Zheros, la recensione

L'italianissimo team di sviluppo Rimlight Studios debutta con un picchiaduro a scorrimento: la recensione di Zheros

Condividi

L’opera prima, si sa, è certamente tra le più grandi fatiche che un creativo deve affrontare lungo il suo percorso. Se poi, parlando di videogiochi, il genere d’elezione scelto per il debutto è quello ormai raro e desueto dei picchiaduro a scorrimento, la fatica richiesta per riuscire nell’impresa è quantomeno doppia, dato che il pubblico di massa è oggi giorno orientato verso ben altri titoli e stili di gioco. Evidentemente ai Rimlight Studios, ragazzi siciliani con tanta voglia di emergere, il coraggio non manca. Tanta energia e voglia di distinguersi si è tradotta in un prodotto di qualità?

La trama che fa da sfondo a Zheros è tanto scontata quanto assolutamente funzionale ad introdurci nel mondo di gioco: il perfido Dr. Vendetta è sul piede di guerra, è da buon supercattivo vuole conquistare tutta la galassia e tenerla in pugno. Gli unici a poterlo fermare sono Mike e Dorian, due space agent che per caratteristiche fisiche e doti in battaglia si completano, costituendo un team affiatato. Il primo (biondo e mascellone come vuole lo stereotipo del supereroe) è estremamente forte ma piuttosto lento, mentre Dorian sopperisce alla scarsa forza fisica con la sua velocità e letale agilità. A dispetto di una differenza di caratterizzazione apparentemente marcata, il moveset dei nostri è almeno all’inizio piuttosto simile: un attacco rapido leggero, uno più lento e pesante, una raffica di mitra per offensive dalla distanza, schivata, parata e un attacco caricato che fa la vera differenza tra i due personaggi giocabili.

[caption id="attachment_151432" align="aligncenter" width="508"]Zheros screenshot 1 Il gioco supporta ovviamente anche il multiplayer fino a due giocatori. Tuttavia è limitato al solo locale.[/caption]

Il primo impatto con Zheros è davvero appagante. La cosmesi generale è assolutamente piacevole, ricorda molto il sottovalutato Spyborgs uscito su Wii qualche anno fa sia come setting che come feeling, e pur non settando nuovi standard qualitativi, colpisce soprattutto per la fluidità dell’intera esperienza, 60 fps fissi anche nelle situazioni più caotiche, e per la bellezza delle animazioni, estremamente godibili. I primi due livelli di gioco rappresentano a tutti gli effetti un tutorial mascherato, dove imparare mosse e impratichirsi con le meccaniche. Solo a partire dal terzo livello, con l’ampliamento progressivo e graduale degli attacchi a disposizione dei nostri, la sfida si fa davvero interessante, marcando in modo più significativo la differenza tra Mark e Dorian e rendendo Zheros un titolo davvero impegnativo.

"È difficile negare che la curva di difficoltà di Zheros sia piuttosto ripida e inclemente"

Nel titolo Rimlight Studios i checkpoint sono scarsi, mentre i nemici abbondano distinguendosi per varietà e pericolosità. Sin troppo spesso ci si ritrova di fronte alla schermata del game over, a ripetere sezioni già affrontante in precedenza. Basta davvero poco, un leggero calo di concentrazione nella frenesia dell’azione, un movimento di avvicinamento al nemico mal calibrato o una mossa non efficace per l’avversario che si ha di fronte, per finire al tappeto. In tal senso, imparare a gestire correttamente la parata si rivela sin da subito fondamentale, dato che è più di ogni altra la manovra che in combattimento potrà salvarvi evitando un mesto KO. È difficile negare che la curva di difficoltà di Zheros sia piuttosto ripida e inclemente, sfociando spesso nella frustrazione pura, che si sarebbe potuta facilmente evitare con una distribuzione più generosa dei checkpoint.

[caption id="attachment_151433" align="aligncenter" width="508"]Zheros screenshot 2 Ci sono alcuni bug che sporcano l'esperienza di gioco. Nulla di grave fortunatamente.[/caption]

Va tuttavia sottolineato come, nonostante tutto, il titolo riesca a divertire e ad avvincere, controbilanciando abbondantemente i momenti di scoramento. A tal proposito, parecchio avrebbe giovato all’esperienza un level design più multiforme, magari più ricco delle piacevoli fasi platform, con una maggiore varietà tra una zona e l’altra sia a livello visivo che di struttura. È pur vero che, trattandosi di un picchiaduro a scorrimento 2,5D, si può chiudere un occhio su un difetto strutturale non per forza così rilevante nel genere, ma innegabilmente quest’eccessiva rigidità non aiuta ad evitare il sopraggiungere della noia. Anche al netto di questi difetti Zheros  risulta davvero piacevole e comunque riuscito. Pur con le sue magagne, con la sua difficoltà non sempre ben bilanciata e con scenari forse troppo ripetitivi, appassiona e diverte, meritandosi indiscutibilmente una chance.

Continua a leggere su BadTaste