Halt and Catch Fire (terza stagione): la recensione
Terza stagione ancora in crescita per lo show della AMC: Halt and Catch Fire si conferma una delle migliori serie in onda al momento
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Non saranno pochi i salti temporali sperimentati nel corso delle dieci puntate della serie, che già sappiamo si concluderà il prossimo con una quarta e ultima stagione. L'ambientazione rimane quella di San Francisco dove, per strade e percorsi diversi, Gordon, Joe, Donna e Cameron si sono ritrovati, chi per sostenere il potenziale di Mutiny e accompagnarlo verso un futuro ancora ignoto, chi per trovare la prossima intuizione, il prossimo passo in avanti. I quattro protagonisti sono estremamente dettagliati e coerenti con il loro percorso passato e futuro, ma rimangono anche le fotografie di diversi approcci umani e professionali a un mondo che cambia troppo in fretta, che non concede respiro, in cui per sopravvivere occorre anticipare ogni svolta.
Abbiamo queste figure emblematiche, costantemente insoddisfatte perché, come da tema classico della serie, tendono ad un obiettivo irrealizzabile, che non coincide con nulla perché, proprio come in alcuni videogiochi, non esiste vittoria ma solo un eterno giocare. Alzare il punteggio, alzare il rischio, alzare lo slancio verso il domani. C'è Joe (Lee Pace), personaggio in continuo ripensamento di sé, fragile, sognatore, egoista. Quest'anno ci viene raccontato come più malinconico, perso nelle possibilità del presente, più fragile, più umile. La vicinanza con Ryan e l'evoluzione del suo rapporto con questo ragazzo – che per certi versi ricorda una versione più giovane di lui – ha un forte impatto a livello narrativo, ma anche emotivo e simbolico nel raccontarci la caduta degli ideali e delle possibilità anche per i pionieri e per i sognatori.
Si parla di sicurezza in questa stagione, di software free, di privacy in gioco, e infine anche di internet. La rete come sovrastruttura e motore dell'agire di personaggi che faticano molto a comunicare tra di loro. Halt and Catch Fire rimane una serie estremamente concreta, con le sue lavagne fitte di appunti, i suoi fogli di lavoro, le sue riunioni, i suoi dettagli e codici, ma anche capace di slanci di grande bellezza e semplicità. Una serie apparentemente semplice, ma in cui tutto, dalla cura dei personaggi ai dialoghi, dalla regia alle musiche, dalle interpretazioni alle tematiche, tende alla grandezza e la raggiunge.