GLOW: ecco perché la serie ha inserito una storyline legata alle molestie sul lavoro
La seconda stagione di GLOW è disponibile su Netflix
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Mensch ha dichiarato:
Ci sembrava importante che Ruth, che appariva un po' ingenua sul funzionamento dell'industria, si confrontasse con la realtà.
Ne abbiamo parlato prima che uscisse la notizia su Harvey Weinstein e volevamo fare qualcosa sugli abusi sessuali. Abbiamo queste ragazze in un ambiente che ora fa parte del network, e il network è guidato da uomini e ci sono delle dinamiche di potere che volevamo introdurre. Eravamo assolutamente determinate ad andare avanti con le nostre storie una volta che è uscita la notizia su Weinstein, ma a prescindere da tutto, mostrare quella parte era sempre stato importante per noi, anche perché stiamo raccontando la storia di attrici nel 1985.
Le due creatrici hanno spiegato che si tratta di un momento che vuole raccontare entrambi i punti di vista, in modo più complesso e senza una visione semplice. Era importante per loro sentire l'intera conversazione per spiegare meglio i diversi punti di vista, giusti o sbagliati che fossero. Il punto era anche mostrare come all'epoca le donne non si supportassero a vicenda come invece fanno oggi.
Alison Brie ha dichiarato:
Ruth non se ne va perché è un'eroina, se ne va perché ha paura e non sa cosa fare. Quello che stiamo mostrando è il terreno scivoloso nel quale una donna può trovarsi una volta che è in quella posizione: anche qualcuno che è intelligente, forte e equilibrato può trovarsi in balia di una persona davvero subdola.
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Fonte: THR