Z Nation 1x01 "Puppies and kittens": la recensione

La recensione a Z Nation, la nuova serie ambientata in un mondo devastato dagli zombie

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Sciatteria e zombie regnano incontrastati in Z Nation, primo dei due attesi nuovi progetti di SyFy per questo inizio della nuova stagione televisiva (l'altro è Ascension). C'è tanto trash e idiozia consapevole nel pilot della serie creata da Karl Schaefer e Craig Engler, oltre alla ferma volontà di non prendersi sul serio nemmeno per un secondo. Rincorrere il modello di The Walking Dead sembra una causa persa, quindi meglio puntare su effetti speciali di dubbio gusto, ambientazioni povere, interpretazioni scarse, dialoghi all'osso e non esattamente brillanti. Praticamente il campionario standard della famigerata Asylum, che qui partecipa come produttrice.

Tre anni fa è scoppiata un'epidemia zombie, il Presidente degli Stati Uniti è morto, il mondo è nel caos. Che a raccontarlo così potrebbe sembrare un riassunto, e invece è più o meno il tempo che la serie dedica alle premesse della storia. L'unica speranza per il genere umano sembra risiedere in un soggetto al quale è stata iniettata l'unica dose di una sostanza che annulla il contagio dei morti viventi. Praticamente quattro stagioni di The Walking Dead recuperate in cinque minuti. Spari, morti, zombie che corrono (perché sì, corrono, quindi i puristi sono avvisati), ma nel resto del pilot a livello di trama non accade molto di rilevante, se non una vaga presentazione dei protagonisti del viaggio.

E in realtà sarebbe tutto qui. Non c'è molto altro da aggiungere a quanto scritto nell'introduzione se non che Harold Perrineau (Oz, Lost) appare nei panni del soldato incaricato di scortare il soggetto X. Non si può nemmeno parlare di limiti e mancanze del prodotto, dato che tutto sembra rientrare nell'approccio coerente della casa di produzione dei vari Sharknado e similari, tanto divertenti se guardati nelle singole clip su YouTube quanto noiosi e piatti se visti per intero. E basta dare uno sguardo ai titoli delle prossime puntate (Zunami, Full Metal Zombie), per rendersi conto che il discorso non dovrebbe mutare troppo.

Anche nei suoi capitoli meno riusciti, la saga degli zombie di George A. Romero riusciva ad opporre ad una esecuzione non eccellente una seconda lettura più profonda, qualcosa che, se non può aspirare all'horror, almeno diventa satira. Qui non c'è molto a cui appigliarsi, e chi cerca qualcosa di divertente sull'argomento potrebbe trovare più soddisfazione recuperando Death Valley di Mtv.

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