Zeroi, la recensione

Abbiamo recensito per voi Zeroi, opera di Matteo Casali, Tuono Pettinato, Cinci e Andrea Scoppetta, edita da saldaPress

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Quando a Shake City un imponente uomo arancione che dice di chiamarsi Magnitudo fa la sua comparsa portando caos e distruzione, i supereroi si riuniscono per affrontare al massimo delle loro capacità la minaccia. Ferrotipo, Zumba e Vero Eroe #17, con l'aiuto di Gecko, scoprono ben presto che, nonostante gli sforzi congiunti, il gigante è al di fuori della loro portata. Questo l'emozionante incipit di Zeroi, opera nata sotto l'etichetta Radium e pubblicata da saldaPress. Fautori del progetto sono Matteo Casali e Tuono Pettinato, accompagnati alle matite da Cristian "Cinci" Canfailla e dallo special guest Andrea Scoppetta.

Magnitudo è in fuga, seguito - oltre che da Gecko - da Gattopardo, aristocratico eroe, e Braccio Armato, al servizio di un misterioso padrone. Sin dalle prime battute la storia mette in evidenza lo stretto legame tra i protagonisti e icone come Iron Man, Hulk, l'Uomo RagnoBatman e l'universo narrativo dei comics in generale. Sta al lettore scovare di volta in volta la citazione, il riferimento, la caratterizzazione da cui hanno preso ispirazione gli autori.

Va detto che non ci troviamo di fronte a un'opera parodistica che intende prendere in giro lo stereotipo del supereroe; Zeroi non è nemmeno un tentativo di decostruirne mito e presentarci una nuova chiave di lettura di personaggi iconici. Escludendo anche il semplice esercizio di stile volto a omaggiare la Silver Age, l'unica modo per inquadrare Zeroi è attraverso la qualità espressa dai suoi autori, che hanno saputo confezionare un fumetto avvincente, ben scritto e splendidamente disegnato che, pescando dalla tradizione, riesce a declinare in chiave moderna il genere supereroistico.

Un cast variegato e multicolore ci tiene compagnia per oltre novanta pagine di divertimento, scontri, momenti di riflessione e dialoghi che conquistano per la freschezza del linguaggio. Tra i tanti personaggi che si alternano su queste pagine spiccano Gecko e Magnitudo, portavoci di quella diversità che genera paura e diffidenza. L'accettazione, la comprensione delle motivazioni e delle cause della "trasformazione" del Gigante arancione portano la lettura a un livello più profondo, rendendo Zeroi una favola contemporanea di grande impatto. Non va dimenticata, inoltre, la componente umoristica che alleggerisce il tono del volume e rappresenta un'ulteriore freccia nella faretra di Tuono Pettinato e Casali.

Non mancano, purtroppo, alcuni piccoli difetti: non tutti i personaggi del cast hanno una caratterizzazione riuscita come quella di Gecko o Magnitudo, e alcuni risultano troppo macchiettistici, privi del giusto mordente. Non ci sono pecche, invece, dal punto di vista visivo: il tratto cartoonesco di Cinci si adatta perfettamente al mood della storia, non limitandosi a presentare un'imitazione di costumi iconici, ma realizzando figure credibili e funzionali.

Decisamente più plastiche le tavole realizzate da Scoppetta, giocate sul contrasto bianco/nero, in cui le forme si ottengono per sottrazione e contrasti. Spetta a voi scoprire il perché di questa scelta così ardita - ma riuscita - in grado di spezzare e arricchire l'operato di Cinci.

Non sappiamo se questo volume avrà un seguito. Di sicuro i presupposti per portare avanti la storia ci sono tutti, ed è tanta la voglia di gustare altre avventure di Gecko e Ferrotipo. Si possono fare ottimi fumetti supereroistici anche in Italia: Zeroi ne è la prova.

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