Zombie Army 4: Dead War, viaggio di sola andata per l’inferno dei non morti | Recensione

Zombie Army 4: Dead War non cambia di una virgola stile, gameplay e feeling con cui i prequel si sono fatti tanto amare

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Zombie Army 4: Dead War, viaggio di sola andata per l’inferno dei non morti | Recensione

Il titolo dice già tutto. Zombie Army 4: Dead War è l’ennesimo capitolo della fortunata saga di Rebellion Developments, diretto seguito di una trilogia che pur non registrando vendite da capogiro, ha saputo crearsi uno zoccolo duro di fan estasiati all’idea di riempire di piombo orde di non morti evocati da un Adolf Hitler messo alle strette dall’avanzata degli Alleati.

La rilettura in chiave horror della Seconda Guerra Mondiale si è rivelata un’ambientazione sufficientemente affascinante, certamente gore e splatter al punto giusto, da spingere gli sviluppatori a riesumare la saga, scusate il gioco di parole, regalandoci una nuova epopea che, tra le altre cose, per buona parte del tempo si svolge proprio in Italia, con la Resistenza impegnata su un doppio fronte che sta rimettendo in discussione una liberazione ormai data per certa.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, il titolo si apre con uno stringatissimo e soddisfacente riassunto, che ragguaglia il neofita su ciò che tanto preoccupa chi ancora si oppone con tutte le proprie forze al dittatoriale Terzo Reich. Nonostante l’apparente scomparsa del Führer, creduto ormai sconfitto, le legioni di zombie continuano ad attaccare instancabilmente, fedeli ai folli principi inculcatigli dal dittatore.

[caption id="attachment_208111" align="aligncenter" width="1000"] Nonostante lo stile di gioco ed il ritmo indiavolato, restare a secco di proiettili è un’eventualità a cui dovrete essere sempre preparati.[/caption]

Zombie Army 4: Dead War non cambia di una virgola stile, gameplay e feeling con cui i prequel si sono fatti tanto amare. Cugino stretto di Sniper Elite, altra saga sviluppata sempre da Rebellion Developments, ne è a tutti gli effetti la declinazione prettamente action, con mostruosità di vario genere al posto dei comuni soldati da eliminare, uno dopo l’altro, mantenendo il più possibile un basso profilo.

L’adozione della kill-cam con tanto di raggi X che mostrano impatto e danni apportati ai proiettili esplosi, l’ampio e preferenziale utilizzo di fucili da cecchino, la visuale in terza persona, persino il momento storico nel quale la vicenda è ambientata, pur pesantemente stravolta ovviamente, sono tutte caratteristiche ereditate direttamente dall’altro brand della software house britannica.

Come già suggerito, tuttavia, cambia totalmente il ritmo, le modalità d’ingaggio, l’approccio alla partita. Dimenticate, tanto per cominciare, qualsiasi velleità stealth. In Zombie Army 4: Dead War si spara di continuo, mentre ci si difende da famelici eserciti di non morti, che vi braccheranno in continuazione non dandovi praticamente mai un attimo di respiro.

Nonostante qualche limite del sistema di controllo, inutilmente macchinoso nell’esecuzione di alcuni comandi; un sistema di mira poco fluido, che in certe occasioni vi darà qualche grattacapo di troppo; una grafica non particolarmente sbalorditiva, compromesso comunque accettabile vista l’assenza di rallentamenti; la creatura di Rebellion Developments è il classico gioco che senza troppe pretese, non millantando chissà quali ambizioni, riesce nell’intento di divertire l’utente.

Lo fa, innanzi tutto, grazie al già lodato ritmo d’azione, sempre elevatissimo, che da vita a sparatorie concitate, furiose ritirate strategiche, alterne fasi di difesa, avanzata e conseguente fuga verso il successivo checkpoint.

Anche il bestiario che dovrete abbattere, è insospettabilmente variegato. I comuni zombie che tenteranno di strapparvi un pezzo di carne con un bel morso, sono accompagnati da creature striscianti, ex-comandandi delle SS con incredibili capacità rigenerative, mitraglieri, soldati in decomposizione armati di lanciafiamme, kamikaze vestiti di pochi stracci e molta dinamite.

La presenza di così tante minacce da contrastare, ognuna caratterizzata da specifici pattern offensivi e strategie, contrasta quello che a conti fatti è il più grande limite del gioco, ovvero una cronica ripetitività di fondo.

Rinunciando volutamente ad un level design contorto e stratificato, nel consapevole desiderio di offrire un’avventura lineare e quanto più immediata, gli sviluppatori hanno cercato in tutti i modi di variare la formula, il mantra legato quasi esclusivamente alla progressiva eliminazione di ogni zombie presente nell’area, prima di passare alla successiva arena. Tra zone da presidiare, oggetti da recuperare e qualche immancabile boss di fine livello da sconfiggere, non si può certo dire che sia mancata la volontà ai ragazzi di Rebellion Developments. Ciononostante, sul lungo periodo si lamenta un certo riciclo di idee e situazioni già affrontate in passato, soprattutto se siete fan di lungo corso e avete completato anche i capitoli passati.

Ciò, tuttavia, non influenza eccessivamente la qualità generale della produzione, tanto più che Zombie Army 4: Dead War ha altro da offrire.

Tanto per cominciare, esplorando ogni anfratto dei livelli, oltre a reperire documenti che ampliano la pur prevedibile trama, potrete imbattervi in potenziamenti per le tante armi di cui entrerete in possesso tra pistole, mitragliatori, fucili e bome di ogni genere.

[caption id="attachment_208112" align="aligncenter" width="1000"] Sebbene alla difficoltà più bassa il gioco sia una vera e propria passeggiata di salute, basta impostare il livello medio per dover fare i conti con alcuni passaggi particolarmente ostici e complessi.[/caption]

Inoltre, ad accompagnare la campagna, completabile in circa venti ore di gioco, troverete la Modalità Orda. Pur non offrendo la possibilità di piazzare trappole tra un’ondata e l’altra, il graduale ampliamento delle arene crea ulteriori campi di battaglia, postazioni vantaggiose per contrastare l’avanzata nemica, nuove stazioni di rifornimento.

L’altro plus non da poco è invece rappresentato dal multiplayer co-op, disponibile sia per la campagna che per la Modalità Orda, fino a quattro giocatori. Insieme ai compagni giusti lo sparatutto diventa una goduria con ben pochi pari per il genere. Nonostante la problematica legata alla ripetitività rimanga al suo posto, i tanti siparietti comici che possono crearsi durante le partite, lo scambio di battute via chat vocale, l’utile ed appassionante collaborazione nell’esecuzione di strategie più o meno complesse, rendono l’esperienza particolarmente appagante.

Zombie Army 4: Dead War è uno sparatutto che, pur senza la forza, l’originalità e la volontà di settare nuovi termini di paragone del genere, riesce ad intrattenere il suo pubblico. Fondamentalmente identico nel gameplay e nello stile ai predecessori, si tratta dell’ennesimo tassello di una saga ideale per gli amanti degli zombie, che non vedono l’ora di ricacciare all’inferno fanatici nazisti in decomposizione.

Impegnativo e godibile in singolo, è semplicemente assuefacente in multiplayer, al punto che avendone la possibilità è consigliabile giocarsi sia la campagna che la Modalità Orda puntualmente accompagnati almeno da un amico.

Peccato solo per una certa ripetitività di fondo, per un sistema di controllo non sempre perfetto e per una grafica mai particolarmente d’impatto.

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