Young Avengers: Stile > Sostanza, la recensione

Abbiamo recensito per voi il volume Young Avengers: Stile > Sostanza di Kieron Gillen e Jamie McKelvie, edito da Panini Comics

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Nell'ambito del rilancio editoriale del 2012, l'originale Marvel NOW!, la Casa delle Idee scelse di "resuscitare" gli Young Avengers, o Giovani Vendicatori, un gruppo di supereroi teenager che nella loro prima incarnazione si ersero in difesa della Terra nel momento in cui i più noti e potenti campioni non erano presenti a farlo: era il 2005 quando venne lanciata la prima serie Young Avengers, firmata dallo scrittore Allan Heinberg - sceneggiatore e produttore televisivo che ha lavorato su The O.C., Grey's Anatomy e Scandal - e dall'artista fan-favourite Jim Cheung, titolo che poi ebbe un sequel realizzato dagli stessi autori e intitolato Avengers: La crociata dei bambini. Ma questa è un'altra storia.

Come già detto, nel 2012, la Marvel decise di dar vita a una nuova formazione di Young Avengers, affidando l'impegnativo compito allo sceneggiatore Kieron Gillen e al disegnatore Jamie McKelvie, una coppia già rodata e affiatata, come Phonogram aveva già dimostrato. A quasi un decennio di distanza dalla prima serie molte cose erano cambiate, specie nel mondo giovanile (basti pensare all'ascesa degli smartphone e dei social network) e sarebbe stato sciocco - per usare un eufemismo - calcare le orme del passato. Bisognava dar vita a qualcosa di nuovo, in più di un senso.

Gillen, che già aveva entusiasmato a dir poco con il suo ciclo su Journey Into Mistery con protagonista un Loki versione bambino, raccolse la sfida, e (ri)partì proprio da quel personaggio con il quale aveva dimostrato di essere in forte sintonia: il Dio dell'Inganno norreno, "rinato" e desideroso di essere finalmente un eroe, sebbene incapace davvero di sfuggire ai suoi schemi comportamentali, volente o nolente. Nacque così una nuova formazione di Giovani Vendicatori, che vedeva protagonisti, oltre a Loki, anche Miss America (Chavez), viaggiatrice multiversale introdotta qualche tempo prima nella miniserie Vendetta da Joe Casey e Nick DragottaOcchio di Falco, nella sua iterazione femminile, alias Katie BishopMarvel Boy, un alieno di nome Noh-Varr dai grandi poteri ma dalla poca disciplina creato da Grant Morrison e J.G. JonesProdigy, mutante senza più poteri ma pur sempre prodigioso; Wiccan (figlio di Scarlet) e Hulkling, rispettivamente mago e alieno mutaforma, coppia (omosessuale) nella vita.

La premessa di base è quella che ha storicamente portato alla nascita di ogni team di Vendicatori nella storia Marvel: un gruppo di singoli individui dotati di grandi poteri e/o peculiari abilità si unisce - più o meno casualmente - per affrontare una minaccia che, in un giorno diverso dagli altri, nessuno dei componenti avrebbe mai potuto fronteggiare con successo da solo. In questo caso, però, abbiamo per protagonisti personaggi adolescenti, che si portano appresso tutto il bagaglio di disfunzionalità che questo comporta: dall'ansia prestazionale, all'essere ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo, alle insicurezze più eterogenee tra loro, da quelle inerenti alla sessualità a quelle relative alla definizione del proprio "io". Se a questo aggiungete che questo team viene sostanzialmente guidato, se non manipolato, da una figura ambigua come Loki, è facile rilevare subito come questa squadra sia molto differente dalle altre.

Nel corso delle loro avventure, gli Young Avengers dovranno lottare contro minacce interdimensionali e apparentemente sovrannaturali per salvare il mondo. Perché? Perché saranno gli unici in grado di farlo in quel frangente. Questi pericoli assumeranno le sembianze dei "nemici naturali" degli adolescenti, vale a dire - molto spesso - i propri genitori, con i quali si lotta per la concessione di qualsiasi libertà. Fa parte della crescita, dopotutto. Ma non mancheranno nemmeno tutte le ex ragazze di uno dei membri della squadra: anche le relazioni passate, del resto, possono costituire un "pericolo" nella vita dei ragazzi. Questo senza contare che all'interno dello stesso team potrebbe nascondersi una grande insidia, resa potenzialmente pericolosissima proprio dal fatto di essere intestina. Nel frattempo, tra i protagonisti si instaureranno simpatie, antipatie, fino a vere e proprie amicizie e persino relazioni di natura sentimentale (oltre a quella già pre-esistente), in un'odissea pop di distinta fattura.

L'uscita della serie raccolta integralmente nel volume della collana Marvel Super-Sized Collection proposto da Panini Comics, è la migliore occasione per apprezzare Young Avengers. Ai testi, Gillen scrive quella che è sostanzialmente un'unica grande storia ricca di sottotrame nella quale riesce a infondere la sua grande capacità di delineare i profili psicologico-attitudinali dei suoi personaggi, e l'altrettanta pregevole abilità di porli in un contesto narrativo solido, realistico e coerente: i protagonisti di questo racconto sono sostanzialmente "ragazzi speciali", con tutti i pregi e i difetti degli adolescenti che si trovano invischiati in una situazione più grande di loro, dalla quale però non possono sfuggire. Si tratta di un prodotto molto valido e sostanzialmente "discordante" (nell'accezione più positiva del termine) dai soliti canoni del fumetto supereroistico.

Va detto, però, che Young Avengers ha un solo grande limite: una rilevante decompressione della narrazione che esplora molteplici prospettive, ma che soffre dannatamente la "frammentazione" imposta dall'essere un titolo originariamente pubblicato a cadenza mensile. La raccolta in volume è quindi il modo migliore per apprezzare questa storia in un'unica soluzione. Fidatevi, ne guadagna in maniera imponente.

Sotto il profilo grafico, è davvero splendido il lavoro compiuto da McKelvie, un artista dotato di un tratto sottile, elegante e realistico che si confà al meglio a una serie dal sapore così squisitamente pop, e rende quanto mai tangibili i personaggi e conseguentemente le loro vicende che devono sembrare quanto più "vere" possibili (sebbene nella canonica assurdità delle storie di supereroi), così che il lettore si possa immedesimare appieno nelle avventure di questo team di eroi sostanzialmente alle prime armi. Il tutto è poi esaltato in maniera superba dalle scelte cromatiche - azzeccatissime - del colorista Matthew Wilson e da uno storytelling vivace, coinvolgente e molto originale in alcune delle sue trovate.

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