Bodyguard: la recensione
La recensione completa della prima stagione di Bodyguard, il successo estivo della BBC One
L'offerta televisiva è così vasta e le scelte così ampie che il pubblico si è ormai assuefatto (quasi) a tutto. Ciò nonostante, in questo esteso panorama multiculturale, accade a volte che emergano delle vere e proprie perle. Se c'è poi un vantaggio nel fatto che il pubblico abbia così tanta scelta tra prodotti di ottima qualità, è proprio quello che i suoi gusti si siano, in un certo senso, raffinati e ad avere la meglio nella gara degli ascolti, abbiano finito per essere proprio le serie che davvero lo meritano. Perché questo preambolo?
La serie racconta la storia del sergente David Budd (Richard Madden) - comandante della polizia metropolitana di Londra e veterano della guerra in Afghanistan - il quale, in un'esplosiva première guadagna la notorietà per essere riuscito a convincere un'attentatrice suicida di nome Nadia (Anjli Mohindra) a non far saltare in aria un treno passeggeri dove lui stesso viaggiava con i due figli e centinaia di altri passeggeri, salvando moltissime vite, compresa quella della stessa attentatrice.
Le minacce subite dall'onorevole diventano, di episodio in episodio, sempre più serie, fino a che - in una mossa davvero audace per una serie di questo genere - Julia non viene assassinata durante un comizio. Deciso a fare giustizia nonostante il peso di una grave forma di disturbo da stress post-traumatico che, tra le altre cose, lo ha allontanato dalla famiglia e pur sentendosi responsabile per aver fallito nel proteggere una donna i cui valori erano diversi dai suoi, ma che aveva imparato a rispettare, David finisce invischiato, suo malgrado, in una vicenda dai contorni sempre più misteriosi a causa dei quali il pubblico stesso faticherà a comprendere se davvero egli sia un complice o l'unico in grado di trovare il bandolo della matassa scoprendo la verità.
Nell'episodio finale, andato in onda ieri sera su BBC One, e che ha rappresentato un esempio di altissima esecuzione artistica, sia dal punto di vista autoriale che registico, ogni mistero viene finalmente svelato, rivelando come una cospirazione volta ad impedire il passaggio del disegno di legge promulgato dalla Montague abbia deciso della sua vita.
A segnare il destino del Ministro degli Interni verrà rivelato essere un'organizzazione criminale guidata da Luke Aitkens (Matt Stokoe), che temeva che il nuovo disegno di legge potesse impedirgli di operare indisturbato, che si servito del complice aiuto di Chanel Dyson (Stephanie Hyam), l'ex responsabile delle pubbliche relazioni di Julia, dell'insospettabile Sopraintendente Lorraine Craddock (Pippa Haywood), nonché capo di David, e soprattutto di Nadia, l'attentatrice suicida del pilot che si rivela essere una jihadista più che convinta.
Ridurre questo show a poche righe di riassunto sarebbe tuttavia un vero peccato, perché non solo Bodyguard è un concentrato di colpi di scena, ognuno usato nel momento e nei modi giusti, ma un complesso intreccio di eventi che trova terreno fertile nell'attualità che l'Europa ed il mondo intero stanno vivendo. Forse, proprio grazie alla scelta di ridurre il numero degli episodi a 6, nello show non esistono tempi morti e l'intensità di ogni evento, nonché l'indiscussa bravura di tutti gli interpreti, hanno fatto di questa serie un appuntamento imperdibile.
David Budd è la perfetta rappresentazione dell'eroe moderno, un uomo coraggioso ed insieme estremamente fragile, che pur rifiutando l'aiuto di cui avrebbe bisogno per superare i traumi causati dalla guerra, rischia il tutto per tutto per far trionfare la giustizia e vendicare così la morte di una donna che, a modo suo, aveva imparato ad amare.
Poche serie riescono a tenere lo spettatore incollato alla poltrona con la costanza con cui Bodyguard è riuscito nell'intento per tutta la sua durata: dal suo incredibile esordio con l'eroico gesto di David, fino all'adrenalinico finale in cui il protagonista passa gran parte del tempo legato ad un giubbotto esplosivo, mentre cerca di convincere colleghi e familiari di non essere un attentatore e li accompagna per mano verso la verità, con il timore di saltare in aria da un momento all'altro o di essere ucciso da uno dei cecchini che lo tengono sotto tiro, magari spinto a premere il grilletto proprio da chi sta cercando di incastrarlo, è difficile ricordare uno show che sia riuscito nell'intento di mantenere una tale costante livello di tensione emotiva.
La serie non è infatti solo un riuscitissimo esempio di prodotto d'azione, ma anche e soprattutto un thriller intelligente ed imprevedibile, in cui i sospetti degli spettatori vengono deviati con maestria dagli autori portandoli a diffidare di personaggi che si riveleranno poi completamente estranei alla cospirazione, come nel caso del comandante Anne Sampson (Gina McKee), il capo della Polizia Metropolitana antiterrorismo. Non solo la storia è quindi sapientemente pianificata e ben eseguita, ma anche le spiegazioni finali risulteranno incredibilmente efficaci e ben congegniate, dal motivo per cui un'organizzazione criminale abbia deciso la condanna a morte della Montague per puro interesse, per passare al ruolo del Sopraintendente Craddock la quale, oltre a fungere da talpa, sarà anche colei che segnerà il destino di David, mettendolo a capo della sicurezza del Ministro, fino a concludersi e culminare con nel coinvolgimento e nella confessione di Nadia, un personaggio che, lungi dall'essere l'innocente vittima che tutti avevano pensato essere, sottovalutandola, si rivelerà invece una mente criminale brillante, che decide di allearsi con quelli che lei stessa definirà dei "non credenti" per portare avanti una guerra religiosa di cui si professa una fervente promulgatrice.
La prima stagione di Bodyguard si è conclusa domenica 23 settembre su BBC One e sbarcherà ad ottobre in Italia su Netflix.