Essendo i viaggi nel tempo uno dei tratti caratteristici di
Doctor Who, capita molto spesso di vedere il Dottore e i suoi compagni interagire con illustri figure del passato. Questi episodi, solitamente slegati dalla trama stagionale per essere fruibili anche dagli spettatori occasionali, sono forse
i più rappresentativi dell'intera serie, riuscendo allo stesso tempo a coinvolgere, insegnare qualcosa e perfino a far commuovere.
Rosa, la terza puntata dell'undicesima stagione, si inserisce proprio in questo filone, mostrando l'incontro tra la gang del Tardis e Rosa Parks, la madre del movimento per i diritti civili americani. La trama dell'episodio è stata un pretesto per raccontare la vita della donna e l'inizio del celebre boicottaggio dei bus a Montgomery, uno degli eventi chiave della lotta alla discriminazione, oltre che per fare una profonda quanto dolorosa riflessione sul razzismo.
Questo tema, estremamente attuale e molto vicino ai quattro protagonisti, ha finalmente portato a un coinvolgimento ragionato dei
companion del Dottore, rendendoli per la prima volta tutti e tre essenziali ai fini della narrazione. Anche il comportamento di Tredici è stato fortemente influenzato dall'argomento trattato, dando la possibilità alla Whittaker di mettere in scena una versione più seria e meno esuberante del personaggio. Nonostante ciò, in
Rosa non sono comunque mancati momenti comici ed estremante pop, come l'allusione che dietro al writer inglese Bansky possa celarsi nientemeno che il Dottore o il siparietto in cui Graham si è finto Steve Jobs.
Meno efficace è stato invece l'antagonista dell'episodio, il bandito del tempo Krasko (Josh Bowman), la cui caratterizzazione e le cui motivazioni sono apparse fin troppo abbozzate. Averlo però dotato di un manipolatore Vortex e aver lasciato intendere che sia un evaso dalla prigione di Stormcage - la stessa dove è stata rinchiusa River Song - potrebbe indicare la volontà di trasformare il personaggio in uno degli antagonisti ricorrenti del nuovo corso, ipotesi resa plausibile dalla scelta di farlo disperdere tra le pieghe del tempo anziché ucciderlo.
Per concludere, va fatto un plauso all'ottima prova attoriale di
Vinette Robinson, estremamente convincente nei panni della Parks. La dolorosa sequenza del suo arresto, accompagnata dalle note di
Rise Up di Andra Day, è già entrata di diritto tra
i momenti più emozionanti e commoventi che la serie abbia mai ospitato. Se Chris Chibnall continuerà a sfornare episodi di questa caratura, siamo certi che la sua gestione di
Doctor Who verrà ricordata come una delle più riuscite dell'intera storia dello show.