L'emergenza Coronavirus accelera la crisi della pay TV negli Stati Uniti

Nel primo trimestre dell'anno, anche a causa della recessione dovuta all'emergenza Coronavirus, sono crollati gli iscritti alle pay tv americane

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Secondo quanto riporta Variety citando i dati della società di analisi MoffettNathanson, l'emergenza Coronavirus sta accelerando un processo già in corso da alcuni anni negli Stati Uniti, e cioè il crollo degli abbonati alla tv via cavo.

I cosiddetti "cord-cutters" sono cresciuti enormemente nel primo trimestre del 2020, e si prevede un'ulteriore intensificazione del fenomeno nel secondo trimestre (aprile-giugno, completamente investito dal lockdown e dalla crisi economica).

I fattori che hanno spinto ben 1.8 milioni di americani a cancellare le loro iscrizioni a canali via cavo sono molteplici: i problemi economici (i servizi premium sono i primi a registrare perdite durante le crisi economiche) ma anche l'assenza di programmazione sportiva dal vivo (dovuta all'emergenza). Si tratta di un crollo del 7.6%, il più forte mai visto dal settore finora.

Le piattaforme satellitari hanno visto il maggior numero di disiscrizioni: AT&T, in particolare, ha perso un milione di iscritti (principalmente da DirectTV), mentre Dish Network ha perso 413mila abbonati. Sono le perdite più grandi mai sostenute dalle compagnie. Anche i servizi di virtual pay tv non se la passano bene: AT&T TV Now, Dish’s Sling TV e FuboTV hanno perso complessivamente 341mila abbonati. Hulu + Live TV e YouTube TV sembrano essere le uniche eccezioni, con incrementi rispettivamente di 100mila e 300mila abbonati.

L'emergenza Coronavirus sta insomma accelerando il declino della pay TV negli Stati Uniti: si stima che la sua diffusione sia scesa al 63% delle case americane, la percentuale più bassa da oltre 25 anni. Siamo solo all'inizio di una forte recessione negli Stati Uniti, e c'è il rischio concreto che se in autunno non si terranno eventi sportivi (soprattutto locali), le affiliate andranno in crisi accelerando ulteriormente il cord-cutting.

Le grandi media company, comunque, si sono già attrezzate da anni per affrontare questo fenomeno sviluppando piattaforme streaming proprietarie: Disney ha già lanciato Disney+, NBCUniversal (di proprietà di Comcast, che possiede anche la paytv europea Sky) sta lanciando Peacock e WarnerMedia (di proprietà di AT&T) a breve lancerà HBO Now.

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