Hollywood e la polemica sui costi dei casting post-pandemia

I casting post-pandemia hanno assunto un nuovo volto e sono diventati un onere per molti attori

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Come racconta Deadline, ad aprire il vaso di Pandora del problema dei casting post-pandemia sono stati i tweet di tre attrici: Ever Carradine (The Handmaid’s Tale), Merrin Dungey (Big Little Lies) e Sprague Grayden (Hightown), che hanno usato i social per esprimere la propria frustrazione verso le nuove metodologie con cui si svolgono i provini ad Hollywood.

Nello specifico la Carradine ha criticato un un annuncio pubblicitario apparso sul suo feed di Instagram in cui un rispettato Direttore di Casting offriva l'opportunità di fare delle registrazioni a pagamento per eventuali ruoli.

COSA SI INTENDE PER CASTING A PAGAMENTO?

Questo il problema spiegato in parole semplici: prima della pandemia i provini avvenivano in presenza davanti a produttori, direttori di casting e registi, oggi viene invece richiesto agli attori di mandare dei video e questi ultimi si trovano quindi a dover pagare per uno spazio adatto in cui registrarli con il giusto apporto di illuminazione ed audio, oltre a dover dare un contributo a chiunque legga con loro i dialoghi, trasformando il processo di casting in un onere.

Sebbene nessuna produzione chieda soldi agli attori per partecipare ad un casting - come ha sottolineato l'attrice Merrin Dungey, in risposta al tweet della Carradine - l'evoluzione del processo avrebbe portato gli attori a dover, di fatto, pagare per poter lavorare e per presentare un prodotto competitivo che attragga l'attenzione di chi è chiamato a scegliere gli interpreti per un nuovo progetto, quando ormai si potrebbe tranquillamente tornare a fare casting in presenza.

https://twitter.com/RealMerrinD/status/1631102788443975680

Merrin Dungey:
"Questa cosa è veramente assurda. Già è un problema non poter andare in presenza ed ora bisogna pure avere un video di alta qualità per ottenere il quale devi pagare un servizio che ti garantisca qualcuno con cui leggere le battute/luci/montaggio. Stiamo pagando per lavorare. Senza note, comunicazioni o sides*. Non è ideale."

[*Le sides sono lunghi estratti dei copioni sulle quali gli attori si preparano per i casting. Fino a qualche anno fa, i siti che le distribuivano e che permettevano a tutti di scaricarle, erano la fonte di molti degli spoiler che giravano sulle serie TV].

All'accesa conversazione si è aggiunta anche la voce di Sprague Grayden che ha direttamente coinvolto nella discussione il Sindacato degli Attori, il SAG-AFTRA:

https://twitter.com/spragueg/status/1631117282842669057

Sprague Grayden:
"Un'importante agenzia di casting offre agli attori un servizio a pagamento. Quello stesso ufficio richiede unicamente casting in video. La stessa agenzia che mi ha sempre supportata per anni, ed alla quale sono grata per questo, ma anche la medesima che per 20 anni mi ha permesso di fare provini di persona e gratis. SAG-AFTRA, spiegatemelo".

Parlando con Deadline, l'attrice ha inoltre spiegato quanto la pressione di presentare un prodotto di alta qualità per accaparrarsi un ruolo sia reale per gli attori, soprattutto dopo essersi sentita dire da uno showrunner come, nell'ambiente, sia considerato poco professionale vedersi recapitare un video girato in casa con luci ed audio di bassa qualità.
Con la pandemia, alcune agenzie di casting, avrebbero anche cominciato ad inviare richieste precise su come i video debbano essere girati, con paramenti decisamente professionali, che mettono in difficoltà gli attori che vorrebbero evitare di rivolgersi ad un Service a pagamento. Senza avere più indicazioni da parte delle produzioni, degli showrunner o dei registi con cui una volta ci si incontrava di persona in occasione dei provini, aumentare la qualità dei video che si inviano è diventata l'unica arma per essere competitivi.

Una delle agenzie che offre questo genere di servizio a pagamento è quella di Mary Vernieu, la Betty Mae Casting (la stessa società il cui annuncio è comparso nel feed della Carradine), che ha aperto da poco uno spazio, con tanto di luci, che affitta per 30 dollari per 15 minuti o 45 dollari per 30 minuti, oltre a richiedere 10 dollari aggiuntivi nel caso in cui l'attore abbia bisogno di affittare il materiale per girare o del montaggio del video. Nonostante l'evidente conflitto di interessi, l'agenzia di casting in questione ha tenuto comunque a far sapere che si sono limitati ad offrire uno spazio agli attori ai costi di mercato e che nessuno ha mai richiesto loro di pagare per sottoporsi a progetti di cui l'agenzia stessa si sta occupando e che, proprio per evitare conflitti, il servizio non è esteso a chi debba fare un provino per progetti proposti da loro.

