Your Honor (miniserie): la recensione
Il paragone di Your Honor con Breaking Bad è inevitabile e l'ultima fatica di Bryan Cranston non ne esce vincitrice: la recensione
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Tocca un'immagine per scorrere la galleriaImmagini per gentile concessione di Skip Bolen/SHOWTIME
Dal momento cruciale in cui il Giudice decide di proteggere ad ogni costo la vita del figlio si sviluppa così la vera trama di Your Honor, con l'uomo che giura di fare quanto in suo potere per insabbiare il crimine di Adam. Ma è anche da qui che nascono i primi problemi di questa serie che si scontra con l'inevitabile confronto con Breaking Bad ed il suo Walter White. Le premesse su cui si basano i personaggi delle due serie sono infatti molto simili: entrambi sono due onesti uomini di famiglia che, messi di fronte a circostanze straordinarie, si rivelano capaci di commettere inconfessabili crimini per quello che ritengono un bene superiore, la difesa dei propri cari.
Bryan Cranston - tra il 2008 ed il 2012 - ha già avuto modo di mostrare al pubblico quale incredibile attore egli sia, soprattutto quando si tratta di interpretare un personaggio con molte sfaccettature e preso tra due fuochi e la sua sola presenza, come quella di un notevole cast di supporto - tra cui la detective Nancy Costello (Amy Landecker), l'amico e politico Charlie Figaro (Isiah Whitlock Jr.) e la suocera Elizabeth Guthrie (Margo Martindale) - dovrebbe quindi bastare a rendere questa serie un prodotto di altissimo livello, ma così non è.
Nonostante Cranston interpreti con credibile solennità il ruolo del giudice Desiato e la parte gli venga cucita addosso come un abito di alta sartoria, che lui indossa con la consueta eleganza, lo show ha più di qualche difetto dal punto di vista della sceneggiatura. Molto di ciò che accade, infatti, diventa per lo più la descrizione di un problema che, a cascata, finisce per crearne altri mille, avvolgendo i protagonisti in una tela di ragno da cui diventa quasi impossibile districarsi, in un'escalation di errori senza ritorno. Tutto si aggira inoltre intorno all'inespressa questione del: "cosa avreste fatto al suo posto?", ma nonostante qualche timido tentativo, gli autori sembrano restii a voler anche solo affrontare il conflitto morale del Giudice, così impelagato e distratto dagli eventi che gli piovono addosso, e che lui stesso contribuisce a creare, da non trovare nemmeno un momento per mettersi in discussione come genitore e soprattutto come essere umano. Ciò che manca sostanzialmente alla serie è un serio conflitto che mostri un uomo, se non proprio divorato, quantomeno sfiorato dal senso di colpa, privilegiando invece la costruzione di un personaggio che sembra così bravo a delinquere, da lasciar credere sia sempre stato destinato a farlo.
Lo stesso Adam, che per tutta la serie sembra subire gli eventi con la medesima reattività di una foglia al vento, appare completamente incapace di un'introspezione significativa e si lascia guidare in tutto e per tutto dalla personalità dominante del padre, senza mai mettere concretamente in discussione lui o le sue stesse azione e prendendo addirittura spesso iniziative così ridicolmente sciocche e controproducenti, da rendere la già complicata posizione del padre persino più difficile.
Nonostante sia evidente l'intento di Moffat di voler aspramente criticare un sistema giudiziario che troppo spesso favorisce i forti a discapito dei deboli e degli innocenti, il fine della denuncia sociale finisce per essere così ingombrante da dimenticare in parte l'elemento umano della storia, cosa che trasforma Your Honor in uno di quei rari show in cui risulta impossibile parteggiare per una o per l'altra parte, perché nessuno sembra degno di salvezza. Una strada senza uscita da cui si cerca di uscire alla fine della serie con un'improvvisata giustizia cosmica, che dovrebbe riportare una sorta di bilanciamento tra le forze messe in gioco ma che, nella realtà, condanna tutti senza condizioni. Nonostante in Your Honor l'interpretazione di Bryan Cranston sia certamente impeccabile, ma non ci si potrebbe aspettare di meno da un attore del suo calibro, una serie non può essere elevata o salvata solo dal suo cast, ma a contribuire alla sua riuscita devono intercorrere anche altri elementi, come la storia e l'evoluzione dei personaggi che, nel caso di questo show non sono purtroppo elementi che giocano in suo favore.
La miniserie in 10 episodi Your Honor andrà in onda in Italia ogni mercoledì, a partire dal 24 febbraio su Sky Atlantic e in streaming su Now TV. Disponibile on demand.