Le tappe dei pilot, da un'idea alla sua realizzazione - speciale

Un viaggio nel mondo degli episodi pilota per descrivere tutti le tappe che portano da un'idea per una nuova serie televisiva, alla sua eventuale realizzazione

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Trovandoci ormai in piena "pilot season" abbiamo deciso di approfondire l'argomento, con questo speciale in due puntate che rappresenta un viaggio nel mondo degli episodi pilota, tra le tappe che portano da una semplice idea alla sua realizzazione, fino i criteri con i quali i network li selezionano, promuovendoli conseguentemente a serie.

Partendo dal giorno zero, un termine che forse avrete sentito usare qua e là quando si parla di serie televisive è "pitching", cioè la presentazione della propria idea ad uno studio televisivo.
Questo è il primo passaggio per vedere concretizzato il proprio progetto di show televisivo, garantirsi l'appoggio di uno studio (per esempio la 20th Century Fox Television) con il quale andare poi da un network (per esempio la Fox) al fine di vedere prodotta la propria serie. Normalmente un creatore di una serie (che diventerà poi showrunner se il suo progetto si concretizza) si rivolge prima di tutto ad un produttore, che ha contatti con diversi studio e da qui arriva poi al network. Alcuni produttori possono anche avere contratti in esclusiva con un particolare studio, ragione per cui potranno proporre uno show solo ad alcuni specifici soggetti.

Come potrete intuire questo genere di accordi - considerati gli investimenti coinvolti - richiede diverso tempo e solitamente comincia ad essere discusso intorno a giugno/luglio.

Javier Grillo-Marxuach, creatore di The 100, a questo proposito ha spiegato:

"Per comprendere questo processo, può aiutare immaginare gli studio come una banca. Quello che fanno, essenzialmente, è che prestano ad uno showrunner i soldi e le risorse per fare concretamente lo show prima che il network gli paghi i diritti che gli spettano. I network invece "affittano" gli show per il tempo della messa in onda della première ed un certo numero numero di repliche e, a differenza degli studio, hanno anche una parte di controllo creativo sul prodotto, perché i diritti che pagano coprono la maggior parte dei costi di produzione. Poiché la produzione di uno show costa però quasi sempre più di quanto i network sborsino, gli studio cercano di fare in modo che la serie in questione resti in onda il tempo sufficiente per andare in sindacazione e per recuperare così il proprio investimento".

A volte accade che gli studio abbiano un'affiliazione con uno specifico network, come nel caso della Warner Bros. con The CW, ed è quindi possibile che cerchino di piazzare uno show con uno specifico network o gli concedano comunque un diritto di prelazione prima di rivolgersi ad altri network.

Una volta che uno studio ed un network si mostrano interessati ad una nuova idea, i due soggetti cominciano a scrivere le loro note in merito al progetto che viene loro presentato sotto forma di suggerimenti o cambiamenti da apportare e raramente questi due attori si trovano d'accordo sugli interventi da eseguire, così come spiega Amy Berg, produttrice di show come Da Vinci's Demons e Person of Interest:

"Un accordo totale tra tutte le parti sulla direzione creativa che uno show debba prendere è raro quanto un chupacabra albino. Ognuno vorrà dire la propria su un progetto e cercherà di portare acqua al proprio mulino".

Una delle ragioni principali per cui studio e network non si trovano solitamente d'accordo è che i loro interessi non coincidono. L'interesse primario del network è produrre uno show coerente con il proprio brand e la propria immagine, mentre quello dello studio è semplicemente quello di mantenere in vita il prodotto il più a lungo possibile per rientrare del proprio investimento, due necessità che possono facilmente entrare in conflitto.
Un network può prediligere una serie dai toni più drammatici, mentre lo studio potrebbe volere semplicemente più azione, perché vende meglio nel mercato estero, il primo potrebbe prediligere uno show serializzato, mentre il secondo vorrebbe più episodi stand-alone, perché sono più facili da seguire per gli spettatori casuali e non fidelizzati, rendendo il prodotto più facile alla vendita.
Ciò nonostante, chi ha la parola finale è solitamente il network che compra la serie e sarà quindi quasi sempre questo a mettere la parola fine a qualsiasi disputa dovesse crearsi tra i due contendenti.

