The Terror 1x06, "Pietà": la recensione
Giunta oltre la metà, The Terror presenta un episodio sontuoso e terribile dal profondo valore simbolico
Con Pietà, primo episodio oltre il giro di boa di The Terror, la serie AMC compie un passo tragico e terrificante, abbandonando per ora la minaccia della digitalmente discutibile belva Tuunbaq - cui Lady Silence (Nive Nielsen) si offre come sciamana recidendosi la lingua - per concentrarsi sulla vena di follia che serpeggia tra i membri della ciurma. Per risollevare il morale dell'equipaggio prima dell'abbandono delle navi per una marcia nel nulla dall'esito incerto, Fitzjames decide d'organizzare una festa in maschera. Alla vigilia dell'evento, la puntata si costella di inquietanti presagi: dalla morte per avvelenamento della scimmietta del defunto capitano Franklin, alla confessione allucinata di Henry Collins (Trystan Gravelle) al dottor Stanley (Alistair Petrie), passando per le misteriose piaghe dello stesso Fitzjames.
L'improvvisato carnevale diventa l'occasione, per The Terror, di costruire una sequenza di straordinario impatto visivo e di profondo valore simbolico: in un contesto in cui la menzogna sembra regnare sovrana - Fitzjames che rimanda la rivelazione dei piani d'abbandono delle navi alla ciurma, Stanley che cela la verità sullo scatolame velenoso - gli uomini danzano ebbri nell'ovattata mollezza di una mascherata, dimentichi del proprio grado e della propria dignità. L'entusiasmo dell'equipaggio assume i contorni deformati di un delirio bacchico in cui il convalescente Crozier sembra rivedere la dipendenza appena sconfitta. Richiamati gli uomini all'ordine, il ricomparso capitano scalda i cuori con un'arringa d'inedita vitalità, a dimostrazione della sua conseguita maturazione come leader.
Pietà è un episodio di grandi contrasti, nonché il più coraggioso tra i primi sei proposti da The Terror. Alla distruzione figlia del folle gesto di Stanley fanno da contraltare diversi momenti pervasi di calore umano, se non addirittura di tenerezza: basti pensare alla dedizione di Thomas Jopson (Liam Garrigan) nei confronti di Crozier, che assiste nelle terribili crisi d'astinenza in memoria di una madre perduta a causa del laudano; o, ancora, i piccoli gesti di soffocato amore tra John Bridgens (John Lynch) e il giovane Harry Peglar (Kevin Guthrie), capo coffa a cui consiglia d'abbandonare la lettura di Voltaire per dedicarsi alla più motivante Anabasi di Senofonte, cronaca di un'ispirante marcia per la salvezza.
Ma una gravosa cappa di straniamento e desolazione grava su tutti i protagonisti di The Terror, accentuata dalla beffa di drammi collaterali causati dalla fatalità: il primo e ultimo gesto eroico del viscido calafato Cornelius Hickey (Adam Nagaitis) sfocia, infatti, in un omicidio. Nel tentativo di liberare i propri compagni dalla prigione di fuoco generata da Stanley, il ragazzo taglia la tenda col proprio coltello, finendo per trafiggere involontariamente il mite, saggio dottor McDonald (Charles Edwards). La sua scomparsa è un duro colpo per l'equipaggio, che si ritrova nel giro di una notte senza alcun medico a eccezione dell'ingenuo Goodsir. Mentre un devastato Fitzjames raccoglie i pochi averi superstiti dalle carcasse annerite degli uomini morti nell'incendio, la prima alba dell'anno fa capolino sull'orizzonte di ghiaccio.
Lungi dall'essere portatrice di speranza, la luce di quel pallido sole accarezza cadaveri ammassati all'indomani di un'insensata tragedia, per poi scomparire di lì a poco, ricacciando i nostri tormentati protagonisti in un'oscurità che, come predetto da Blanky a inizio puntata, è atroce riflesso di quella che si sta diffondendo nelle loro menti.