Zombieland: Headshot Fever Reloaded, le regole dello spin-off (quasi) perfetto | Recensione VR

Zombieland: Headshot Fever Reloaded è uno sparatutto VR in grado di divertire e, in alcuni casi, di creare assuefazione

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Uscito nelle sale statunitensi nel 2009, ma arrivato in Italia un anno dopo, Benvenuti a Zombieland è sicuramente uno dei film a tema non-morti più apprezzati degli ultimi anni. Merito in parte degli attori coinvolti, tra i quali spicca un Woody Harrelson davvero carismatico, ma che deve moltissimo alla sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick. Una sceneggiatura che prende in giro le pellicole horror con grande maestria, dimostrando allo stesso tempo anche di amare questo genere narrativo.

Dopo l’uscita di un sequel non perfetto, ma sicuramente in grado di divertire, e la cancellazione di una serie TV ancor prima di essere messa in onda, Zombieland trova quindi una nuova dimensione all’interno del linguaggio videoludico. Una “nuova dimensione” nel senso letterale, dato che stiamo parlando di Zombieland: Headshot Fever Reloaded, titolo sviluppato da XR Games e disponibile da pochi giorni anche sul nuovo PlayStation VR 2. Dopo aver compiuto una carneficina e sterminato migliaia di non-morti, siamo finalmente pronti per darvi la nostra opinione su questa avventura inedita di Tallahassee, Columbus, Wichita e Little Rock.

UNA QUESTIONE DI CARISMA

La trama di Zombieland: Headshot Fever Reloaded è quanto di più minimale possa esistere. Il giocatore interpreterà un nuovo personaggio, salvato all’ultimo dai protagonisti delle due pellicole. Vista l’abilità del sopravvissuto nell’utilizzo delle armi da fuoco, Tallahasse decide di reclutarlo per vincere un torneo basato sull’uccisione degli zombie. E basta. Al di là del finale, la trama non evolve in alcun modo, permettendo al giocatore di affrontare nemici su nemici per migliorare il proprio punteggio personale.

Non ci sentiamo, però, di segnalare questa mancanza di narrativa come un vero e proprio difetto, data l’evidente natura arcade dell’opera di XR Games. È apprezzabile, anzi, il coinvolgimento degli attori principali per le poche linee di dialogo. Linee di dialogo che, tra una missione e l’altra, ci hanno più volte strappato un sorriso, dimostrando la bontà del materiale alla base di questo titolo per VR. In ogni caso, la campagna può essere portata a termine in meno di due ore, seppur sia evidente la necessità di migliorare il proprio equipaggiamento prima di gettarsi nei complessi scenari finali.

REGOLA 32: GODI DELLE PICCOLE COSE

Una volta impugnati i PlayStation VR 2 Sense ci si trova di fronte a uno shooter su binari. Il giocatore dovrà superare diversi livelli nel minor tempo possibile, tentando di sconfiggere tutti gli zombie presenti in ogni scena. Questo è più facile, soprattutto, se si decide di mirare alla testa delle mostruose creature, dato che effettuare un headshot attiva un effetto slow motion. Slow motion che permette di mantenere la situazione sotto controllo, senza il rischio di finire divorati in pochissimo tempo. 

Ognuno dei vari livelli presenta inoltre delle sfide da superare. Queste missioni daranno accesso al giocatore a dei rotoli di carta igienica, vera moneta di scambio all’interno del mondo di Zombieland. Tramite il personaggio interpretato da Woody Harrelson sarà infatti possibile potenziare il proprio equipaggiamento, in modo da tornare in battaglia più forti di prima. Gli sviluppatori sono riusciti a inserire nel gioco diverse tipologie di avversari, che possono dare filo da torcere soprattutto a coloro che trascureranno di migliorare le proprie bocche da fuoco. Nulla di particolarmente innovativo, ma che rende Zombieland: Headshot Fever Reloaded una sorta di House of the Dead in VR.

Il titolo di XR Games risulta quasi ipnotico, gettando il giocatore all’interno di un loop infinito fatto di zombie, armi e ritmo frenetico. Molto interessante l’implementazione non solo della vibrazione dell’Headset, ma soprattutto del tracciamento oculare. Per spostarsi di zona in zona, infatti, basterà guardare il relativo punto indicato sullo schermo. Una scelta che inizialmente ci ha presi in contropiede, ma che poi abbiamo compreso e rapidamente amato.

LO STILE CHE NON TI ASPETTI

Graficamente, Headshot Fever Reloaded ha uno stile molto lontano dal concetto di “realismo”. La grafica cartoon, con un tocco di cel-shading, riesce a dar vita a una valida trasposizione dei personaggi dei film, pur senza ricostruirli del tutto identici. Si tratta di un vero e proprio adattamento animato, che funziona nel contesto di un titolo VR. In questo modo, infatti, il comparto estetico del gioco non ne risente e, anzi, in alcuni momenti possiamo dire di aver sinceramente apprezzato il design degli zombie e la palette cromatica utilizzata. Discreto anche il comparto sonoro che vanta, come già scritto, del doppiaggio degli attori originali e di una soundtrack funzionale, ma che non riesce a rimanere in testa.

Zombieland: Headshot Fever Reloaded è un gioco onesto, che rispetta ogni promessa fatta al giocatore. La campagna è ovviamente solo un pretesto per gettare l’utente subito nell’azione, ma è innegabile che ogni minuto passato a sparare agli zombie ci abbia sinceramente divertito. Il titolo targato XR Games viene venduto a un prezzo lancio di circa 25 euro. Una spesa in linea con le opere VR presenti sul PSN e, a nostro parere, in linea anche con quanto offerto dal gioco. Se cercato uno shooter su binari divertente e colorato, questo potrebbe essere il titolo perfetto per varare il vostro PlayStation VR 2.

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