Le radici primordiali delle divinità egizie di Moon Knight e l'enigma di Ra e Anubi
All’origine delle divinità di Moon Knight: i poteri di Khonshu, l’assenza di Ra, la prigionia di Anubi, Taweret timoniere dell’aldilà...
≪Khonsu, Che uccise i signori, Che li strangola per il Faraone e che per Lui estrae ciò che si trova nei loro corpi≫
- da i Testi delle Piramidi
Khonsu, detto Colui Che abbraccia, Viaggiatore, Difensore e Pianificatore, è una delle due divinità lunari degli Egizi, ma sia i suoi poteri che il suo aspetto sono stati fusi dalla Marvel con quelli dell’altro dio lunare: Thot.
Per questa somiglianza di ruoli, è di Thot la testa di ibis sul corpo coperto di bende di Khonshu, la cui raffigurazione più frequente è quella un bambino con codino e pelle verde, non proprio inquietante come la testa di Thot essiccata in teschio, come quelle delle mummie egizie di questi animali sacri.
Al contrario, la mezzaluna iconica di Khonshu e del suo cavaliere appartiene fedelmente alla sua controparte, che però la indossa sul proprio capo a sottolineare il potere sul corpo celeste.
Gli incredibili poteri guaritori di Khonsu e Thot
Il Khonshu Marvel infonde nelle bende del Moon Knight le straordinarie abilità mediche e guaritrici attribuite alle due divinità lunari, venerate dai medici che si dedicavano ai più umili fino ai medici-sacerdoti.
Nel mito, quando la dea Isis trovò il figlio ancora bambino, Horus, avvelenato e moribondo, appellandosi all'istante agli dei, portò Ra ad intervenire, arrestando il suo viaggio col Sole nel cielo, fermando così il tempo stesso. A quel punto Thot accorse e guarì Horus scacciandogli il veleno dal corpo nel nome di Ra.
Negli eoni a venire il dio ibis guarì nuovamente Horus, guarendogli l’occhio, suo iconico simbolo divino.
Khonsu, Che determina i fati, il Grande Dio che scaccia i demoni della malattia, non fu da meno.
Una sua statua, contente la sua manifestazione divina, fu portata dal faraone Ramesse II dall’oracolo del dio a Karnak fino al capezzale della cognata morente. Lì il dio cacciò il demone che aveva fatto ammalare la principessa, che guarì all’istante.
Simile la vicenda del faraone Tolomeo IV, che ripresosi da una grave malattia attribuì a se stesso il titolo di Amato da Khonsu Che protegge Sua Maestà e scaccia gli spiriti maligni.
Proprio questo aspetto di Khonsu contro gli spirti maligni riverbera nel suo attributo di Viaggiatore.
Il protettore dei viaggiatori notturni
Come la Luna viaggia di notte, così fa Khonsu, proteggendo i viaggiatori notturni dai pericoli delle tenebre.
Khonsu strangolava i nemici del faraone, eviscerandoli, proteggendo il sovrano. Questo connubio di protezione e violenza viene adattato nel Moon Knight. Il dio era adorato come Colui che è in grado di provare la rabbia che brucia i cuori, da qua la sua ossessione per la vendetta, la cosiddetta giusta rabbia dantesca.
Nel tempo diventò protettore delle nascite, aspetto ripreso nella prima (ri)nascita di Marc come suo avatar.
La memoria vivente della volta celeste
Khonsu erano il Custode dei Libri del Termine dell'Anno, Thot il Raccoglitore di Anni, Signore del Tempo.
Questa incredibile memoria si traduce nella serie con il maestoso intervento del dio sul cielo notturno: lo riporta indietro di migliaia di anni, muove la Luna stessa generando un’eclisse solare e fa calare la notte sul Cairo, permettendo così al suo guerriero di combattere Harrow, mentre lui combatte Ammit.
La sfida fra Thot e Khonsu
In un mito fondante per gli Egizi, Ra aveva punito la dea del cielo stellato Nut, impedendole di partorire in qualsiasi giorno dell’anno. Thot, per salvarla da morte certa, sfidò il collega lunare Khonsu al gioco del senet, una simil dama che ricrea il viaggio dell’anima nell’aldilà. Se Thot avesse vinto, avrebbe chiesto a Khonsu un 72° del suo splendore lunare. Essendo la Luna un tondo di 360° ed il calendario egizio calcolato su mesi lunari, equivaleva alla concessione di 5 gradi, cioè 5 giorni ex-novo. Di pedina in pedina Thot vinse sul meditabondo Khonsu, creando un tempo mai esistito, in cui la dea Nut poté partorire, dilatando l’anno a 365 giorni.
Taweret e la rinascita
La dea Taweret, Colei che veglia sulle future madri e sulle culle dei neonati, è piuttosto fedelmente trasposta nel suo aspetto - tranne per la coda da coccodrillo e le mani di leone - con il suo iconico corpo antropomorfo di ippopotamo femmina - particolare importante perché l’ippopotamo maschio per sua indole aggressiva era invece associato al dio della distruzione Seth, stranamente assente nella serie - animale venerato dagli Egizi nel suo stato gravida perché viveva nell’acqua del Nilo che portava vita e rinascita. Per questo la dea era la protettrice delle acque delle donne incinta, e vegliava con la sua costellazione sul destino del nascituro.
Taweret vegliava anche sulla nascita degli dei, entrando così nella ristretta cerchia delle arcaiche divinità primordiali. Possiamo immaginarla quindi a sostenere le azioni di Thot nella sfida a senet con Khonsu in soccorso alla dea Nut, in quel momento sotto la sua protezione.
