Xenoblade Chronicles 2 profuma di 16 bit e risplende di modernità - Recensione
Monolith Soft sforna un altro capolavoro: la recensione di Xenoblade Chronicles 2
Nelle sciagurate critiche alla struttura così aperta e così focalizzata sul mondo di gioco, piuttosto che sulla storia, sollevate dai soliti boriosi e tediosi, verso Xenoblade Chronicles X, come se per forza il gioco di ruolo giapponese debba focalizzarsi sulla narrativa e non possa prendersi libertà più occidentali, Monolith Soft trovò al tempo lo stimolo di iniziare a lavorare subito su di un nuovo titolo già durante lo sviluppo del gioco per Wii U, che avesse una forte impronta narrativa, similmente a Xenoblade Chronicles, ed eccolo il risultato, un videogioco in grado di raccontare una storia eccellente, nella quale echeggiano praticamente tutte le tematiche delle opere del team di sviluppo, dalla sua prima, Xenogears, in poi, e piena di richiami culturali di vario tipo. C'è tutto in Xenoblade Chronicles 2: la bellezza della vita, l'ineluttabilità della morte, l'importanza di creare ricordi, la consapevolezza che si perderanno, come lacrime nella pioggia, la distante presenza di un Dio onnipotente ma inconoscibile, la fallacia dell'animo umano e il valore della speranza, della forza d'animo e dell'amicizia. Monolith Soft raggiunge qui un grado di maturità nella narrazione che altri possono solo sognarsi, esibendo una maestria assoluta nel modo di raccontare non una storia, ma molteplici, che si uniscono, si intrecciano, si influenzano, tutte credibili, perché il bene e il male assoluto non esistono.
Rex, Pyra, Nia e tutti i personaggi che la storia mette in campo hanno un primo livello di caratterizzazione immediatamente percepibile, sotto al quale però ne risiedono vari altri, decifrabili mano a mano che gli eventi si svolgono, in maniera del tutto imprevista e incredibilmente appassionante. Monolith Soft rifugge sempre gli stereotipi, qui va ancora oltre, scava nella personalità, nella storia, nell'animo di ogni singolo personaggio, trovando dei veri e propri tesori in alcuni, da riportare alla luce attraverso un intreccio che li valorizzi. C'è una ricercata profondità nella storia del gioco, ma non per questo questa ne risulta appesantita: tutto scorre in maniera chiara, nonostante i numerosi flashback e il graduale coinvolgimento di sempre più personaggi, e appassionante, perché la storia intriga, ha un fascino classico, nell'avventura e nell'epica, e una fruizione moderna, per i temi che tocca. Diverte anche, nei cambi di tono di alcuni momenti sopra le righe, nella varietà di atmosfera delle numerose avventure secondarie.
[caption id="attachment_179853" align="aligncenter" width="1280"] Il sistema di combattimento unisce immediatezza e profondità, è praticamente perfetto[/caption]
In mezzo all'esplorazione, le battaglie: il sistema di combattimento made in Monolith Soft ha assunto alla sua terza iterazione una identità totalmente propria, non assomiglia a nessuno di quelli dei congeneri, che invece hanno provato a copiarne le basi. Quelle basi, l'attacco automatico, lo sfruttamento della posizione e l'utilizzo delle abilità in dotazione sono rimaste immutate, ma ciò che vi è costruito sopra, dalla concatenazione degli effetti di determinati colpi alla possibilità di infilare in combo da tre le tecniche speciali è totalmente nuovo. L'elemento tempismo poi non è più legato solo alla pressione del tasto B in determinati momenti, ma al riuscire a sferrare tecniche in seguito agli attacchi automatici, premendo il tasto deputato proprio al termine dell'animazione del colpo, o alla combinazione, allo stesso modo, di più tecniche. E' un sistema che funziona benissimo, rende le battaglie godibili e coinvolgenti nell'immediato, ma anche strategiche, visto che ogni membro del party, composto da tre elementi (Ductor), ha tre personaggi di supporto a disposizione (Gladius) tra i quali cambiare al volo, ognuno con armi, abilità e tecniche diverse, da sfruttare al momento giusto; non solo, sono stati eliminati tutti gli elementi più intricati dei precedenti capitoli, col risultato di una immediata chiarezza.
Nella costruzione di un'opera ruolistica così curata in ogni singolo aspetto Monolith Soft infonde il suo inconfondibile tocco anche in un mondo che, come al solito, è meraviglioso. L'idea di fondo è quella di Xenoblade Chronicles, gli esseri viventi abitano Titani che hanno una loro ecologia, ma qui non sono solo due, sono vari, isole in un mare di nuvole, ognuno custodisce panorami incredibili. Ce la mette tutta Nintendo Switch per rappresentare la bellezza di praterie rigogliose, deserti aridi, foreste luminescenti, città oniriche, lande ghiacciate, e a tratti soffre un po', perdendosi qualche frame e la pulizia dell'immagine per strada, ma lo spettacolo complessivo è eccezionale. Ci si ritrova ad esplorare questi luoghi magnifici, accompagnati dai brani di una colonna sonora che per qualità e varietà lascia stupefatti, e l'esperienza sensoriale si fa intensissima, rapiti e persi nella bellezza. Lo stile è diverso rispetto a quelli dei predecessori, più morbido, più colorato, per le ambientazioni così come per i personaggi, ma l'effetto è lo stesso: di fronte a certi spettacoli, si rimane a bocca aperta.
[caption id="attachment_179852" align="aligncenter" width="1280"] Non avete idea di quale meraviglia sia in movimento[/caption]
Pare quasi superfluo a questo punto rimacare la qualità di una produzione simile, ma è opportuno farlo, ancora, non solo perché Xenoblade Chronicles 2 è il miglior gioco di ruolo giapponese degli ultimi anni, ma per la sua capacità di esserlo in maniera naturale, senza doversi annunciare in pompa magna e costruirsi un castello di più o meno vane promesse o, all'opposto, dover studiare ogni suo elemento in funzione dell'approvazione di una appassionata nicchia. E' un'opera universale, che riesce ad andare oltre i confini del genere grazie all'equilibrio e alla cura in ogni aspetto della componente ludica, e imprescindibile, per la sua capacità di emozionare attraverso il racconto di una storia epica.