The Good Doctor 1x01 "Pilot": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota di The Good Doctor in onda sulla ABC

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Spoiler Alert
The Good Doctor, per le sue premesse ed il suo protagonista, era uno degli show più attesi di questa stagione televisiva.

Freddie Highmore è Shaun Murphy, un giovane aspirante chirurgo affetto da autismo e sindrome dell'idiota sapiente, due condizioni che fanno di lui una persona piuttosto complessa con cui relazionarsi, nonostante il suo modo unico e geniale di vedere il mondo e, più nello specifico, la sua potenziale professione. Le premesse erano quindi delicate ed elettrizzanti allo stesso tempo, ma non riteniamo, dopo la visione del primo episodio, che siano state sfruttate al loro meglio, senza nulla togliere alla toccante rappresentazione del protagonista, sbocciato in uno degli attori più interessanti del panorama televisivo grazie a Bates Motel e quella altrettanto intensa di Richard Schiff, nel ruolo di Aaron Glassman, presidente del San Jose St. Bonaventure Hospital, dal quale Shaun viene assunto per il suo internato, nonché mentore di lunga data e padre putativo per Shaun. Vedere questi due attori interagire sullo schermo, mettendo momentaneamente da parte i problemi dello show, resta comunque un piacere per gli occhi ed è un valido motivo per dare a questa serie una chance.

Lo show, pubblicizzato come "la serie nata dal creatore di House" soffre molto della sindrome dell'imitazione. Il fatto che David Shore sia il padre di uno dei medical drama più famosi della storia della TV, non significa che quella magia sia replicabile, anche se sotto una diversa luce. Gregory House (Hugh Laurie) era un bastardo con un quoziente intellettivo al di fuori della norma, annientato da un dolore cronico ed una evidente depressione ed assistere allo spettacolo di pazienti e colleghi obbligati ad avere a che fare con lui ha creato un incantesimo sul set che ha attratto spettatori di tutto il mondo. L'alchimia tra i personaggi dello show era palpabile, mentre in The Good Doctor tutto sembra stranamente slegato, ed al di là dell'incontestata bravura dei succitati attori, il ritmo del pilot risente profondamente di una mancanza generale di fascino.

L'intero pilot si svolge nell'arco della riunione del Consiglio di Amministrazione dell'ospedale San Jose St. Bonaventure i cui membri cercano di combattere in tutti i modi la decisione del presidente, Aaron Glassman, di assumere un chirurgo autistico, il tutto sulla base di idee incredibilmente preconcette e senza che queste persone abbiano mai nemmeno avuto l'occasione di parlare con il candidato in questione. Tutta la discussione si basa fondamentalmente sulla sua diagnosi, nessuno mette sul piatto della bilancia i suoi risultati come studente o le opinioni dei suoi professori e addirittura si fanno grosse questioni su come non si sia mai visto un chirurgo mancare di empatia quando, solitamente, in televisione, proprio questa categoria è per lo più rappresentata come una massa di robot che ha scelto questa branca della professione per la propria mancanza di tatto e l'incapacità di intrattenersi con un paziente che non sia già anestetizzato.

Sebbene poi vi siano ovviamente diversi modi di rappresentare l'autismo, uno degli aspetti riconosciuti che caratterizza molte delle persone affette da questa sindrome è proprio la loro ridotta memoria autobiografica, in sostanza l'incapacità di collegare se stessi e le proprie emozioni a ricordi del passato. Ciò nonostante gli autori hanno deciso che per far meglio conoscere al pubblico il protagonista, fosse un'idea appropriata quella di far rivivere al protagonista una serie di flashback della sua adolescenza che rappresentano per lui momenti chiave della vita e che lo hanno portato alla decisione di diventare chirurgo. Sebbene siamo perfettamente consapevoli che la finzione della televisione abbia il potere di rendere realistico anche ciò che non lo è, quando viene mancare la più basilare logica, allora si intravedono anche le prime crepe di un più ampio problema.

Parliamo anche della strada intrapresa dagli autori per far entrare il pubblico nella mente unica ed eccezionale del protagonista prendendo ad esempio due distinte tecniche da loro usate. Nel momento in cui Shaun atterra all'aeroporto di San Jose, al di fuori di quello che è palesemente il suo abituale ambiente, viene letteralmente investito da suoni e rumori che hanno su di lui un impatto scioccante e proprio quella breve scena è forse una delle migliori dell'intero episodio perché, da spettatore, si ha la netta sensazione di vivere il medesimo disagio del protagonista, la sua agitazione ed il suo bisogno di calma e tranquillità. Per contro, la seconda tecnica scelta per leggere la realtà attraverso gli occhi di Shaun è quella di mostrare letteralmente le cose come le vede lui: il percorso della strada lungo cui cammina segnato da una linea bianca e dritta dalla quale è importante non deviare, i possibili problemi medici del giovane paziente curato all'aeroporto dopo un grave incidente visto quasi come un libro che il protagonista sfoglia nella propria mente, le costanti spiegazioni mediche (che appaiono sotto forma di disegni e scritte) mentre il protagonista sta ponderando la mossa successiva da compiere, il tutto accompagnato da un linguaggio tecnico particolarmente complesso, per giustificare in parte la necessità di una spiegazione scritta. Tutto questo marasma di informazioni finisce inesorabilmente per ottenere l'effetto di impoverire la storia, sia dal punto di vista emotivo sia perché spezza clamorosamente il ritmo. E' vero l'autenticità e la correttezza delle informazioni è necessaria ed importante, ma se il modo in cui si raggiunge questo scopo deve andare a discapito delle sensazioni che si trasmettono allo spettatore, allora significa che quella intrapresa non è la strada giusta.

Ci rendiamo conto che questa recensione può forse suonare come una condanna per lo show, ma teniamo a precisare che pur essendo una strenua critica, non significa che la visione di un solo episodio sia sufficiente per giudicare per intero uno show. Sicuramente The Good Doctor ha dei problemi da affrontare, ma ha anche incredibili potenzialità, deve forse lavorare con maggiore attenzione su alcuni particolari della trama, ma questo non significa che dalla sua non abbia attori fantastici (non abbiamo parlato molto del resto del cast composto da Antonia Thomas, Nicholas Gonzalez, Beau Garrett, Hill Harper e Tamlyn Tomita perché non hanno avuto troppo spazio nella première ed è ancora prematuro esprimere un giudizio) ed un possibile brillante futuro se sarà capace di correggere il tiro.

La prima stagione di The Good Doctor va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì sulla ABC.

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