Yes Man
Carl Allen decide di far parte di un gruppo di auto-aiuto impegnandosi a rispondere sì a qualsiasi domanda gli si faccia. Yes Man regala risate e noia in parti uguali anche a causa di un Jim Carrey un po' sotto tono...
Recensione a cura di Andrea
TitoloYes ManRegiaPeyton ReedCastJim Carrey, Zooey Deschanel, Bradley Cooper, Terrence Stamp Uscita9 gennaio 2009
La scheda con i trailer
Carl Allen (Carrey) è un impiegato di banca divorziato e svogliato, privo di iniziativa, e con il brutto vizio di dire no a qualsiasi proposta gli si faccia, facendo anche non poche figuracce con i suoi amici più cari che poco a poco iniziano a voltargli le spalle. Un giorno, alquanto depresso per la situazione in cui si è cacciato, decide di partecipare al seminario a cui un suo vecchio amico lo ha invitato. Il guru di turno invita le persone a diventare "Yes Men", persone del Sì, e a rispondere sì a tutte le domande che vengono poste perché solo così si può dare una svolta alla propria vita.
Costruito su premesse simili a quelle di un'altra grande commedia con Jim Carrey, Bugiardo Bugiardo (ma in questo caso non c'è alcun intervento paranormale nella scelta del protagonista), Yes Man ha più o meno gli stessi problemi del film di Tom Shadyac. Entrambi limitano le risate ad alcune scene quasi cult, ed entrambi finiscono per essere troppo moralisticheggianti.
Tra tutti gli attori, comunque, menzione d'onore va al neozelandese Rhys Darby, qui nel suo primo film (ma sicuramente avrà presto altri ingaggi), che interpreta il superiore di Carl. Alcune delle sequenze più folli del film sono affidate a lui, come la serata dedicata a Harry Potter, un momento semplicemente geniale.
In generale, il problema di Yes Man è la sceneggiatura. Alcune scene sono sinceramente noiose, non si capisce se perché si basano su un umorismo troppo americano o se semplicemente non siano riuscite. Penso, ad esempio, alla scena concerto di Allison, veramente troppo lunga e poco divertente. L'arco narrativo risulta troppo prevedibile (anche se il colpo di scena con gli agenti della CIA è inaspettato e fa davvero ridere), lo stesso dicasi per l'evoluzione del personaggio di Carl.
Comunque, alcune sequenze comiche sono sicuramente da ricordare: oltre alla già citata scena di Harry Potter, anche il demenziale dialogo con la commessa coreana, oppure il pranzo di Carl con la sua nuova moglie Pakistana. Facciano attenzione gli stomaci deboli, per via di una scena di "gerontofilia" spassosa ma decisamente... disturbante!
D'accordo, solitamente non ci si aspetta molto da una commedia natalizia con queste premesse, ma almeno si spera di ridere all'inverosimile. Probabilmente più nonsense brillanti e meno moralismo avrebbero giovato...