The Walking Dead 8x08, "How It's Gotta Be": la recensione
Ecco la nostra recensione dell'ottavo episodio dell'ottava stagione di The Walking Dead, intitolato How It's Gotta Be
Nonostante sia stato un episodio buono per via degli eventi che hanno portato all'ennesima rottura, ci sono state un paio di contraddizioni che non ci hanno lasciati indifferenti. How It's Gotta Be è un capitolo colmo di momenti prolissi che hanno inevitabilmente attenuato la tensione e di azioni che potevano essere grandiose e che invece sono state interrotte proprio sul climax. Un montaggio discontinuo e irrequieto ha smorzato in più punti il pathos, castrando quindi un buon numero di scene che potevano essere piuttosto emozionanti. Ma a seguito di queste annotazioni sarebbe assurdo non definire questo un vero e proprio midseason finale degno del nome di questa serie, anche solo per ciò che avviene nel corso dei sessanta minuti. Diversi personaggi sono finiti nel baratro, altri hanno fatto le loro scelte e infine qualcuno di loro ha dichiarato guerra alla propria squadra per una vendetta rimasta in sospeso. Tutti sono nuovamente divisi. I Salvatori, grazie all'aiuto di Eugene (e di Tara, Daryl e Morgan) sono riusciti a scappare e a riprendere in mano la situazione. Ezekiel ha fatto l'eroe, Carol e Daryl sono passati nuovamente in secondo piano, Morgan non ha proferito parola ma ha solo suggerito il suo impegno per il futuro, Margaret è stata obbligata a obbedire a Simon e a cercare un'altra strada per la vendetta e infine Eugene, dopo tutte le manfrine fatte, ha scelto di lasciare andare Gabriel e il dottore del Rifugio. Tara e Rosita regalano l'unico momento divertente e al contempo sconcertante dell'episodio. Certo siamo di fronte all'ennesimo loop, ma The Walking Dead è in fin dei conti tutto questo, e sebbene siano stati vari i momenti di stanca negli ultimi anni è proprio questa catena infinita di attacco, difesa e salvataggio che più emoziona lo spettatore. Ma per quanto continuerà a farlo?
L'augurio è che questa puntata possa essere in qualche modo un nuovo punto di partenza, anche se sarà difficile partire dal nono episodio facendo finta che la conversazione in cui Rosita giustifica le azioni di Tara solo perché anche lei ha commesso degli errori in passato sia esistita, perché è forse proprio a causa di questi errori che ogni cosa è andata persa per sempre. In The Walking Dead sembra proprio che i personaggi dei quali più dovremmo fidarci non sappiano prendersi affatto sul serio. Alexandria è caduta e tra le fiamme si è scorto sicuramente qualche momento emozionante, tra i deliri di Michonne e l'atto di eroismo di Ezekiel abbiamo assistito a uno scontro corpo a corpo tra Negan e Rick che sarebbe potuto durare anche qualche minuto di più. Gli ultimi venti minuti sono stati abbastanza energici da farci dimenticare gli innumerevoli primi piani dei protagonisti, e la consapevolezza di Rick di fronte al morso di Carl (noi eravamo convinti che la telecamera ci mostrasse una ferita da esplosione) ci ha dato quel barlume di speranza necessario a continuare a guardare la serie, sperando che Rick non vada da Jadis per convincerla a tornare a combattere ancora una volta.