Roberto Saviano su ZeroZeroZero: "Potrei dire che siamo dei pionieri" | EXCL

Lo scrittore del romanzo d’inchiesta da cui è tratta la serie, che ha anche lavorato alla sceneggiatura, sul racconto che la serie fa dell'economia illegale che si salda a quella legale

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

ZeroZeroZero, tratta dal romanzo di Roberto Saviano, arriva su Sky Atlantic e Now Tv il 14 febbraio – scopri di più

Roberto Saviano ad oggi è l’origine dei migliori prodotti crime per cinema e tv, il suo stile ha contaminato gli altri e quando torna prepotentemente protagonista, con Gomorra e ora ZeroZeroZero, continua a dimostrarsi sulla frontiera della scrittura. Non è solo una questione del gran lavoro d’inchiesta e di indagine sulla realtà (di cui abbiamo parlato molto con Leonardo Fasoli in un'intervista che pubblicheremo domani) ma anche proprio della prossimità che ha con quel che racconta e come riesca a trasfigurarlo in dramma, storytelling, avventura.

ZeroZeroZero è un racconto non solo italiano, ma mondiale che rispetto ai precedenti prende anche una strada in doppiopetto, che indaga il rapporto tra economia legale e illegale che unisce tutto il mondo e lo fa collaborare per la produzione e smercio di droga: “Nel racconto di questo segmento dell'economia illegale, che si salda a quella legale, potrei dire che siamo dei pionieri”.

E non sbaglia assolutamente a dirlo, ma c’è di più:

In ZeroZeroZero ci sono realtà altoborghesi coinvolte nella storia, attive nel traffico della droga. Se la scrittura dei personaggi più usuali per una storia di droga (mafiosi, sgherri, ufficiali corrotti...) ha precedenti illustri nel genere e una tradizione, per quelli invece altoborghesi che non vengono da famiglie di tradizione criminale ma che sono collusi e fanno un lavoro criminale a cosa ci si ispira (a parte la realtà ovviamente)?

Non esiste a oggi altra fonte di ispirazione che non siano inchieste, indagini, processi, atti giudiziari e anche saggi scritti utilizzando tutto il materiale che ho appena citato. La zona grigia della società e dell'economia è popolata da imprenditori, faccendieri, avvocati, commercialisti, broker dall'aspetto rispettabilissimo, tutte figure relativamente recenti tanto da non essere ancora entrate a far parte a pieno titolo del mondo letterario e cinematografico, soprattutto se in connessione con le organizzazioni criminali. Tutto quel che riguarda il racconto di ciò che accade adesso, due anni fa, cinque anni fa, dieci anni fa è soggetto a un continuo fact checking e a continui aggiornamenti perché i processi sono spesso ancora in corso.

Il successo dei tuoi libri e delle serie da loro tratti (ma non solo, chiaramente) è l'ennesima dimostrazione che in un'epoca di profonda revisione delle dinamiche tra sessi e di emancipazione (almeno in occidente) dalle nostre origini contadine, patriarcali e machiste, in realtà storie in cui i maschi devono imporsi come maschi e le donne per comandare devono faticare, prendere percorsi obliqui e comportarsi come nel medioevo o anche solo come nella prima metà del novecento, sono il sogno del pubblico più raffinato. Ci appassioniamo più volentieri alle gesta di persone più vicine allo stato animale della nostra evoluzione che a quelle di persone più sofisticate di noi. Tu che le scrivi riconosci questo fascino o te ne senti attratto?

In realtà non è esattamente così. Le organizzazioni criminali hanno regole loro: sono la quintessenza della ferinità, di tutto ciò che è deleterio e degenere nella tradizione, ma anche il massimo dell'avanguardia perché premiano il "talento", chiunque sia a possederlo. Se sai comandare comandi, che tu sia uomo o donna e qualunque sia il tuo orientamento sessuale.
È un mondo dove tutto avviene senza sovrastrutture, o meglio, senza le sovrastrutture cui siamo abituati. È un mondo dove tutto è diretto, nudo, spietato, dove le dinamiche sono immediatamente riconoscibili, dove per capire come stanno le cose non devi scavare sotto strati e strati di parole.

Le serie tv moderne nella grandissima maggioranza dei casi raccontano in un modo o nell'altro il potere. Lo fanno quelle di fantascienza, quelle coi mostri, quelle con i papi giovani, lo fanno addirittura quelle ambientate negli ospedali o nelle redazioni dei giornali e quindi non possono non farlo quelle criminali, le cui storie inevitabilmente hanno come fine il potere.
A tuo parere c'è qualcosa di specifico dei nostri anni, quelli in cui la democrazia ha raggiunto la massima estensione nella storia dell'uomo, che stimola questa richiesta da parte del pubblico di storie bramosa ricerca del potere?

