Lucifer 3×08 “Chloe Does Lucifer”: la recensione
La nostra recensione dell'ottavo episodio della terza stagione di Lucifer intitolato Chloe Does Lucifer
A questo punto del percorso non ci sentiamo di biasimare i fan della serie che si sentano un po' spiazzati dalla linearità della storia: per quanto gli standalone che abbiamo visto sino ad ora siano stati infatti godibili, sicuramente non hanno contribuito a rendere più semplice lo svolgimento della trama lineare della stagione, con i personaggi che, nel giro di pochi episodi, passano da uno stato d'animo all'altro assomigliando prima a quelli che erano lo scorso anno e poi di nuovo a ciò che sono divenuti oggi.
Uno degli elementi che crea maggiore disorientamento, a nostro avviso, è proprio il rapporto tra i due protagonisti.
Riuscire a capire quali siano i sentimenti di Lucifer per Chloe, soprattutto dopo che gli autori ci avevano dato l'impressione che tra loro stesse per nascere qualcosa di concreto, è diventata un'impresa quasi impossibile. La scusa ufficiale che Lucifer, non potendo mostrare a Chloe il suo vero volto, è impossibilitato a dirle la verità su se stesso, non sembra essere particolarmente convincente, soprattutto ora che Lucifer, volente o nolente, ha riavuto le sue ali dal padre (altro particolare - tra l'altro - di cui si è apparentemente smesso di parlare). La loro relazione è quindi imprigionata in una sorta di limbo causata dal sempre più pressante desiderio di indipendenza di Lucifer e dalla paura di scoprire la verità sul perché suo padre abbia davvero messo la sua partner sul suo cammino, che sembra impedire qualsiasi progresso ed aver contribuito ad un allontanamento tra i due.
Il fatto che il rapporto tra i protagonisti non stia evolvendo, non significa però che Lucifer non stia lentamente, ma inesorabilmente, cambiando e la puntata di questa settimana ne è un chiaro esempio.
Nonostante Lucifer sia chiamato ad indagare su un caso che lo porta a contatto con un mondo vuoto e superficiale, nel quale lui dovrebbe trovarsi perfettamente a suo agio, la morale della storia è che Lucifer finisce per dimostrarsi a disagio in questo mondo e finisce per muoversi al suo interno in maniera piuttosto goffa.
La scena di apertura di Chloe Does Lucifer è una perfetta metafora di questo concetto: quello che sembra infatti un momento di passione tra Lucifer e Chloe, finisce per rivelarsi un'innocentissima partita a Monopoli giocata con Trixie, un'attività che - più volte nel corso dell'episodio - verrà definita normale o banale, finendo per offendere l'orgoglio di Lucifer convinto di essere lo stesso irriverente e scatenato diavolo che è approdato nella città degli angeli la prima volta.
Certo, immaginare Lucifer nel ruolo del tranquillo padre di famiglia è difficile tanto quanto vederlo in quello di un demone egoista e dedito solo al piacere o, peggio, cattivo, ma quello che una volta gli riusciva naturale e spontaneo, adesso sta cominciando a diventare una sorta di maschera che lui stesso indossa, perché chi lo circonda si aspetta che lui sia sempre il suo vecchio se stesso. Il Lucifer festaiolo ed indolente sta invece lasciando lo spazio a qualcuno che è in grado di apprezzare la normalità e sentirne la mancanza quando, per contro, deve tornare ad interpretare il suo vecchio ruolo.
Il suo più grande problema, tuttavia, è che lui non non solo non accetta, ma non comprende nemmeno questo cambiamento e di conseguenza lo rifiuta con sdegno, sia quando Amenadiel glielo fa notare, sia quando Daniel scherza sul fatto che stia diventando sempre più "normale". Non solo Lucifer non è quindi in grado di capire se stesso, ma diventa quasi inetto quando si tratta di giudicare gli altri: diversamente da sua madre, che ha sempre mostrato, nella scorsa stagione, una certa indifferenza nei confronti degli uomini, visti come una sorta di scarafaggi utili solo ai propri scopi, Lucifer ha sempre cercato di capire il comportamento dei mortali, non fosse altro per paragonarlo al suo. In questo episodio, il protagonista della serie, sembra invece esageratamente ottuso, non capisce le persone, né i loro intenti e non fa che decantare come favolosi e vincenti personaggi che sono invece, nella realtà, dei vuoti a perdere, con molto poco da dare a loro stessi e al mondo se non una sfilza di inutili selfie, uno status quo che si disperde tuttavia nel finale con un Lucifer nostalgico e quasi disilluso, che si ritrova a dover tornare al suo ruolo di conquistatore, rimpiangendo la sua serata con Chloe e Trixie in tutta la sua banale normalità.
https://www.youtube.com/watch?v=hGJeCG0R-U4