Xenoblade Chronicles: Definitive Edition ci insegna come invecchiare con classe | Recensione
Per i neofiti, quello proposto da Xenoblade Chronicles: Definitive Edition sarà, senza mezzi termini, un lunghissimo viaggio ricco di sorprese
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
A tradire il tempo trascorso dalla release originaria di Xenoblade Chronicles sono i paragoni con altri capisaldi, dello stesso genere e non, che si sono succeduti da quell’ormai lontano giugno del 2010 a oggi.
Confronti illustri, insomma, da cui Xenoblade Chronicles ne esce puntualmente perdente, se vogliamo, ma che al tempo stesso evidenziano la perdurante influenza della creatura di Monolith Soft, un capolavoro che a suo tempo sconvolse il panorama degli RPG e la cui risonanza di quell’impatto si riverbera tutt’oggi, ben oltre il successo del sequel che ha accompagnato i primi mesi di vita di Nintendo Switch.
Per i neofiti, quello proposto da Xenoblade Chronicles: Definitive Edition sarà, senza mezzi termini, un lunghissimo viaggio ricco di sorprese. Il tempo ha purtroppo inasprito alcune spigolosità già ravvisate nell’originale.
[caption id="attachment_211853" align="aligncenter" width="1000"] Purtroppo la maggior parte delle quest secondarie di Xenoblade Chronicles: Definitive Edition sono prive di mordente e sono solo una scusa per farvi accumulare qualche punto esperienza in più[/caption]
La trama, dopo un prologo promettente, vive di un lungo letargo fino a metà dell’epopea circa, quando sboccia in tutto il suo splendore, crescendo in ritmo, affidandosi a una regia digitale più movimentata e audace. I protagonisti della vicenda, Shulk su tutti, vivono un’intensa evoluzione, processo che li trasforma da personaggi bidimensionali, a eroi ognuno con il suo conflitto interiore con cui scendere a compromessi, in un tentativo di negoziazione dei propri valori che sfonda i confini dell’individuo e persino della specie di riferimento, per intersecare un’ontologica rimessa in discussione dello status quo che sfocia in una cosmogonia introdotta e sottesa sin dalle premesse.
Pur con passaggi meno riusciti di altri, la storia di Xenoblade Chronicles: Definitive Edition dipinge allegorie tutt’oggi affascinanti, lanciando messaggi per nulla scontati, con una schiettezza a tratti disarmante.
Per il gusto occidentale, tanto più constatando i risultati raggiunti in materia di narrazione digitale da titoli del calibro di Red Dead Redemption II o Uncharted 4: Fine di un Ladro, certe soluzioni erano e restano lievemente indigeste, qualcuno potrebbe trovare fuori luogo i siparietti comici di Riki, ma in generale la scrittura sorprende per il piglio vivace che regala una progressione spedita allo sviluppo del plot.
Scalare nuovamente Bionis e Mechanis, d’altra parte, è un’esperienza appagante, coinvolgente, emozionante. Il rinnovato comparto grafico rende giustizia in prima battuta ai modelli poligonali dei protagonisti, finalmente liberi di esprimere al meglio le loro emozioni grazie ai volti ridisegnati; secondariamente agli scenari che, pur continuando a peccare sul fronte dei dettagli, lasciano a bocca aperta per ampiezza e conformazione. Rocce che si arrampicano o fluttuano, impenetrabili foreste, picchi innevati che si illuminano di notte grazie a cristalli fluorescenti, ogni scenario, ulteriormente galvanizzato dalla rinnovata definizione, saprà strapparvi un’esclamazione di compiaciuta sorpresa.
Poco male se l’immagine tenda ad impastarsi in modalità portatile. Anche lontano dalle mura di casa l’art design di Xenoblade Chronicles: Definitive Edition saprà conquistarvi, nonostante, anche in questo caso, in certi frangenti impiegherete del tempo per metabolizzare e digerire alcune scelte a loro modo originali ed inusuali, come l’aspetto di alcuni nemici che dovrete combattere già dopo poche ore di gioco.
Poco o nulla è cambiato per quanto riguarda il combattimento, non fosse per un’interfaccia rinnovata che rende più chiara l’evoluzione della battaglia. Tra mosse speciali, indicatori di ogni genere ed effetti speciali, sulle prime si fatica e non poco a entrare in sintonia con un sistema in tempo reale che impone di approcciare il nemico di fronte, di fianco o alle spalle, a seconda della tecnica che si vuole utilizzare.
La velocità d’azione vi sembrerà troppo alta per consentirvi il coordinamento con il resto del team, controllato sempre dalla CPU, con il risultato che potreste trovare frustrante non potervi esibire in mosse combinate altamente efficienti ed efficaci.
Come per la trama, serve un po’ di tempo, un rodaggio che prosegue anche in questo caso sino a metà avventura, quando, finalmente, il gioco esaurisce le innumerevoli sfaccettature che caratterizzano e complicano gradualmente il gameplay. Tra gemme utili per guadagnare punti salute o incrementare l’attacco, tecniche di ogni tipo, armi e armature in gran quantità e skill tree che si modificano in base alla qualità dei rapporti che intercorrono tra i membri del party, Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è il paradiso degli amanti dei giochi di ruolo.
[caption id="attachment_211852" align="aligncenter" width="1000"] La nuova avventura introdotta da questa Definitive Edition è disponibile sin dal primo avvio del software, lasciando piena libertà di scelta all’utente[/caption]
Le incognite da tenere in considerazione, i parametri su cui è possibile incidere sono innumerevoli, un’immensità che tuttavia non preclude il gioco a chi cerca un’esperienza meno pretenziosa e complessa. Se il grinding è una strategia sempre valida per raggirare le lunghe soste tra i menù, questa riedizione introduce un livello di difficoltà più basso, utile per godersi la trama senza particolari grattacapi, un’apertura che rende Xenoblade Chronicles: Definitive Edition un RPG consigliato anche a chi di solito si tiene alla larga dal genere.
Se in termini prettamente ludici le novità sono poche, come ben sanno i meglio informati, questa remastered porta in dote una nuova avventura, ambientata un anno dopo la conclusione delle vicende narrate nell’originale. A questo epilogo dedicheremo un articolo di approfondimento che pubblicheremo tra un paio di giorni, ma in questa sede ci preme sottolineare che non si tratta affatto di un contentino sviluppato in fretta e furia, al solo scopo di attrarre i fan di vecchia data.
Se in termini narrativi si espone a qualche piccolo problema di coerenza, considerando l’epico finale dell’avventura classica, il viaggio verso la spalla di Bionis che coinvolgerà inizialmente Shulk, Melia e due figli di Riki, serba un paio di colpi di scena davvero interessanti, spalmati in una quest dalla durata di almeno quindici ore.
Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è una riedizione degna di essere presa in considerazione sia dai fan del genere, che dai neofiti in cerca di un’avventura coinvolgente, longeva, persino originale. Sebbene siano passati dieci anni dalla release originaria del titolo, la creatura di Monolith Soft ha resistito al fluire del tempo, dimostrandosi tutt’ora valida ed affascinante.
Le novità di questa remastered sono sufficienti per spingere tutti coloro che ebbero già il piacere anni fa a concedersi una seconda run, non fosse altro che la nuova epopea offre ulteriori sviluppi narrativi che potrebbero essere ripresi in futuro da nuovi capitoli della saga.
Il tempo sarà anche passato e in questi dieci anni non sono certo mancati capolavori che hanno riscritto la storia dei videogiochi, ma Xenoblade Chronicles si riconferma un caposaldo da giocare a tutti i costi.