Curon: gli autori, i registi e i produttori parlano della nascita della serie e di una potenziale seconda stagione
Gli autori, i registi e i produttori di Curon hanno presentato la nuova serie Netflix con una conferenza stampa ricca di curiosità
All'incontro, ovviamente virtuale, hanno partecipato gli sceneggiatori Giovanni Galassi, Ezio Abbate, Ivano Fachin e Tommaso Matano; i registi Fabio Mollo e Lyda Patitucci; Ilaria Castiglioni che ha l'incarico di manager per le serie originali italiane di Netflix; e Daniel Campos Pavoncelli di Indiana Productions.
Galassi ha raccontato che l'idea alla base di Curon è nata nel 2018 da un incontro con i produttori che erano alla ricerca di un'idea seriale per Netflix di genere mystery-thriller. La possibilità di sviluppare lo show partendo da un luogo si è poi rivelato essenziale e la location perfetta, ovvero Curon e il lago di Resia, è emersa grazie a un caso fortuito:
Tommaso Matano è stato il primo a portarci il luogo all'attenzione perché pochi mesi prima era stato in Trentino e avrebbe voluto visitarlo, senza però andarci. La curiosità gli è quindi rimasta e il luogo gli è rimasto impresso nella mente.
Curon possiede una certa idea legata al concetto di doppio: c'è la comunità tedesca e quella italiana, il paese nuovo che si specchia nel lago dove si trova quello vecchio.
Potremmo definire la serie supernatural, horror, thriller, coming of age, dramedy, ognuno può definirla come vuole!
Nessuno del team di autori aveva avuto delle esperienze simili o aveva lavorato con progetti di genere horror, situazione che ha portato il team di autori a mettersi alla prova con coraggio e un pizzico di incoscienza, riuscendo a compiere in un periodo relativamente breve il lavoro della scittura: 7-8 mesi. Abbate ha ricordato che lo spunto sovrannaturale è nato dall'idea che in alcuni momenti dell'anno le persone possono sentire le campane suonare anche se non ci sono fisicamente nel campanile da anni e a partire da quell'idea si sono aggiunti gli altri "ingredienti".
L'approccio alla narrazione è particolarmente originale per quanto riguarda il panorama italiano e Fachin ha sottolineato che ci si è ispirati a generi che amano e ammirano, diventando in un certo senso degli apripista e provando ad attirare un pubblico più ampio e per aprire la strada per nuovi attori.
Matano ha puntato l'attenzione sul fatto che si sia cercato di parlare di un luogo così particolare e specifico cercando però di tradurre la storia su scala globale.
Il regista Fabio Mollo ha ricordato:
Quando io e Lyda abbiamo visto per la prima volta gli ambienti ci siamo lasciati suggestionare e guidare dai luoghi e da quello che vedevamo.
Il filmmaker ha inoltre ricordato che un elemento importante della serie (qui il trailer ufficiale) sarà anche il rapporto con la natura, "la vera governante della vita dei personaggi". Le puntate, inoltre, daranno spazio all'idea che ognuno di noi ha una parte che tentiamo di nascondere e spesso corrisponde all'istinto animale, non risponde alle regole, è maggiormente orientata alla sopravvivenza e si è cercato di tradurre questo concetto in immagini.
La collaborazione tra i due registi è stata particolarmente positiva, come ha ricordato Lyda:
Lavorare con Fabio è stata una fortuna e una grande scoperta, pur essendo persone diverse personalmente e professionalmente. Abbiamo messo ciascuno a disposizione dell'altro la propria esperienza, anche nei confronti della storia e della voglia di realizzare il progetto. I nostri intenti erano gli stessi, anche nello spirito, e c'era la volontà di fare qualcosa di difficile, dando spazio al cuore pulsante del progetto: la storia, il posto e i personaggi. La natura è inoltre un altro personaggio e ci accompagna lungo tutto il percorso.
Nello show si racconterà infatti anche il rapporto tra l'uomo e la natura che lo circonda, mostrando come alle volte si deve sottostare alle sue leggi e affrontare le sfide e i regali che ci offre.