La dea venne anche associata nel tempo alla rinascita più importante, quella nell’aldilà, ma è qua che la mitologia e la serie presentano fra loro discrepanze e accattivanti indizi sull’assenza di Anubi, il dio sciacallo.
L’assenza di Anubi
Anubi è una delle più antiche e importanti divinità egizie, era infatti responsabile della sacra mummificazione e dio psicopompo accompagnatore e protettore dell’anima del defunto nel lungo viaggio nell’aldilà, fino alla Sala delle Due Verità, un tribunale di 42 dei, presieduto da Osiride, il signore dell’oltretomba.
Qua Anubi eseguiva la psicostasia, la pesatura dell’anima, ponendo il cuore del defunto sul piatto della bilancia recante all’opposto la piuma della dea della verità, Maat. Se il cuore fosse stato più pesante, l’anima colpevole sarebbe stata divorata da Ammit, altrimenti Osiride le avrebbe dischiuso le porte del proprio regno.
Mai nella mitologia la dea Taweret è stata associata alla pesatura dell’anima, né alla guida della sacra barca del mondo sotterraneo dell’ovest, mesketet, da sempre guidata da Ra in persona con altri dei, tra cui Seth.
Nella serie Taweret, impacciata davanti a Marc e Steven quando li accoglie nell’aldilà della Duat, recupera infatti delle misteriose “istruzioni”, a sottolineare che si sta trovando a svolgere un compito non proprio.
Considerando lo zelo con cui quel che resta deli dei dell’Enneade trasforma i propri simili in statuette ushabti, visto che nella sigla della serie la statuetta di Anubi campeggia al centro di tutte le altre, e dato che la Marvel non fa mai nulla per caso, ci sono tutte le prove dell’assenza ridondante di Anubi, forse il più rappresentato oggigiorno in molte opere di fantasia. La sigla mostra de facto che il dio è stato imprigionato, venendo rimpiazzato dall’accondiscendente Taweret, costretta a farsi anche timoniere per le sabbie dell’aldilà della Duat al posto di Ra. Data la natura molto seria del dio Anubi, sarà interessante scoprire cosa gli è successo.
Lo stesso produttore Grant Curtis, a ScreenRant, ha rivelato di non poter spoilerare perché sia Taweret ora preposta alla guida delle anime nell’aldilà, confermando che Anubi de facto esiste da qualche parte.
Ammit
La divoratrice di anime, temutissima dagli Egizi, nella serie è antropomorfizzata, al contrario della sua versione mitica, creatura ibrida e inquietante, con sì la testa di coccodrillo, ma la parte anteriore del corpo di leone e la posteriore di ippopotamo, non a caso i tre animali più temuti e aggressivi del tempo.
Incaricata di divorare tutte le anime giudicate impure da Osiride dopo la psicostasia, era dalla fame eterna. Questo aspetto ritorna nella serie nella radicale decisione di divorare le anime dei colpevoli ancor prima che trapassino o commettano le colpe, privandoli così del libero arbitrio, sfamandola e accrescendo il suo potere.
Ammit era così temuta che non fu mai oggetto di venerazione specifica, motivo di frustrazione plausibile nella serie per spingerla a creare un culto proprio, a supporto delle sue estreme e fameliche intenzioni.
Alessandro Magno l’invincibile conquistatore
Scoprire che il più grande conquistatore mai esistito, Alessandro Magno, colui che si considerava un faraone, fu l’ultimo l’avatar sulla terra di Ammit, apre molti interrogativi.
Mai avvolto da un’aura particolarmente negativa da ciò che ci tramanda la Storia, l’esser stato avatar della dea implica una tranciante realtà. Il potere di falciare via le anime impure potrebbe esser stato, nell’MCU, il fattore chiave per le sue immortali imprese.
Resta interessante però ciò che dice Ammit ad Harrow circa le caratteristiche dei suoi avatar sulla terra:
“Il disequilibrio è dovuto a ciò che ti aspetta. […] Ciò che ti aspetta è servire me. […] In passato avevo un servitore la cui bilancia era in perfetto equilibrio, e in cambio fui imprigionata nella pietra per duemila anni. […] Servimi e troverai la pace. Non lasciare che le pene del passato ti controllino.”
Queste ultime parole lasciano intendere che forse anche Alessandro Magno abbia avuto travagli interiori prima di trovare pace ed equilibrio, forse tali da portarlo a cadere sotto l’influsso della dea divoratrice.
L’assenza di Ra
Decisamente l’assenza più misteriosa è però quella del padre di tutti gli dei egizi, Ra, il dio del Sole.
Nel mito Ra conduce ogni giorno il Sole sulla barca mandet e ogni notte lo porta oltre l’orizzonte, nel buio della Duat, combattendo con Seth il male ancestrale del serpente Apopi. Nei comics Ra è il padre di Khonshu, in un rapporto travagliato padre-figlio, rispecchiato nelle sfide fra i loro due cavalieri, del Sole e della Luna.
Eppure nella serie del dio non si fa menzione.
Con l’arrivo di Thor: Love and Thunder e la presenza di Gorr il Macellatore di Dei sappiamo che l’MCU approfondirà il concetto di divinità. Dato il ruolo di Russel Crowe come Zeus, padre degli dei greci, dopo l’Odino di Anthony Hopkins, padre degli dei norreni, è possibile che in futuro ci sarà un approfondimento sull’altrettanto padre degli dei Ra, e una spiegazione sulla sua assenza nell’Enneade e nel mondo.
Speciale a cura di Pierluca Pira