xXx: Il Ritorno di Xander Cage, la recensione
Pensato per diventare un blockbuster mondiale privo di personalità, xXx: Il Ritorno di Xander Cage si salva solo grazie alla visione di D. J. Caruso
Questo terzo xXx, il secondo con Vin Diesel, ha dimenticato tutto del primo se non lo spirito coatto. Ha dimenticato di essere nato come una specie di parodia di James Bond (lo stesso spirito che aveva animato Kingsman - Secret Service qualche anno fa), ha dimenticato di avere un senso solo se le clamorose scene d’azione sono inserite in una trama dotata non tanto di plausibilità (nessuno pretende tanto!) ma almeno di una connessione causa effetto che regga e ha dimenticato che la coolness e la personalità di Xander Cage non sono nell’invincibilità ma nella fallibilità (tutte le volte che nel primo viene tramortito o fregato non esistono più). Invece questo film, in cui Vin Diesel è anche produttore e si sente, preferisce inserire un riferimento che strizza l’occhio al precedente e un membro della “famiglia” in più, invece che cercare una coerenza narrativa e un po’ di personalità.
Per fortuna c’è D.J. Caruso che sembra riuscire a manovrare questa nave pronta allo schianto con un gusto per l’azione e il montaggio molto personali, addirittura rifugiandosi in nell’autoironia metacinematografica per ammortizzare i momenti più ridicoli e smussare uno script a rischio ridicolo ogni due pagine.
Questo regista decisamente sfortunato (dopo Disturbia non ha più trovato un successo) non solo dimostra la passione giusta per le coreografie iperboliche (c’è un Vin Diesel in moto sott'acqua che è tra il ridicolo e l’esilarante, un montaggio iniziale della scemissima discesa in sci nella foresta che è da premio per il miglior lavoro su una scena dall’idea scemissima) ma anche la conoscenza corretta del cinema di arti marziali per dare un senso alle possibilità espressive di Donnie Yen (anche se non riesce a fare lo stesso con le ginocchiate di Tony Jaa).
Alla fine è grazie a lui, alla sua idea di ritmo e montaggio e alla maniera in cui mette in scena ironicamente una macchina gigantesca che xXx: Il Ritorno di Xander Cage, trova un minimo di senso. Altrimenti sarebbe stato un disastro di scene d’azione unite malissimo.