The Terror 1x09, "Il Mare, Il Mare, Il Mare Aperto"
Nel preludio al finale di stagione, The Terror costruisce il proprio episodio più straziante e disperato, intriso di orrore ma anche di commovente umanità
Da un lato abbiamo Cornelius Hickey (Adam Nagaitis) con il suo gruppetto d'ammutinati e il povero Harry Goodsir (Paul Ready) al seguito: mentre il saturnismo derivato dall'assunzione di cibo in scatola debilita sempre più Gibson (Edward Ashley), il capo dei ribelli insinua per la prima volta nel tenente George Hodgson (Christos Lawton) l'allettante spettro di un pasto a base di carne fresca, sia pur umana. A qualche chilometro, ben diverso è l'atteggiamento del capitano Francis Crozier (Jared Harris), sempre più legato al suo rivale d'un tempo James Fitzjames (Tobias Menzies).
Crozier non è certo il solo a essere cambiato nel corso delle puntate di The Terror: in questo preludio al gran finale, anche Goodsir sembra aver mutato i propri caratteri distintivi. Messa da parte la pietà, non risparmia al sofferente Gibson dettagli sui dolori tremendi che l'affliggeranno fino a portarlo a una morte orrenda. Di lì a poco, tuttavia, le pene del giovane verranno stroncate dal coltello dell'ex amante Hickey, predatore in agguato che sferra il colpo fatale sulla preda che diverrà il pranzo dei sopravvissuti.
Mentre Hickey e gli altri - a eccezione di Goodsir - consumano il loro abominevole pasto, Crozier concede al giovane compagno d'avventura l'onore di una sepoltura invisibile, in modo da preservarlo dalla fame degli "animali" che, in questo caso, non sono altro che gli ammutinati in fuga. Il rispetto del cadavere di Fitzjames è, nelle condizioni estreme in cui si trovano i fedeli di Crozier, circonfuso di sacralità; la morte risparmia al defunto l'oltraggio delle prestanti carni che furono, in vita, parte integrante del suo vanto.
In un gioco di riflessi, un disperato Hodgson confida a Goodsir semiaddormentato un ricordo d'infanzia legato all'eucarestia cattolica; se cibarsi del corpo e del sangue di Cristo fu, per il piccolo George, atto di catarsi e purificazione dai peccati, l'ingestione dei resti di Gibson rappresenta l'irrimediabile caduta nell'inferno dell'abiezione morale, senza possibilità di risalita. Entrambe immerse nelle acque stagnanti della disperazione, le due linee narrative speculari di Hickey e Crozier si fronteggiano, rappresentando l'una il negativo dell'altra: da un lato le belve, più sane nel corpo ma degradate nell'anima; dall'altro l'ultimo, ammirevole baluardo d'umanità ormai ridotto a brandelli.
Il lutto per la perdita di Fitzjames non è l'ultimo dolore che Il Mare, Il Mare, Il Mare Aperto riserva a Crozier: anche il leale Thomas Jopson (Liam Garrigan) cade ammalato, assistito dal suo capitano in un triste capovolgimento di quanto visto in Pietà. Ben presto anche Thomas Blanky (Ian Hart), fidato amico e collaboratore di Crozier, confessa al comandante che la cancrena alla gamba si è ormai espansa e si offre come esca per allontanare Tuunbaq dalla compagnia. A malincuore, conscio dell'ineluttabilità del fato del sodale, Crozier accetta tra le lacrime la proposta dell'ironico esperto dei ghiacci, cui il destino riserverà però un inaspettato epilogo: poco prima d'incontrare la morte tra le fauci della bestia, Blanky gioirà trionfante mentre, controllata la mappa che ha portato con sé, si renderà conto di aver scoperto il famigerato passaggio a nord-ovest.
Siederà poi in attesa, accogliendo l'arrivo di Tuunbaq alle sue spalle senza mai tradire il proprio spirito scanzonato; ben più amaro è l'addio di John Bridgens (John Lynch) all'amato Henry Peglar (Kevin Guthrie), consumato come Fitzjames dal piombo assunto attraverso lo scatolame. La lettura del taccuino di poesie del ragazzo - da cui lo splendido verso che dà il titolo alla puntata - spinge l'inconsolabile ufficiale di bordo ad allontanarsi dal campo a passo lento ma determinato; come Blanky, anche Bridgens attenderà la morte sotto il sole, rannicchiato come un bimbo addormentato. Tra i molti rapporti descritti in The Terror, l'inconsumata passione di questi due eroi discreti assurge a saggio di impressionante sensibilità, distaccando il decesso di Bridges dai molti che l'hanno preceduto.
Franklin è stato ucciso dagli artigli di Tuunbaq, Fitzjames dal saturnismo, Irving dalla lama di un compagno traditore; Bridgens è, tuttavia, l'unico membro della ciurma a morire per amore o, per meglio dire, per la perdita dell'amore. Non è malato, non è ferito, non è corroso dalla follia; la sua è una scelta, accostabile in un certo senso a quella fatta da Crozier rifiutandosi di sfamarsi col corpo di Fitzjames. Scelte contrarie all'istinto, forse persino alla logica, ma fiere rivendicazioni del proprio status di esseri umani. Se non per onore o per amore, per cosa vale la pena morire?