Non so se sia ricerca del potere, io cerco la comprensione delle dinamiche, cerco verità anche nella finzione. Ed è questo che mi interessa raccontare nelle serie a cui lavoro. Ok la storia che appassiona, ma deve servire a spiegarmi come funziona qualcosa, deve servire a farmi comprendere differenze e similitudini tra poteri differenti. Non è tanto la ricerca del potere, ma come "lavora" il potere, come agisce; qual è il minimo comune multiplo tra tutti i poteri che mi circondano.

ZeroZeroZero allarga la mappa dei lavori precedenti e lavora su connessioni mondiali e sue tre filoni di trama che si intersecano, è un classico delle tue storie (o meglio degli adattamenti dei tuoi libri-inchiesta) il fatto di avere un mondo di personaggi ognuno con proprie storie ma le cui vicende sono correlate. Ti viene mai la voglia di raccontare un personaggio solo?

In realtà no. Mi affido più spesso a narrazioni corali, dove protagonista non sia una persona sola. Mi accorgo di non riuscire ad affezionarmi al personaggio, di non riuscire a veicolare tutto in una sola persona. Protagonisti dei miei libri sono le dinamiche criminali, la coca, il denaro.

È chiaro che meriterebbe un discorso e una trattazione molto complessa ma a parte farci conoscere la realtà e aprirci una finestra su quello che davvero accade nel nostro mondo, secondo te come mai le storie criminali hanno sempre avuto tutto questo successo, in ultima analisi cosa ci danno?

Ci costringono a guardarci allo specchio e non solo negli occhi, ma dentro. Ci obbligano a ragionare su quale sia il momento esatto in cui la nostra storia personale smette di avere a che fare con quelle che stiamo osservando in televisione. Ci fa riflette sul perché noi siamo come siamo. Le storie criminali in tv o al cinema spesso colmano un rimosso: portano fin dentro le nostre case ciò che spesso non riusciamo a leggere sui giornali, ciò che ci fa ribrezzo, che sentiamo distante, lontano. Ciò che crediamo non riguardarci ma che, presentato sotto altra forma, scopriamo essere vicinissimo.

Se fossi chiamato scrivere un soggetto originale per un prodotto audiovisivo, che sia seriale o per il cinema, che non abbia a che vedere con la realtà, che non si ispiri ad inchieste e ad un lavoro giornalistico come hai sempre fatto, che tipo di storia ti piacerebbe raccontare?

“Probabilmente la storia di un ragazzo di 26 anni che apre una porta diversa da quella che nel 2006 ho aperto io. Forse la mia storia alternativa”.

ZeroZeroZero

La serie Sky ZeroZeroZero, diretta da Stefano Sollima e prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm, debutterà in Italia venerdì 14 febbraio su Sky Altantic e Now TV. È stata creata da Stefano Sollima e dagli head writers Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, basata sul trattamento degli stessi Fasoli e Sollima con Stefano Bises e Roberto SavianoMax Hurwitz e Maddalena Ravagli completano il team di scrittura. Ad affiancare Stefano Sollima alla regia Pablo Trapero e Janus Metz.

La serie vanta un cast internazionale composto da Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida, Harold Torres, Tcheky Karyo e Francesco Colella.

La sinossi ufficiale:

La serie segue il viaggio di un carico di cocaina, dal momento in cui un potente clan della ‘Ndrangheta decide di acquistarlo fino a quando viene consegnato e pagato.
Attraverso le storie dei suoi personaggi, ZeroZeroZero getta luce sui meccanismi con cui l’economia illegale diventa parte di quella legale e su come entrambe siano collegate a una spietata logica di potere e controllo che influenza le vite e le relazioni delle persone: i cartelli messicani che gestiscono la produzione di droga, le organizzazioni criminali italiane che ne amministrano la distribuzione in tutto il mondo e le compagnie americane che, al di sopra di ogni sospetto, controllano la quantità apparentemente infinita di denaro coinvolta in questo giro di affari. Un’epica lotta per il potere si scatena coinvolgendo tutti i livelli di questa gigantesca piramide criminale, dallo spacciatore all’angolo della strada fino al più potente boss della malavita organizzata internazionale: i loro introiti e le loro stesse vite sono in pericolo.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti o sul forum!

Continua a leggere su BadTaste