Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco: trasformare Andromeda in una donna è un errore?

Nella nuova serie dei Cavalieri dello Zodiaco Andromeda sarà una donna: ecco perché potrebbe essere un errore

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Proprio oggi prende il via in Giappone una nuova serie animata del franchise dei Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya), adattamento di uno dei tanti spin-off della serie classica. Si intitola Saintia Sho, e vede come protagoniste un gruppo di guerriere che proteggono la dea Atena. Nello stesso momento, il trailer del remake prodotto da Netflix fa discutere non tanto per la CGI né per delle scene in cui vediamo aerei e carri armati sparare contro i saint (e questo dice molto). Il punto di maggior discussione è infatti il cambio di genere di cui è stato oggetto il bronze saint di Andromeda. Shun, il ragazzo mite e pacifico della serie, è diventato Shaun, una ragazza.

Ora, prendere un personaggio classico della saga e trasformarlo in una ragazza non è necessariamente sbagliato (i fan odieranno questa affermazione), ma il punto è: perché proprio Andromeda? Il produttore della serie ha passato in rassegna su Twitter tutti i passaggi che hanno condotto alla decisione. Ha dichiarato di non voler utilizzare Marin e Shaina (Castalia e Tisifone) perché sono troppo forti e nessuno avrebbe voluto vederle diventare dei bronze saint (ma nel manga sono due silver saint, e utilizzano la maschera proprio in quanto donne), e che creare ex novo un personaggio femminile sarebbe apparso come un'aggiunta troppo ovvia. Forse proprio l'acceso dibattito delle ultime ore dimostra che il cambiamento è stato percepito comunque come troppo artificioso. Ma in ogni caso: perché Andromeda?

Shun non è l'unico personaggio dai tratti femminei che appare nella saga, anche perché il disegno di Kurumada predilige i tratti androgini tra i suoi personaggi. Capelli lunghi, forme sinuose, corpi glabri, gli esempi più eclatanti forse sono tra i silver saint Misty della Lucertola e tra i gold saint Aphrodite dei Pesci (il nome dice tutto). D'altra parte Shun fa parte del gruppo dei cinque bronze saint principali, e qui non si parla tanto del suo aspetto fisico, quanto del carattere del personaggio. Le sue caratteristiche sono ben note: Shun odia la violenza, cerca sempre il dialogo con i suoi avversari, a differenza del più irruento Seiya – il ragazzo forte che incarna il tipico protagonista di uno shonen – rifugge (ma non per vigliaccheria o debolezza) il combattimento. È semplicemente un personaggio mite, gentile e buono: queste caratteristiche lo renderebbero più "femminile"?

Phoenix stesso, il più brutale tra i bronze saint, alla fine gli riconoscerà questo valore. Shun non è debole perché odia combattere, è forte perché decide di non farlo se non quando è assolutamente necessario. Se la scelta fosse caduta su Shiryu – tanto per fare un esempio – la levata di scudi dei puristi sarebbe arrivata lo stesso, ma ora staremmo facendo un discorso diverso, di pura fedeltà al materiale. Invece, prendere attributi di gentilezza di Shun e trasformarli nel veicolo per trarne un personaggio femminile conferma - sicuramente in maniera inconsapevole - gli stereotipi di un certo tipo di mascolinità che vede nella divergenza dalla regola un'anomalia.

Se Shaun sarà una ragazza mite e che odia combattere verranno confermati quegli stereotipi, se sarà un personaggio femminile forte (probabile) avremo perso - nel caso in cui fosse stato un personaggio inedito - una bella occasione per vedere il contrasto tra il personaggio e il vecchio Andromeda. A quel punto forse la soluzione migliore sarebbe stata aggiungere semplicemente una nuova bronze saint.

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