Zero (prima stagione): la recensione
Zero è la nuova serie originale italiana di Netflix, una variazione sul genere dei supereroi ambientata a Milano
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Ormai il genere dei supereroi è talmente radicato nel nostro immaginario che è semplicemente impossibile non raccontare certe storie. Prendiamo Zero ad esempio. Lo spunto ha tanto di Misfits, ma questo non vuole dire nulla. Supereroi da quartiere degradato, figure lontanissime dai personaggi dei fumetti, guardiani per caso con "zero" prospettive. Zero quindi non imita, è semplicemente se stesso come lo era Lo chiamavano Jeeg Robot, nel senso che riduce il canone dei supereroi all'unica lingua che può e deve parlare per poter avere un senso. Questa serie di Netflix ha l'intelligenza di capire questa piccola cosa e, anche se non tutto scorre liscio, alla fine è uno degli originali italiani più interessanti della piattaforma.
I paragoni con Misfits comunque iniziano e finiscono una volta esaurito lo spunto ambientale. Sì quartieri senza grandi prospettive, ma lo spirito è del tutto diverso. La serie non gioca sul politicamente scorretto e la provocazione da metagenere dei supereroi (tanto ormai anche quella ha poco da dire). La storia di Omar/Zero inserisce invece da subito una traccia di storia chiara e lineare, e tutto finirà per convergere nella separazione tra il team dei buoni e i cattivi che minacciano il quartiere. La prospettiva si allarga, e Zero diventa una storia che ingloba in sé contraddizioni e scenari di una onnipresente Milano così come Lo chiamavano Jeeg Robot sfruttava Roma.
E magari il senso del superpotere di Omar tradisce una certa ingenuità di fondo: il rider, nero, proveniente da un quartiere popolare, che nessuno vede e che infatti diventa invisibile. Idem per una voce narrante iniziale inutile. Ma il personaggio acquisirà una sua personalità insieme agli altri comprimari con il passare del tempo. Ci sarà qualche momento di tensione e perfino qualche colpo di scena e svolta apprezzabile (nulla di tutto questo era scontato). La visione delle otto puntate della serie è agile e piacevole. Sul finale la stagione prende una piega particolare e inserisce tanti elementi da sfruttare in futuro. Non sarà facile mantenere questo equilibrio, ma per adesso Zero è una bella sorpresa.
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