Yellowjackets (prima stagione): la recensione

La prima stagione di Yellowjackets è riuscita a convincere sfruttando misteri, un'atmosfera intrigante e ottime interpretazioni

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Spoiler Alert
Yellowjackets, un po' a sorpresa, è emersa come una delle serie più interessanti che hanno debuttato negli ultimi mesi del 2021 e, prima ancora della messa in onda del season finale della prima stagione, non è quindi stato inaspettato che abbia ottenuto il rinnovo per la stagione 2.
Il progetto creato da Ashley Lyle e Bart Nickerson (Narcos) parte da una premessa in stile Il signore delle mosche per prendere poi una svolta interessante che, grazie alle due dimensioni temporali proposte, unisce elementi da teen drama survivalista a un racconto sulle conseguenze dei traumi e con un'inaspettata vena crime.

La prima stagione di Yellowjackets sfrutta bene l'alternarsi di passato e presente

La trama, sulla carta, è abbastanza semplice: nel 1996 una squadra di calcio femminile del New Jersey, mentre è in viaggio verso Seattle, ha un incidente aereo e si ritrova a lottare per la sopravvivenza, prendendo anche delle scelte drammatiche come si svela fin dal primo episodio con una sequenza che fa intendere una svolta cannibale pur di rimanere in vita. Nel 2021 si segue invece quello che accade ad alcune di loro dopo i 19 mesi trascorsi nella natura, ormai diventate adulte.
Si fa quindi la conoscenza di Shauna (interpretata da Sophie Nélisse e Melanie Lynskey) che era la migliore amica di Jackie (Ella Purnell), leader del team e a tratti incapace di capire la realtà e le persone che la circondano. Negli anni del liceo era pronta ad andare a studiare alla Brown University, ma nel 2021 è diventata una madre insoddisfatta dalla vita e con più di un problema con il marito.
Taissa (Jasmin Savoy Brown e Tawny Cypress) era una teenager determinata pronta a tutto pur di vincere e nel presente è alle prese con le elezioni che potrebbero assicurarle un posto al Senato, situazione che ha qualche ripercussione sul suo matrimonio e sul rapporto con il figlio.
Natalie (Sophie Thatcher e Juliette Lewis) da adolescente era poco socievole e da adulta è da poco uscita dal rehab, interagendo nuovamente con le sue ex compagne di squadra dopo aver ricevuto dei misteriosi messaggi.
Misty (Sammi Hanratty e Christina Ricci) passa da essere bullizzata ed emarginata a mettere in pratica le sue conoscenze mediche e pratiche, mentre nel 2021 è diventata un'infermiera ed esperta in manipolare e controllare gli altri.
Tra le giovani bloccate in mezzo alla foresta ci sono anche Lottie (Courney Eaton), che ha delle inquietanti visioni; Van (Liv Hewson) che ha un legame molto importante con un altro membro del team; Laura Lee (Jane Widdop), una ragazza estremamente religiosa che pensa di avere una missione nella vita; Travis (Kevin Alves), che inizia una relazione con Natalie, e fratello del giovanissimo Javi (Luciano Leroux); e l'aiuto allenatore Ben Scott (Steven Krueger), che nell'incidente perde una gamba e deve fare i conti con la cotta di Misty nei suoi confronti.

