Zombieland 1x01 "Pilot": la recensione

L'attesa produzione di Amazon ci consegna un pilot troppo derivativo e che non propone nulla di nuovo rispetto al film originale...

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"Picture you've been dead a long time, and God comes to you and says: I'm gonna let you go back down to earth and live for five minutes, but only five. Which five would you choose?"

Immaginiamoli dunque questi cinque minuti di vita concessi a Zombieland, la geniale commedia horror diretta da Ruben Fleischer nel 2009, ritornata dalla morte (dato il tema principale l'espressione è azzeccata) nel pilot prodotto da Amazon. "Cinque minuti" che quindi diventano la mezz'ora di cui si compone questo episodio indicativo e in base ai quali si deciderà se prolungare la vita del progetto o terminare definitivamente qui. Nonostante il tentativo non sia esattamente mal riuscito e riesca in più di un momento a strappare qualche risata, l'ombra del lungometraggio originale rappresenta una grandissima zavorra per un episodio che dal confronto esce decisamente sconfitto e ridimensionato.

Inevitabile termine di paragone, in ogni istante il film di Fleischer si impone come una presenza costante anche se invisibile, quasi una sorta di quinto compagno di viaggio per il gruppo, che tra l'altro nella puntata è proprio impegnato nella ricerca di un nuovo membro da aggiungere. L'elemento di maggior distacco è rappresentato da un cast che nel migliore dei casi perde semplicemente nel confronto con l'originale (è il caso delle due ragazze, rappresentazioni più sbiadite di Emma Stone e Abigail Breslin) mentre nel peggiore riduce la propria interpretazione ad una imitazione più caricata (dalla gestualità al linguaggio sembra si assistere ad una parodia di Woody Harrelson e Jesse Eisenberg). Ma ciò che manca soprattutto è l'alchimia così perfetta nel film tra persone tanto diverse. Inoltre le interazioni nel gruppo si poggiano su rapporti che si presuppongono già noti e che danno per scontata la visione del lungometraggio, limitandosi però al solo elemento comedy e senza riprenderne quel sottotesto drammatico che comunque c'era (si pensi alla storia del personaggio di Columbus ma anche a Little Rock, praticamente "caratterizzata" solo dalle parolacce che dice).

Anche il resto della puntata riprende i suoi momenti topici – alcuni riusciti, altri meno – dalle intuizioni migliori del film originale. Dal familiare, ma troppo lungo, momento iniziale, in cui due personaggi in primo piano sono impegnati in una conversazione normale mentre sullo sfondo si  muovono gli zombie, alla divertente riproposizione della "zombie kill of the week" (nel film del 2009 il morto vivente veniva schiacciato da un pianoforte, qui si è scelto qualcos'altro: in ogni caso questa sequenza, che diventerebbe una costante di ogni puntata, è una delle più riuscite). Divertente anche il tormentone dei papabili nuovi compagni che sistematicamente finiscono stecchiti (e qui c'è tutta la sdrammatizzazione della morte come nella famosa scena con Bill Murray) e qualche trovata visiva che gioca con le costanti del genere e riesce a sorprendere (buona una scena riguardante un morso, molto di meno una gag insistita sul termine "vagina"). Più che in secondo piano le famose "regole" per la sopravvivenza.

La scelta è crudele e probabilmente non possediamo tutti gli strumenti per farla (non è sufficiente mezz'ora per costruire una propria identità, soprattutto se si è costretti ad un confronto così importante), ma se fossimo costretti allora diremmo che nel suo eccessivo appoggiarsi al progetto originale senza proporre sostanzialmente nulla di nuovo, allora questo pilot non ci ha incuriosito circa il proseguimento della storia e che, anche considerando i tanti progetti di genere degli ultimi anni, almeno stavolta non vorremmo che i morti tornassero in vita.

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