Con tutte queste forze in gioco, che spingono in direzioni diverse, riuscire a creare un pilot davvero efficace diventa una vera e propria sfida, poiché nel cercare di accontentare le richieste di tutti gli autori finiscono spesso per trasformare un'iniziale idea originale nel clone di qualcosa di già visto e di più sicuro successo. Riuscire a gestire i delicati rapporti tra le tante menti coinvolte, diventa quindi una delicata partita a scacchi, oltre ad essere uno dei compiti più estenuanti per uno showrunner il quale, lo ricordiamo, non è detto sia tagliato per questo genere di diplomazia. Ogni creatore di uno show nasce infatti come semplice autore che si trova improvvisamente a dover gestire milioni di dollari oltre ad instabili equilibri . Di conseguenza, riuscire a mantenere l'idea originale di una serie fino alla sua produzione, senza che questa subisca cambiamenti, diventa sostanzialmente impossibile. Avere però un produttore con un grosso nome alle spalle ed una certa reputazione per il successo, spesso può rendere questa impresa meno difficile.

Ma torniamo agli aspetti pratici della realizzazione di un pilot.Dopo la scelta di un produttore di uno studio e di un network, i creatori di una serie - in autunno - raccolgono tutte le note/osservazioni delle diverse parti coinvolte e cominciano a riversare tutto in un documento unico che sintetizza tutte le decisioni prese fino a qual momento per riassumere la direzione creativa concordata per la serie in questione. Una volta completato questo documento, non è comunque detto che i dirigenti di network e studio non possano cambiare idea su alcuni aspetti considerati ormai già consolidati e chiedendo di conseguenza agli showrunner di apportare ulteriori modifiche.Verso i primi di novembre, i network cominciano ad ordinare la prima stesura dei copioni dei pilot, che solitamente viene consegnata entro la fine dello stesso mese.
Con il copione vero e proprio in mano, prima dell'inizio delle vacanze natalizie, si cerca - ancora una volta - di raccogliere le note e le impressioni di tutti. Solitamente i dirigenti coinvolti nei progetti si aspettano di avere un copione revisionato entro la seconda metà di gennaio. Da novembre a gennaio, quindi, gli autori finiscono per scrivere molteplici versioni del copione di un pilot, adattandolo alle esigenze ed alle osservazioni che ricevono da network e studio.

Verso la fine di gennaio cominciano le riprese vere e proprie dei pilot che hanno ricevuto un ordine e sono stati selezionati dai network e, come è intuibile, solo una piccolissima percentuale dei copioni presentati agli investitori arriva a questo traguardo.

A questo punto del cammino di un pilot c'è inoltre un'importante distinzione da fare: alcune serie vengono infatti ordinate senza dover passare per un'ulteriore selezione, mentre altre devono produrre l'episodio pilota che sarà giudicato ancora una volta da network e studio prima di essere "promosso" a serie.

E' solo quando un pilot viene promosso direttamente a serie che gli showrunner cominciano a selezionare anche gli autori che comporranno la writer room dello show e si occuperanno della stesura dei successivi 8 o 12 episodi, a seconda delle richieste del network, mentre è in entrambi i casi che a questo punto del procedimento si comincia a parlare di casting e ad assumere attori e membri della troupe che gireranno l'episodio pilota, un compito solo apparentemente facile - come dichiarato dalla Berg - che spiega che i network tendono a prediligere spesso gli stessi nomi, perché considerati più sicuri ed in grado di portare sulle spalle il peso dell'essere la star di uno show di successo:

"Personalmente penso che ci siano molti più attori con il talento per diventare protagonisti di una serie, di quanti il network non prenda in considerazione. Ma questi ultimi tendono a non prendere rischi quando si tratta di scegliere il ruolo delle star e prediligono volti familiari".

La scelta del protagonista di uno show è un fattore fondamentale per lo sviluppo ed il successo di una serie, accade infatti che alcuni attori famosi firmino dei contratti in esclusiva con un network, così come succede che i network assumano uno showrunner in particolare perché scriva una serie ritagliata come un abito sartoriale su uno specifico attore, motivo per cui alcune star possono ritrovarsi a recitare in più di un pilot e ad essere, a seconda degli accordi che hanno con i network, in prima o in seconda opzione per uno show. Il che vuole dire che se entrambi i pilot di cui sono protagonisti vengono promossi a serie, l'attore in questione dovrà lavorare in quello per cui si trovava in "prima opzione".
Così come accade per gli attori, anche i registi vengono contesi dai network, soprattutto quei nomi noti per aver girato pilot di successo.

