The Bear: il regista Duccio Fabbri ci svela la sua guest star preferita e cosa ha imparato da Christopher Storer

In occasione dell'uscita della stagione 3 di The Bear, abbiamo avuto l'occasione di intervistare il regista Duccio Fabbri

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In occasione dell'uscita della stagione 3 di The Bear, abbiamo avuto l'occasione di intervistare il regista Duccio Fabbri, che ha diretto l'episodio 3 nel nuovo blocco di puntate ed è regista di seconda unità dello show di FX.

Ciao Duccio, grazie per il tempo che ci concedi, sei in The Bear dalla prima stagione, come è lavorare alla serie? È come la cucina di uno chef o è più una tavola calda per famiglie?

È come se fosse una cucina di uno chef però su un autobus in movimento. C'è sempre tanto da fare, ma anche tanto divertimento, ma è una sfida continua per tutti noi.

In The Bear abbiamo visto tanti piatti che sembrano deliziosi, sono veri? Chi li mangia dopo le riprese?

Davvero una bella domanda. Ovviamente tutto quello che vedi cucinato in The Bear è vero, ogni piatto è cucinato sotto la supervisione di Courtney Storer, che è la nostra produttrice culinaria (ed esecutiva). Ogni piatto ha una storia, e ognuno è un personaggio che interagisce con gli chef in cucina. E anche se non dovremmo, cerchiamo di mangiare il più possibile di quello che mostriamo in scena.

(La prossima domanda potrebbe essere spoiler) Abbiamo visto tante guest star in The Bear, ce n'è una che preferisci o magari hai dei ricordi divertenti da raccontare?

Jamie Lee Curtis è diventata il nostro angelo custode. Ma abbiamo amato ognuna delle nostre guest star perchè sono arrivate sul set e si sono comportate come se avessero sempre lavorato con noi. Non posso ancora credere a come cambia subito l'atmosfera ma, allo stesso tempo Jamie Lee è come un angelo onnipresente che è sempre con noi.

The Bear non è solo uno serie tv sugli chef e sulla cucina, ma anche sulla città di Chicago. Guardando la serie da qui la città sembra così vivida e viva, come scegliete, come squadra, cosa mettere sullo schermo?

Quello che vedete a schermo è la città stessa. Le architetture, le strade son tutte cose che puoi vedere semplicemente guardando la città. Ma la cosa più importante che vogliamo trasmettere è l'anima della città, che sia nella musica, nei personaggi, nei graffiti e nei suoni che rendono viva Chicago in The Bear.

Nella terza stagione hai diretto l'episodio Doors, cosa hai imparato da questa esperienza? E se puoi dirmelo, vedremo altri tuoi lavori nella prossima stagione?

La cosa più importante che ho imparato sul set è che devi lasciare che la troupe e gli attori ti guidino traducendo le tue idee. Perché quando un team lavora tutto insieme come in The Bear, loro completano le tue idee, e diventa un lavoro di squadra. Riguardo alla stagione 4, nessuno lo sa, ma lo spero!

Avevi una lista di cose non-negoziabili sul set?

Sì: essere pronti. Essere di buon umore. E andare avanti.

Se potessi scegliere un solo piatto (o gusto) per descrivere la terza stagione, quale sarebbe?

Certamente la torta di carote con caviale.

Infine, come combattete la pressione di aver prodotto quella che da molti è considerata la miglior serie tv degli ultimi anni?

Ovviamente un po' sì. Senti la pressione di dover fare qualcosa di almeno al livello di quello che è stato fatto prima, ma allo stesso tempo è il modo più giusto per spingersi oltre.

The Bear è disponibile su Disney+.

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Trovate tutte le informazioni sulla serie nella nostra scheda.

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