Young Justice vol. 1, la recensione
Il ritorno della Young Justice è un fulgido esempio delle grandi capacità di Brian M. Bendis di scrivere serie dal taglio giovanile appetibili per tutti
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Assistiamo, dunque, al ritorno sulla scena di Conner Kent (Superboy), Tim Drake (Robin), Cassie Sandsmark (Wonder Girl), Amethyst, e Bart Allen (Impulso): il team di giovani eroi si ritrova in maniera del tutto fortuita per affrontare la minaccia di Lord Opal di Gemworld, giunto a Metropolis con la sua armata in cerca di vendetta. Durante le prime concitate fasi di scontro, però, due nuovi elementi si uniscono al gruppo: Jinny Hex, pronipote di Jonah Hex, e Giovane Lanterna.
Come avrete capito, la vicenda presenta uno schema ormai abusato: un nemico comune costringe i protagonisti della serie a fare squadra. Grazie alle dinamiche tra i protagonisti e a una componente nostalgica che accompagna la lettura, i primi tre capitoli di Sette Crisi sono però pervasi da un’energia contagiosa che fa il paio con la frenesia di Impulso, vero catalizzatore della positività e del brio dei testi di Bendis.
"Una carica impressionante, la giusta dose di mistero, due interessantissime new entry e una componente artistica notevole."Nel mescolare tradizione e innovazione, lo scrittore di Superman inserisce le sopracitate figure nuove di zecca: tra le due, Jinny emerge maggiormente, conquistando con la sua dirompente spigliatezza; l’ingresso nell’Universo DC Comics è sicuramente buono e siamo pronti a scommettere che non passerà molto tempo prima che si scontri con qualcuno dei suoi compagni, visto il caratterino che si porta dietro. È invece un po’ sulle sue la giovanissima Lanterna Verde, ma siamo certi che sulla distanza saprà ritagliarsi un suo spazio, in fondo un genio nel gruppo occorre sempre.
Scomparsa dai radar sia nel periodo I Nuovi 52 che nella fase Rinascita, Young Justice ritorna con una carica impressionante, la giusta dose di mistero, due interessantissime new entry e una componente artistica notevole. Patrick Gleason è superbo nel regalarci pagine dinamiche, dal ritmo incalzante e ricche di particolari, che racconta al meglio le sequenze concitate e valorizza lo spirito dei personaggi. Seppure resti invariata una costruzione della tavola molto libera, dal taglio cinematografico, le prove di Emanuela Lupacchino e Viktor Bogdanovic nei capitoli successivi non raggiungono le vette dell’artista americano, risultando tuttavia piacevoli.
In chiusura, non possiamo che fare i complimenti a RW Edizioni per l’inedito formato proposto: un brossurato snello, completato da una cover gallery, un’intervista a Gleason e alcuni redazionali che anticipano le prossime uscite di Wonder Comics. Insomma, operazione promossa sotto tutti i punti di vista.
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