Yomawari: Night Alone, un horror molto carino e molto angosciante - Recensione

Sembra tanto carino, in realtà fa tanta paura: la recensione di Yomawari: Night Alone

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Tra le serie videoludiche che bucarono il piccolo schermo qualche generazione fa troviamo senza dubbio Silent Hill. I primi tre episodi, ad opera dell’ormai defunto Team Silent, rimarranno per sempre impressi nella mente degli amanti del genere horror, non solo per le splendide atmosfere e le decadenti ambientazioni, ma anche e soprattutto per un comparto narrativo che ancora oggi pochi altri titoli hanno saputo eguagliare. Dopo una lenta ed agonizzante discesa nell’abisso dei brutti giochi, anche su Silent Hill è calata la scure di Konami. A raccogliere l’eredità lasciata dalla Collina Silenziosa ci hanno pensato tanti piccoli team, indipendenti e non, che hanno tentato a loro modo di contribuire al genere dei survival horror realizzando talvolta delle inaspettate perle.

Gli ultimi a provarci sono stati i developer di Nippon Ichi Software, già noti ai giocatori occidentali per serie come Disgaea, che con Yomawari: Night Alone han voluto darci un assaggio di cosa sia davvero il terrore made in Japan. Sì perché non dovete assolutamente farvi ingannare dall’aspetto carino e coccoloso della giovane protagonista: seppur con una trama semplice ed essenziale, il gioco vi immergerà in un vero e proprio incubo, di quelli che da piccoli non vi avrebbero fatto chiudere occhio per un’intera settimana. Impersonerete infatti una indifesa bambina di 11 anni, che dopo aver perso il suo cane Poro durante una passeggiata vede scomparire anche la sorella maggiore, misteriosamente inghiottita dall’oscurità della notte. Preoccupata per l’assenza di notizie, la giovane protagonista decide quindi di andare in cerca della sorella, ma il paesino in cui vive sembra essere cambiata: non vi è ombra di essere umano per le strade o negli edifici e qualcosa sembra muoversi di soppiatto non appena si distoglie lo sguardo da un preciso punto. La città è stata invasa da fantasmi, demoni e creature deformi, che attenderanno pazientemente un passo falso della povera bambina per farne un sol boccone.

[caption id="attachment_164187" align="aligncenter" width="600"]Yomawari: Night Alone screenshot Non girarti...[/caption]

Ad accentuare ulteriormente il fattore paura ci pensa uno splendido comparto visivo, che nonostante possa sembrare inizialmente molto grazioso si rivelerà essere in realtà subdolamente inquietante. Gran parte delle creature che si incontreranno durante l’esplorazione provengono infatti dalla mitologia giapponese che è, secondo il personalissimo parere di chi vi scrive, una tra le più spaventose che si possano osservare. Nonostante la semplicità dello stile adottato da Nippon Ichi Software la cura che è stata riposta nella realizzazione del mondo di gioco 2D e delle creature è davvero impressionante. Anche il comparto sonoro è estremamente coinvolgente, gli sviluppatori hanno infatti optato per non inserire alcun brano, ad eccezione di quello presente nei titoli di coda, concentrando tutti gli sforzi nel campionamento e nella realizzazione di effetti sonori atti a creare atmosfera e spaventare il giocatore. Il risultato che ne consegue ricorda per certi versi proprio la serie Silent Hill, che con i suoi fruscii, lamenti e scricchiolii ha tenuto intere generazioni con il fiato sospeso.

"Yomawari: Night Alone preferisce concentrarsi sull’esplorazione e le dinamiche stealth piuttosto che sull’azione vera e propria"

All’insegna della semplicità è il gameplay, che preferisce concentrarsi sull’esplorazione e le dinamiche stealth piuttosto che sull’azione vera e propria. Essendo la protagonista una bambina di 11 anni era infatti impensabile fornirle armi affilate o pistole con cui combattere le creature nemiche. Yomawari: Night Alone rientra in effetti nel filone degli horror game cosiddetti hide & seek, nei quali il protagonista deve adottare un basso profilo, fuggire e nascondersi per poter avere salva la vita. A supporto del giocatore si avranno infatti pochi strumenti, come l’indispensabile torcia, con cui individuare certe tipologie di nemici altrimenti invisibili, oggetti da lancio, con cui generare distrazioni sonore, e monete, per attivare i checkpoint. Un importantissimo ruolo lo assume anche la stamina, che servirà non solo da limitatore della corsa, ma indicherà, insieme al battito cardiaco della giovane protagonista, quando un nemico sarà nelle vicinanze.

[caption id="attachment_164185" align="aligncenter" width="600"]Yomawari: Night Alone screenshot La torcia è essenziale per svelare alcune presenze[/caption]

Sebbene Yomawari: Night Alone non sia un titolo particolarmente longevo, la cura con cui è stato confezionato potrebbe rappresentare un valore aggiunto ben più importante di qualche ora supplementare di blando gameplay. L’esperienza è infatti assai intensa, grazie ad atmosfere lugubri ed inquietanti, un monster design ispirato ed un comparto sonoro da infarto assicurato. Anche la parte giocata, seppur nella sua semplicità, riesce a regalare un discreto numero di soddisfazioni, e questo grazie soprattutto ad una struttura esplorativa che in fin dei conti funziona, nonostante qualche piccolo inghippo. Amate gli horror game? Siete orfani di Silent Hill e state cercando disperatamente un prodotto con atmosfere decadenti e malinconiche? Non fatevi ingannare dall’aspetto grazioso e coccoloso di Yomawari: Night Alone, perché di spaventi ve ne procurerà più di qualcuno!

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