Yellowjackets stagioni

Un casting senza sbavature

La prima stagione di Yellowjackets è riuscita a conquistare persino Stephen King e non è una sorpresa, non solo perché Misty potrebbe tranquillamente essere una delle protagoniste di una delle opere di King in stile Misery non deve morire, ma soprattutto perché la storia segue il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta usando un espediente narrativo che attinge a piene mani al thriller psicologico e persino all'horror, senza esitare a proporre potenziali mitologie esoteriche, sequenze oniriche, visioni ed eccessi. Gli sceneggiatori hanno saputo creare un intreccio che spazia per atmosfere e tematiche senza mai far diminuire la tensione e l'attenzione degli spettatori.
Il lavoro compiuto da Lyle e Nickerson nel delineare ognuno dei protagonisti è davvero di ottima qualità e lo spazio dato a ogni tassello della storia è ben misurato. Fin dal pilot viene rivelato cosa è successo alle protagoniste e vengono anticipati alcuni degli elementi più drammatici, permettendo così di concentrare l'attenzione sui motivi che hanno portato alla trasformazione delle adolescenti e alla situazione in cui le ritroviamo nel presente, sviluppando inoltre un mistero da risolvere che è stato ideato per proseguire nel corso di più stagioni, senza comunque togliere l'attenzione dai drammi personali.
Nel passato e nel presente si assiste così alla stessa tematica del tentativo di sopravvivere alle avversità, declinato in varie versioni in modo da poter mostrare come ognuno trovi forza in sentimenti e situazioni diverse. Dopo l'incidente c'è chi fa emergere la propria capacità di leadership, chi si affida alla propria fede e chi invece dà finalmente spazio ai lati della propria personalità che aveva lasciato in ombra all'interno delle gerarchie sociali che animano la vita al liceo come accade a Shauna, obbligata a fare i conti con un segreto che sembra destinato a distruggere la sua amicizia, o Misty che coglie al volo l'occasione per dimostrare il proprio valore dopo essere sempre stata sottovalutata. Christina Ricci sfrutta proprio questo aspetto del suo personaggio in modo brillante con un'interpretazione ai limiti della follia e al tempo stesso estremamente razionale, senza mai nascondere la malcelata soddisfazione che l'infermiera prova quando le sue ex compagne di avventura sono costrette ad ammettere di aver bisogno del suo aiuto. L'attrice sfrutta tutto il suo talento per rendere ogni apparizione di Misty memorabile, dagli appuntamenti romantici alle sue interazioni con il pappagallo scelto come animale domestico, senza dimenticare la travolgente sequenza in cui impedisce a Natalie di ricadere nel tunnel della dipendenza prendendo una scelta davvero inaspettata. Melanie Lynskey è altrettanto brava nel delineare la versione adulta di Shauna con le sue insicurezze, il fardello di una perdita personale che continua anno dopo anno a incombere sulla sua vita, una figlia adolescente da gestire e un matrimonio in difficoltà. Un po' come accaduto molti anni prima, Shauna sembra quasi più a suo agio nei momenti difficili che ne fanno emergere i veri sentimenti e i desideri, piuttosto che adeguarsi in una quotidianità ripetitiva e poco stimolante. Tawny Cypress è forse l'interprete meno incisiva del gruppo di protagoniste della prima stagione, nonostante la tensione crescente legata al rischio che emergano i segreti del suo passato ed elementi che gettano le basi per mostrare un lato molto più oscuro del suo personaggio. Juliette Lewis non fatica troppo nel portare sullo schermo Natalie e i suoi problemi, ritornando in situazioni a cui viene fin troppo associata nella sua carriera, tuttavia sostiene senza sbavature la parte.
I responsabili del casting hanno inoltre compiuto un lavoro davvero encomiabile nella scelta delle interpreti del gruppo di teenager, creando una continuità espressiva praticamente perfetta. La vulnerabilità di Sophie Thatcher viene mantenuta da Juliette Lewis nei momenti in cui Natalie fa i conti con la propria debolezza, la rabbia repressa di Shauna nei confronti dell'amica Jackie viene gestita da Sophie Nélisse e poi da Melanie Lynskey mantenendo il confronto tra esteriorità e interiorità in ogni fase della vita del personaggio; e l'astuzia borderline di Misty non poteva trovare interpreti migliori rispetto a Samantha Hanratty e Christina Ricci.

Yellowjackets

La prima stagione di Yellowjackets getta delle basi interessanti per il futuro

La prima stagione di Yellowjackets non è comunque priva di difetti e in più passaggi i dialoghi non convincono, mentre il continuo proporre gli indizi legati a simboli misteriosi e potenziali killer in libertà senza però arrivare a una conclusione potrebbe suscitare qualche frustrazione tra chi sperava di ottenere delle risposte alle proprie domande nel season finale.
Le dieci puntate sono però talmente ben confezionate, con una colonna sonora e citazioni della cultura pop degli anni '90 utilizzate nel migliore dei modi, e caratterizzate da un ritmo narrativo trascinante che non si può non promuovere a pieni voti Yellowjackets che dovrà però dimostrare di essere in grado di tenere alta la qualità proposta anche nelle prossime stagioni e avere le idee chiare riguardanti gli elementi più misteriosi, e insidiosi, se non vuole evitare di sprecare il lavoro compiuto dal cast e dagli autori con questo esordio.

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