sospettata ed usarono uno dei suoi ex sicari, Jorge Ayala, detto "Rivi", per testimoniare contro di lei, accusandola in particolare di un crimine capitale: il brutale omicidio di un bambino di 2 anni, figlio di un ex sicario, ucciso durante un fallito attentato alla vita del padre. Le accuse, tuttavia, decaddero quando Ayala fu accusato di aver fatto sesso telefonico con le segretarie dell'ufficio del pubblico ministero. Quando la Blanco fu rilasciata nel 2004, in seguito ad un attacco cardiaco ed al deterioramento del suo stato di salute, venne deportata in Colombia e nel 2012 fu uccisa da un sicario in motocicletta fuori da una macelleria a Medellin.

Griselda: la caduta

Uno dei primi errori di Griselda fu quello di diventare dipendente dal Basuco, una droga derivata dal residuo chimico dell'estrazione della cocaina che dava forte dipendenza e che aumentò esponenzialmente la sua paranoia, non facile da controllare quando si hanno così tanti nemici.

Inoltre il suo legame con i figli per cui - secondo quanto da loro dichiarato - fu una madre devota ed affettuosa, nonché la decisione di coinvolgerli nei suoi affari, portò alla morte di 3 dei dei ragazzi, che furono uccisi in Colombia mentre lei scontava la sua pena negli Stati Uniti.

La violenza e la spietatezza con cui agì negli anni del potere a Miami, condusse infine alla sua caduta ed alla sua morte all'età di 69 anni.

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