Tracker: la recensione della serie con Justin Hartley

Tracker è il più classico dei procedurali e dietro al protagonista di indubbio fascino nasconde un passato complesso, tutto da scoprire

Condividi

Basato sul romanzo di Jeffery Deaver, The Never Game, Tracker, con protagonista e produttore esecutivo Justin Hartley (il Kevin Pearson di This is us) che interpreta il ruolo di Colter Shaw, veste perfettamente i panni del più classico dei procedurali della TV generalista americana.

Lanciato negli Stati Uniti domenica 11 febbraio, post-Super Bowl, sulla CBS, lo show ha raccolto con il pilot più di 18 milioni di spettatori, scesi poi a circa 7 milioni in quelli successivi, abbastanza da garantirsi un quasi immediato rinnovo per una 2^ stagione.

Di cosa parla Tracker

Per sua stessa definizione Colter Shaw è un "ricompensatore", che ha chiaramente un suono diverso rispetto a cacciatore di taglie, che gira per il paese trascinando dietro al suo furgone un'Airstream, la roulotte di lusso in cui vive, ed andando di luogo in luogo, vivendo delle ricompense che guadagna ritrovando persone scomparse. Colter non chiede anticipi né rimborsi per le spese sostenute e si fa pagare solo nel caso in cui riesca nel suo intento, cosa che ovviamente fa in ogni episodio, che prende opportunamente il titolo dalla località in cui il protagonista agisce.

In Tracker, Colter è assistito dalla coppia sposata formata da Velma e Teddi Bruin (Abby McEnany, Robin Weigert), che trovano per lui i casi da seguire, dall'hacker biamputato Bobby Exley (Eric Graise), verso il quale il protagonista sente di avere un debito per la condizione in cui si trova, e che lo aiuta a scovare informazioni sulle persone che cerca e dall'avvocato Reenie Greene (Fiona Rene), che non si limita a tirarlo fuori dai molti guai in cui finisce a causa dei suoi metodi spesso poco ortodossi e non sempre legali, ma che condivide con lui un'evidente attrazione.

Tracker: cosa salvare e cosa no

Il problema di Tracker, che è poi quello di ogni procedurale, è che visto un episodio si ha la sensazione di averli visti un po' tutti, a partire dal pilot intitolato Klamath Falls, in cui Colter, per la modica cifra di 20 milioni di dollari, si mette sulle tracce di un ragazzo di 14 anni scappato di casa dopo essere stato contattato dal padre naturale con cui non aveva rapporti da anni, lo schema di quelli successivi è piuttosto ripetitivo e se non fosse per la presenza di Justin Hartley, lo show potrebbe essere definito dimenticabile. Ben lontano da avere copioni affascinanti ed impeccabili autori come quelli nel dietro le quinte di This is Us, la serie riesce comunque ad intrattenere grazie ad un misto di azione e suspence al centro delle quali c'è un protagonista che ha fatto di un mestiere di vita il cercare qualcosa che chiaramente non è riuscito a trovare nella sua stessa esistenza.

Se infatti Tracker è piuttosto prevedibile nella ripetitività dei suoi episodi, è in ciò che tende a centellinare al pubblico che nasconde davvero ciò per cui vale la pena guardarlo e cioè il motivo per cui Colter sia ciò che è, legato ai traumi del suo passato.

Già dall'episodio pilota, infatti, si evince come il protagonista abbia avuto un'infanzia particolarmente difficile, dominata di un padre survivalista, paranoico e violento di nome Ashton (Lee Tergesen), responsabile di un incidente che coinvolgerà lui ed i suoi fratelli e che ha cambiato per sempre il corso della loro vita. Per ovvie ragioni narrative, il mistero del passato di Colter verrà svelato poco alla volta, cercando quindi di spiegare perché il protagonista della serie non solo abbia le capacità che ha, ma sia il lupo solitario che dimostra di essere, il cui fascino è amplificato dall'evidente difficoltà di creare legami sentimentali duraturi e dal suo essere un solitario.

Tracker va in onda negli Stati Uniti ogni domenica su CBS, mentre debutta in Italia, con i primi episodi, da mercoledì 24 aprile 2024 su Disney+.

Continua a leggere su BadTaste