Anche Michael Gaston (Five Days at Memorial) si è aggiunto alla crescente lista di attori che hanno criticato questa pratica, scrivendo sul suo profilo Instagram che "se sei un attore e stai pagando un'agenzia di casting per aiutarti con un provino in video, non stai partecipando ad un'audizione video, ma sei vittima di qualcuno che specula sul tuo lavoro".

Secondo la Carradine il problema sarebbe legato quindi a come il processo di casting sia ormai cambiato ed alla difficoltà di tornare indietro, come avrebbe confermato un importante produttore interpellato da Deadline, che ha sottolineato come i provini in video facciano risparmiare moltissimo tempo alle produzioni e di conseguenza denaro.

LA PAROLA ALLA SAG-AFTRA, IL SINDACATO DEGLI ATTORI

A rispondere ai legittimi dubbi espressi da molti attori, la SAG-AFTRA ha prontamente rilasciato un comunicato dichiarando che "la nuova abitudine delle agenzie di casting di farsi pagare dagli attori per la creazione e la produzione di video per audizioni, sta portando il nostro settore nella direzione sbagliata. È un disastro etico. Gli attori devono già affrontare indebite pressioni finanziarie nella loro ricerca di lavoro. Le agenzie di casting che gestiscono servizi di produzione e audizione vanno contro i principi di correttezza ed equità nel nostro settore e la pratica dovrebbe essere scoraggiata. Inoltre, un'evoluzione della pratica che potrebbe prevedere l'addebito diretto per i video da parte della stessa entità che dovrebbe assumere gli attori, dovrebbe essere resa illegale. Sappiamo che la maggior parte delle agenzie di casting supporta gli attori, ma dobbiamo trovare un modo migliore per andare avanti con l'obiettivo condiviso di individuare pratiche di audizioni sicure, eque e ragionevoli. Come sindacato, continueremo a lavorare per trovare modi per evitare pratiche sleali e mitigare gli oneri finanziari per gli attori", ha concluso il Sindacato, promettendo di aggiungere nuove regolamentazioni nel contratto degli attori, soprattutto per proteggere quelli che partecipano a progetti a basso budget e che, per ovvi motivi, sono maggiormente colpiti da questa onerosa e nuova pratica.

COSA DICONO I DIRETTORI DI CASTING

Essendosi ritrovati nell'occhio del ciclone e considerato come la SAG-AFTRA sia stata chiamata in causa ed abbia apertamente condannato questa nuova intromissione delle agenzie di casting nel processo delle audizioni, alcuni direttori di casting hanno sentito la necessità di dire la loro in merito, come Jennifer Euston - con all'attivo 20 candidature agli Emmy e 9 vittorie - che, commentando il post di Michael Gaston, di cui abbiamo parlato sopra, ha scritto come non abbia personalmente mai preso un centesimo da nessun attore e mai lo farà.

Anche Marc Hirscfeld, un direttore di casting con 41 candidature all'attivo agli Emmy e 9 vittorie, che lavora oggi per AMC, ha dichiarato che non chiederebbe mai ad un attore di fare un provino con un video a pagamento e che nella sua carriera ha visto attori provini fatti su un balcone, in mezzo ad un parco o nel salotto di casa loro, proseguendo: "prima di tutto non ho mai chiesto ad un attore di mandare un video professionale o memorizzare delle battute, non è richiesto, così come non ho mai domandato ad un attore di affittare uno spazio. Ciò che ho chiesto loro è di cercare di ridurre i rumori intorno a loro in modo che non distraggano e di avere una luce decente in modo da non essere in ombra, non è un'impresa impossibile".

Secondo Bonnie Zane, che ha lavorato per show come Suits e Chucky, nessuno si aspetta video professionali con illuminazione ed audio perfetti, ma qualcuno che sappia dare bene le battute all'attore provinato, aiutandolo nella sua performance.

A quelle di questi direttori di casting si è aggiunta la voce di molti altri, che hanno garantito come la qualità dei video, per loro, non faccia differenza ed anche come abbiano sempre garantito di guardare tutti i filmati che gli vengono recapitati, un altro problema sollevato da alcuni attori, che hanno sottolineato come non esistano prove che ciò avvenga, il che renderebbe molto meno trasparente il processo di casting.

In una dichiarazione rilasciata dalla Casting Society of America, infine, i suoi membri hanno riconosciuto come la pandemia abbia cambiato le regole, sottolineando come molti direttori di casting vorrebbero tornare a fare provini in presenza - cosa che per il momento sarebbe difficile fare a cause delle regole dei diversi sindacati - e come la recitazione sarà sempre più importante della qualità di un video in questo nuovo processo di casting:

"Sosteniamo in pieno gli attori e stiamo lavorando attivamente come comunità per affrontare le disuguaglianze e creare nuove regole eque per tutti e, soprattutto, siamo qui per ascoltare".

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