Sul set si è inoltre lavorato con dei lupi e la regista ha ricordato che ci si è dovuto adeguare a loro e ai loro tempi.
Il risultato ha soddisfatto anche il produttore esecutivo Daniel Campos Pavoncelli che ha lodato il lavoro compiuto di cui è particolarmente fiero.
Ilaria Castiglioni ha invece ricordato:
Curon è il terzo show che stiamo lanciando questo anno ed è il primo supernatural, è un prodotto nuovo per il panorama italiano. Ci sono comunque alcuni elementi di continuità perché parla di identità, tutti i personaggi compiono un percorso alla scoperta di se stessi, c'è un'identità anche di luogo. Il genere aiuta a entrare in connessione con il pubblico ed è interessante che fin dal lancio della locandina il pubblico ha risposto con grande emozione, sono nate subito delle domande.
Per quanto riguarda la narrazione "teen", Galassi ha ricordato quanto sia presente su tutte le reti e piattaforme, ma rischia di essere "finta o poco profonda", quindi si è cercato di indovinare i personaggi e sfruttare l'ambientazione in una piccola provincia, definendo così gli archetipi e uno stile di scrittura molto naturale.
Castiglioni ha voluto ricordare che la storia è multigenerazionale e i protagonisti sono diciassettenni non per offrire un contenuto teen, ma perché il tema della scoperta di se stessi era significativa ed è tipica dell'adolescenza. Curon proporrà anche molte tematiche adulte e ci sono numerose linee narrative.
Mollo ha poi sottolineato:
Il campanile è il demiurgo della storia, è l'elemento da cui si genera il mistero e diventa centrale. Il paesaggio è molto importante ed è un personaggio vero e proprio. C'è questa leggenda che si possono sentire le campane anche se sono state rimosse, si è quindi lavorato a lungo sul suono delle campane e su cosa genera nei personaggi.
Lyda ha aggiunto che il campanile sia diventato il simbolo di una storia che c'è e c'è stata, ed è quasi un simbolo della violenza dell'uomo che ingabbia la natura. Girare in quella location è stato così un elemento chiave per realizzare nel migliore dei modi la serie.
Per quanto riguarda l'atmosfera gli autori hanno pensato a film come Babadook, Hereditary e in particolare It follows, nonostante non ci sia nulla di quel lungometraggio o di quell'esperienza nello show. In parte ci sono anche dei riferimenti letterari come quelli legati alle opere di Stephen King e Kurt Vonnegut che spesso partono da un assunto spesso sovrannaturale per poi affrontare tematiche e situazione realistiche.
Patitucci, parlando del lavoro sul set, ha ricordato che ogni giorno c'erano nuove difficoltà e si è sempre cercato di aiutarsi a vicenda, anche quando i piani cambiavano all'ultimo minuto. Gli attori, nonostante siano di diverse età e abbiano avuto differenti esperienze, non si sono mai risparmiati sul set.
La comunità locale, inoltre, ha accolto la produzione in modo molto amichevole e Pavoncelli ha sottolineato:
C'era un po' di curiosità e grazie alla film commission siamo entrati in contatto con il sindaco per spiegare cosa stavamo per girare, abbiamo parlato del mistero e dell'elemento supernatural e tutti erano consapevoli che fosse tutto inventato.
La serie propone anche una colonna sonora molto interessante e Abbate ha sottolineato:
Abbiamo pensato alla musica fin dalla stesura dei primi copioni: scrivendo le scene abbiamo subito cercato la musica. Si tratta di uno show con tantissime anime ed era un elemento importantissimo.
La serie è stata dedicata alle vittime del COVID-19 e il produttore esecutivo ha sottolineato che è sembrato giusto compiere questo omaggio perché Indiana Produtions ha sede a Milano e le conseguenze dell'emergenza sanitaria sono state percepite da tutti, anche dal loro team che era già impegnato nella post-produzione.
Curon, ovviamente, non ha ancora ottenuto il rinnovo per una seconda stagione anche se i produttori sperano di continuare la storia. Ilaria Castiglioni ha sottolineato che la speranza è che in tanti si chiedano se lo show tornerà e che i risultati siano buoni, ottenendo così la possibilità di un rinnovo.