Scandal 7×12 “Allow Me to Reintroduce Myself”: la recensione
La nostra recensione dell'undicesimo episodio della settima ed ultima stagione di Scandal intitolato Allow Me to Reintroduce Myself
Le premesse che hanno portato Annalise ed Olivia insieme sono legate alla class action promossa dalla prima a favore delle minoranze etniche contro un sistema giudiziario che ne infrange i diritti civili, obbligandoli, a causa dell'impossibilità di permettersi un proprio avvocato, a servirsi di avvocati d'ufficio sottopagati e carichi di lavoro, impossibilitati a seguire tutti i casi loro assegnati in maniera efficace. Per fare in modo che questa class action che potrebbe riformare l'intero sistema giudiziario americano, venga ascoltata di fronte ai Giudici della Corte Suprema, Annalise ha però bisogno della spinta di Olivia Pope.
Allow Me to Reintroduce Myself è infatti un chiaro omaggio alla Olivia delle prime stagioni, alla madre di tutti i gladiatori, alla donna forte e giusta che si batte per cause degne e per persone indifese. Giudicare se sia troppo tardi per tornare ad amare e soprattutto perdonare il personaggio, nonostante tutto quello che ha fatto nel recente passato, non è facile, le mani di Olivia sono, non dimentichiamolo, indiscutibilmente macchiate di sangue e trovarsi dalla parte giusta della storia, mettendosi al fianco di Annalise in questa battaglia, non può bastare del tutto a cancellare quello che ha fatto, soprattutto quando persone ben più degne di lei prendono le decisioni giuste. Ci riferiamo, nella fattispecie, a Quinn, la quale - nonostante il suo ossessivo desiderio di incastrare Olivia - decide alla fine di supportare una giusta causa piuttosto che andare ciecamente contro la sua nemica per distruggerla definitivamente, scegliendo di fare la scelta giusta come Olivia non è riuscita a fare in precedenza.
Per chi non se ne fosse reso conto, l'episodio di Scandal riprende a diverso tempo dagli eventi della scorsa puntata facendo un salto temporale, con un'Olivia che cerca di vivere una vita lontana dai riflettori, insegnando all'università come gestire una crisi/scandalo. Ma per chi conosce il personaggio, sa che la cosa non può durare, che Olivia Pope è fatta per affrontare le folle e gestire situazioni spinose, l'arrivo di Annalise e della sua class action sono quindi come manna dal cielo per lei, non solo perché l'esposizione mediatica le permette di ricostruirsi in parte una reputazione a Washington D. C., nonostante gli attacchi che subirà, ma soprattutto perché le ridarà una causa in cui credere, tornando ad essere, appunto, la donna che aveva ormai perso per strada da troppo tempo.
In un momento tanto importante per la vita di Olivia, inoltre, non poteva mancare Fitz, il quale - nel corso del crossover - si rivela una presenza costante, silenziosa e fondamentale per la rinascita del personaggio. A essere dei giudici severi, lo ribadiamo, un caso avvincente come questo, per quanto importante, non può essere sufficiente a riabilitarla completamente, Olivia necessita ancora, a nostro avviso, di pagare un prezzo per ciò che ha fatto, ma se gli autori hanno scelto per lei la strada della redenzione, almeno hanno intrapreso un percorso che si è rivelato più soddisfacente dell'intera prima parte di questa ultima stagione di Scandal.
La settima stagione di Scandal va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì sulla ABC.