EXCL - L'Amica Geniale: abbiamo visto alcune scene in anteprima

Abbiamo visto alcune scene di L'Amica Geniale: ecco le nostre prime impressioni sulla serie di Saverio Costanzo

Critico e giornalista cinematografico


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All’annuale evento tenuto dalla IDM Sud Tirol Film Commission chiamato Incontri (arrivato all’ottava edizione) è stato possibile assistere ad alcune scene in anteprima dalla serie L’Amica Geniale, tratta dai libri di Elena Ferrante e girata da Saverio Costanzo con la produzione RAI e FreemantleMedia.

Incontri è un evento di tre giorni fatto di panel e discussioni intorno al mondo dell’audiovisivo molto ristretto, a cui hanno accesso più che altro produttori, distributori, canali televisivi e compagnie di streaming italiane, tedesche, austriache e svizzere (i territori tra i quali la film commission fa da ponte).

Quest’anno uno dei panel era tenuto proprio da FreemantleMedia e, alla presenza di Sarah Doole e Gabriele Immirzi (rispettivamente Director of Global Drama e COO della sezione italiana), sono state mostrate le scene in questione.

Come già vi avevamo anticipato la serie sarà mandata in onda da Rai e HBO contemporaneamente ed è stata girata poco fuori Napoli, in un quartiere post-seconda guerra mondiale ricostruito in una zona di 250.000mq. Quelle che abbiamo visto erano immagini non definitive, con alcuni effetti speciali non ancora presenti (più che altro questione di green screen) ma la color correction (sembrava di capire) già a posto.

La prima clip era un grande trailer in cui era possibile vedere un po’ tutte le ambientazioni e i personaggi.

Mentre le foto delle due attrici che interpretano le protagoniste da ragazze e da bambine sono già state diffuse, meno si sa degli altri personaggi. Sono tutti attori non famosi scelti, lo si intuisce subito, per i volti che hanno, le parlate, gli atteggiamenti e le capacità. Assieme al set ricostruito i corpi e le facce sono infatti la prima cosa che colpisce. Tuttavia l’impressione da questa clip è di un’eccessiva “pulizia”. Le serie tv italiane, rispetto alle fiction italiane, hanno dimostrato che un tratto da evitare è la pulizia dei costumi e del set, cioè l’idea che sia tutto nuovo di pacca o invecchiato appositamente ad arte, messo lì per il film e non vissuto come nella realtà.

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Nella seconda scena vediamo invece le due protagoniste bambine (come saranno per la maggior parte della prima stagione) parlare sedute su un prato. Lila sta raccontando a Lenù una scena truce di morti ammazzati e quando la seconda le chiede da dove le vengano queste immagini, questi fatti e questi racconti, la prima confusamente spiega che le compaiono in testa senza che lei lo voglia o senza capire come mai.

È un dialogo a due abbastanza standard, non una scena molto significativa, e le bambine appaiono come due attrici-bambine nella media. Soprattutto la serie sembra avere una color correction moderata, non è come Young Pope o Gomorra, nelle quali le immagini hanno un look molto evidente, è decisamente più naturalista e in un certo senso in linea con i prodotti da tv generalista, per quanto evidentemente più elaborata nelle inquadrature e nei dialoghi o nell’interpretazione.

È però la terza scena a cambiare tutte le carte in tavola e finalmente generare l’interesse che la serie dovrebbe stimolare.

Siamo in casa di Lenù, la protagonista, in cucina la madre e il padre stanno discutendo davanti a lei di cosa fare dopo la quinta elementare. La maestra ha detto che lei è brava e che con delle lezioni private potrebbe superare facilmente l’esame, ma anche che varrebbe la pena farla studiare pure dopo la quinta. Il problema sono i soldi, lei dovrebbe lavorare invece di pesare sul bilancio, e c’è anche il timore di una fregatura “È brava è brava… Ma poi ci vogliono le ripetizioni”. Ma più la scena procede più si capisce che il tono aspro e amaro della madre sta tradendo quel che alla fine dirà, cioè che tutta questa attenzione sullo studiare sembra faccia capire che la bambina sarebbe migliore di loro, quando invece dovrebbe stare a casa e aiutarla, essere come lei.

È una scena completamente diversa dalle altre. Prima di tutto è qui evidente che la serie è in napoletano stretto, quello che richiede i sottotitoli, come Gomorra, e che c’è un’enfasi davvero non comune sulla recitazione. La madre in questi pochissimi minuti crea una tensione evidente con gesti nervosi e un’escalation che lascia sempre temere che la situazione possa peggiorare ancora. Mentre la bambina guarda e teme con un fare impassibile quasi innaturale è la madre che chiaramente sta facendo il lavoro di creare il senso di paura e tensione con i gesti e l’atteggiamento pronto ad esplodere. Dall’altra parte anche il padre ha un modo complesso di vivere questa piccola interazione: tiene di più al futuro della figlia ma si capisce che comprende bene la questione posta dalla madre.

L’impressione qui è di vedere il miglior Costanzo, il manipolatore di toni capace di trasformare qualsiasi scena, anche un dialogo, in un momento di grande tensione, senza per forza esagerare con la messa in scena, a cui è stato affidato un ottimo script e con a disposizione una serie di attori di grande livello.

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