You People, la recensione

You People è tanto intelligente nella prima parte quanto è banale, inconcludente e ruffiano nel finale.

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La recensione di You People, su Netflix dal 27 gennaio

Scritto da Jonah Hill e Kenya Barris e diretto da Kenya Barris (al suo esordio alla regia di un lungo), You People è una commedia romantica dalla premessa piuttosto classica. Si tratta infatti della storia di due persone che, come da regola, si incontrano in un modo bizzarro e comico, sembrano non azzeccare niente tra di loro salvo poi innamorarsi delle reciproche diversità. Tutto nella norma della rom-com, insomma, se non fosse che la parte dell’innamoramento è solo il preambolo per una serie di ostacoli che invece riguardano le rispettive famiglie: una ebrea-altolocata, quella di lui (Ezra, interpretato da Jonah Hill), un’altra afroamericana e musulmana, quella di lei (Amira, Lauren London). 

Della trama vera e propria c’è insomma poco di cui sorprendersi, o godere (a una certa si incarta parecchio in dinamiche ripetitive e soluzioni sbrigative). Ciò che invece dà a You People un minimo di originalità e migliora il tutto c’è l’aspetto conscious: il suo trattare senza mezzi termini di razzismo, di pregiudizi e delle contraddizioni dell’America contemporanea. Tra continui riferimenti a Black Lives Matters, prese in giro più o meno bonarie alle rispettive culture di provenienza e frecciatine pungenti, la questione di You People - sui cui riflette continuamente - è quanto al giorno d’oggi sia veramente possibile per una coppia mixed-race in America essere rispettata per la sua singolarità, come coppia di individui singoli e non di meri rappresentanti di una certa socio-cultura. You People mostra infatti, da una parte, i tentativi disperati di Ezra e di sua madre di farsi piacere dalla comunità afroamericana (la madre, Julia Louis-Dreyfus, con molta più goffaggine di lui), dall’altra il pregiudizio arrogante del padre di Amira (un Eddie Murphy ben poco divertente) che fin da subito decide che un uomo bianco non può stare con la figlia.

Il tema è veramente interessante, così come la situazione particolare creata dalla premessa, per cui alla fine quello che vediamo è come la questione dell’appartenenza (fondamentale per la cultura americana) si giochi in fin dei conti su questioni spicciole e quotidiane, su qualunque tipo di discorso, dal più o meno serio. In questo Jonah Hill e Kenya Barris fanno un buon lavoro di scrittura, calibrano bene i momenti comici senza mai scadere nel gratuito o nel cattivo gusto.

Quello che però delude è come alla fine, quando è il momento di trarre le dovute conclusioni e dare un senso generale al discorso, You People si nasconda dietro un dito semplicemente mettendo da parte tutte le suddette questioni e risolva la storia in nome di un generico e sbrigativo buonismo. Insomma, You People è tanto intelligente (pur nella sua semplicità) nella prima parte quanto è banale, inconcludente e ruffiano nel finale.

Siete d’accordo con la nostra recensione di You People? Scrivetelo nei commenti!

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