In fiamme: la recensione

In Fiamme è una serie piuttosto deludente e lenta che racconta con l'approccio sbagliato una storia potenzialmente interessante

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Non troppo tempo fa, in un podcast della nostra rubrica di TVNews, avevamo raccontato come la strategia di Netflix, secondo quanto riferito dai loro stessi dirigenti, fosse quella di creare serie straniere di successo nel paese in cui venivano prodotte ed è interessante come la visione della serie spagnola In Fiamme aiuti in un certo senso a chiarire questa affermazione.

La storia di In Fiamme

Ambientati in un Barcellona che rimane sempre sullo sfondo della vicenda, senza che la regia approfitti minimamente della sua bellezza, gli 8 episodi di In Fiamme sono ispirati ad una storia vera che ha catturato l'interesse di tutta la Spagna, tanto che Netflix non si limiterà solo a rilasciare la serie TV che racconta la storia di Rosa Peral, ma anche un documentario, che sarà disponibile sulla piattaforma sempre il giorno 8 settembre, con il tiolo Il caso di Rosa Peral.

Lo show racconta la storia di Rosa (Úrsula Corberó) una bellissima poliziotta con una figlia ed un matrimonio finito alle spalle il cui compagno, Pedro (José Manuel Poga), anche lui poliziotto, viene ritrovato assassinato all'interno di un'auto, il corpo carbonizzato nel tentativo di renderne impossibile il riconoscimento. Rosa vive un momento particolarmente complicato della sua vita, è al centro di una battaglia legale contro l'ex marito Javi (Isak Férri) per l'affidamento della figlia Sofia (Guiomar Caiado) ed agli occhi dell'Ispettrice Ester Varona (Eva Llorach) incaricata di occuparsi del caso, appare iniialmne distrutta per la morte del compagno. Ma ovviamente nulla è come sempre e la storia si dipanerà in un complesso intreccio di relazioni raccontate con continui salti temporali che vedono protagonisti Rosa e tre uomini al centro della sua vita, compreso il compagno di pattuglia Albert (Quim Gutiérrez).

Una strana scelta narrativa per una serie crime

La storia raccontata in sé potrebbe essere anche interessante, se non fosse che gli autori di In Fiamme fanno una strana scelta narrativa, cioè quella di svelare sin dalla fine del primo episodio chi sia il colpevole, il che pone fine a qualsiasi genere di mistero, alla possibilità di piantare il seme del dubbio sull'innocenza o meno di tutti i protagonisti in gioco e di creare quindi personaggi più interessanti e complessi.

La spiegazione migliore che si possa dare per questa scelta, come accennavamo prima, è che la serie sia stata proprio pensata principalmente per il pubblico spagnolo, a cui lo svolgersi dei fatti è perfettamente noto, considerata la fama della vicenda e del processo che ne sono seguiti, e punti quindi ad altro, trasformandosi quasi a volte in un prodotto dal sapore di una soap-opera, deludendo le aspettative di un'importante fetta di pubblico che puntava invece sul mistero della vicenda.

Un altro problema di In Fiamme, attribuibile a molti show di Netflix, è anche che si trascina per un numero esagerato di episodi in ritmo davvero troppo lento.

Per quanto poi l'interpretazione dei protagonisti possa essere buona, la scrittura dei personaggi risulta molto piatta, monodimensionale e poco realistica, il che rende arduo parteggiare per l'uno o per l'altra o essere coinvolti da quanto accade, rimanendo freddi spettatori della vicenda tanto quanto alcuni dei personaggi si rivelano essere stati freddi esecutori di un omicidio.

In Fiamme è la perfetta serie da binge-watching che più di una volta vi farà venire il desiderio di saltare qualche minuto, se non proprio qualche episodio, per arrivare alla sua conclusione, una storia che, temiamo, possa risultare più interessante sotto forma di documentario che di racconto del mistero che del mistero, in realtà, non è.

In Fiamme è disponibile su Netflix a partire dall'8 settembre 2023.

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