Picnic a Hanging Rock: le nostre impressioni sui primi due episodi
Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi di Picnic a Hanging Rock: ecco le nostre impressioni a caldo
Rispetto sia alla sua madre letteraria che all'ingombrante fratello maggiore firmato da Weir, questo Picnic a Hanging Rock - di cui abbiamo visto le prime due puntate in anteprima - sembra voler percorrere a tutti i costi vie più allettanti per un pubblico contemporaneo: abbandona quindi la gelida raffinatezza dell'adattamento filmico, preferendole la non sempre azzeccata linea del grottesco. Un intento evidente sin da subito, coadiuvato da scelte registiche che strizzano spesso l'occhio ai college movie, accompagnate da una colonna sonora in smaccato, anacronistico contrasto con l'ambientazione tardo-vittoriana.
La scelta, di per sé, merita attenzione quantomeno per la virata verso il giallo che quest'aggiunta impone alla storia narrata: tuttavia, almeno per adesso, il passato oscuro della signora Appleyard non sembra essere accattivante al punto da motivare il suo inserimento in una vicenda che detiene altrove i suoi punti di forza. È infatti ancora una volta l'elemento misterico a far da padrone rispetto a qualsivoglia sfumatura thriller o ai già citati toni grotteschi, concentrati per lo più nei personaggi interni al collegio femminile.
Perché, oggi come all'epoca della sua pubblicazione, la ricerca della verità è qui del tutto subordinata all'anelito sensuale e liberatorio che fa delle protagoniste - in particolare della ribelle Miranda - un complementare antropomorfo della stessa Hanging Rock e, con essa, della potenza dirompente della natura, restìa a sottomettersi alle squadrate logiche umane.