Una volta che un network ha per le mani il pilot vero e proprio, vengono organizzate delle proiezioni in esclusiva (screening) per testare la reazione del pubblico.
In questo caso ci sono due regole fondamentali da seguire, la prima è di ampliare i propri orizzonti, evitando - per esempio - di mostrare un pilot su un gruppo di giovani che vivono a New York solo a giovani che vivono a New York e che, ovviamente, percepirebbero la trama della serie in maniera diversa dal pubblico dell'America rurale o a quello della costa ovest del paese.
La seconda è quella di far giudicare il proprio prodotto ad un buon numero di rappresentanti della classe media che costituisce il vero bacino di utenza di una serie TV. In sostanza non conta tanto che uno scienziato ritenga credibile una serie televisiva che parla di scienza (anche se sicuramente aiuta), ma che sia il pubblico generalista a ritenerla affidabile e soprattutto non bisogna mai cadere nell'errore di pensare che il pubblico generalista, solo perché considerato tale, non abbia ottimi gusti in fatto di serie TV.

Produzione e post-produzione di un pilot avvengono quindi tra marzo e aprile, in modo che i pilot siano pronti ed impacchettai prima degli Upfront, che si tengono invece a maggio, durante i quali i network presentano il nuovo palinsesto agli sponsor ed ai pubblicitari.

A 12 mesi dai primi incontri esplorativi dell'autore con produttori, network e studio, presso il Comic-Con di San Diego, che si tiene ogni anno a luglio, avviene invece il primo ufficiale incontro tra attori ed autori con il potenziale pubblico di uno show che ha, di fatto, girato a quel punto solo l'episodio pilota e che comincerà ad andare in produzione regolare solo alla fine del mese, per essere poi lanciato a settembre/ottobre.

L'incertezza di questo complesso e lungo processo mette spesso gli showrunner nelle condizioni di assumere personale per uno show ancora prima di avere ricevuto conferma ufficiale della promozione a serie e può quindi accadere che i componenti di una writer room si trovino a venire assunti per scrivere una serie che poi non sarà selezionata dal network. Per questo motivo - incidentalmente - una delle voci contrattuali a cui più gli autori televisivi tenevano di più in fase di recente rinegoziazione del contratto nazionale (che ha scongiurato uno sciopero generale e la conseguente paralisi del settore), era proprio l'eliminazione della clausola di esclusività, che impediva loro di scrivere contemporaneamente per più show, perché l'incertezza di questa forma di mercato, finiva spesso per paralizzare il loro lavoro in attesa di un verdetto che gli impediva di lavorare altrove.

Per concludere questo lungo viaggio nel mondo dei pilot, che proseguirà con un secondo approfondimento sui criteri con i quali i network selezionano i pilot, abbiamo pensato di creare un sorta di mini dizionario per spiegare le diverse diciture con cui un pilot viene selezionato dai network:

Pilot production commitment
Quando un network si impegna a produrre un pilot quasi "a scatola chiusa" e l'accordo è sostanzialmente cosa fatta, a meno che il copione non risulti impresentabile.

Cast-contingent order
Anche in questo caso l'accordo per la produzione del pilot è sostanzialmente cosa fatta e l'ok finale dipende solo dall'approvazione del cast.

Pilot order 
L'accordo è quasi cosa fatta, ma il network vuole comunque vedere la prima stesura del copione. Questo genere di ordini è legato al pagamento di una penale che viene versata ai produttori nel caso in cui il network, dopo aver firmato questo contratto, dovesse ritirarsi dopo aver ricevuto il copione.

Put pilot
Il network accetta di produrre e mandare in onda l'episodio pilota, ma se non lo trasmette paga una notevole penale.

Straight-to-series order 
Il network ordina direttamente un certo numero di episodi (solitamente 13) anche senza aver visto il pilot. Questo tipo di accordo è giustificato da costi di produzione talmente alti che non varrebbe la pena girare solo un pilot per la cifra proposta e necessaria a girare il pilot.

Fonte: EW, io9, backstage

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