X-O Manowar vol. 6: Agente, la recensione
Agente è il primo mezzo passo falso di Matt Kindt come sceneggiatore di X-O Manowar
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo essersi trasferito sul pianeta Gorin, deciso a dare un nuovo senso alla propria vita e a recidere il legame con la Sacra Armatura di Shanhara, Aric di Dacia ha fatto ritorno sulla Terra giusto in tempo per partecipare all’evento Harbinger Wars II. Un sempre più provato X-O Manowar è stato così costretto a rimandare ancora una volta la ricerca dell'equilibrio.
Matt Kindt ha sviluppato i diversi archi narrativi della serie focalizzandosi di volta in volta su un differente aspetto della personalità di Aric. Da soldato a generale, da imperatore a visigoto: ogni volume pubblicato da Star Comics ci ha regalato uno spaccato del personaggio, riuscendo a evidenziarne la profondità e a costruire una caratterizzazione solida. Oltre che per l’affascinante cornice, i primi storyarc colpivano per il lavoro di approfondimento portato avanti dallo sceneggiatore, in grado di restituirci una figura magnetica attorno cui far ruotare il variegato Universo Valiant.
Indubbiamente, la componente action e una buona dose di mistero – dovuta all’origine delle creature aliene legata alle vicende narrate in Divinity - rendono la lettura scorrevole; ma, se confrontiamo Agente ai volumi che l'hanno preceduto, non possiamo che notare un brusco calo qualitativo in termini narrativi, come se Kindt avesse deciso per qualche motivo di tirare i remi in barca.
Al tavolo da disegno troviamo un Juan José Ryp autore di una prova altalenante. L’artista spagnolo ci regala tavole ricche di dettagli durante le concitate scene di battaglia, dove alterna esplosive illustrazioni a tutta pagina a fitte sequenze di vignette. In questa storia emerge prepotente l’anima splatter di Ryp, ad accentuare quella componente brutale legata al guerriero barbaro. Il disegnatore è però spesso impreciso nelle anatomie dei personaggi, che appaiono appesantite e poco dinamiche, cosa che va depotenziare l'espressività del suo tratto.
Agente è il primo (mezzo) passo falso di Matt Kindt come sceneggiatore di X-O Manowar. Fiduciosi, confidiamo in un’immediata ripresa.
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