X-O Manowar vol. 3: Imperatore, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo volume di X-O Manowar, di Kindt, Crain, Guedes ed Evans
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Le tre razze che popolano Gorin, ossia gli Azur, i Cadmium e i Bruciati, sono in perenne conflitto tra loro. Come una maledizione, l’equilibrio – per quanto precario – è possibile solo grazie alla morte e al caos generato da una costante condizione di guerra. L’introduzione di una variabile ha però alterato l'equazione: trasferitosi su questo pianeta per sfuggire al destino, Aric di Dacia si è ritrovato suo malgrado a capo di una missione suicida ordita dagli azuriani contro il dispotico Impero dei Cadmium.
Continua inarrestabile la marcia di X-O Manowar, entrato in possesso della Sacra Armatura di Shanhara durante la prigionia in una colonia della Vigna. Nel volume intitolato Imperatore, dedicato alla nuova fase editoriale della serie Valiant, Aric mostra il suo lato più fiero e caparbio, da grande condottiero e spirito indomito qual è: deciso a liberare la sua nuova casa dal giogo della guerra, è disposto a sacrificare tutto pur di riuscire nel suo intento, anche il suo amore per Schon; accecato dal raggiungimento di un nobile obiettivo, torna a far copia con la mistica armatura, evidenziando l’indissolubilità che lo lega al manufatto.
Parlavamo in precedenza del legame con la Sacra Armatura: memore degli insegnamenti del padre – "Un’arma è forte solo quanto l’uomo che la impugna" – il Nostro lascia emergere la sua natura eroica, il vero potere che, nel corso degli anni, lo ha spinto ad anteporre il bene collettivo a quello individuale. Lontano parente del giovane condottiero veemente e spesso sconsiderato che abbiamo conosciuto all’inizio della sua vita editoriale, il nuovo Aric è un personaggio più maturo che gradualmente sta accettando la sua condizione; a poco è servito l’esilio: la scia di sangue che lo segue non è ancora scomparsa.
Da abile indagatore dell’animo, lo scrittore americano ci regala un personaggio travagliato di grande emotività, fotografato nel – vano – tentativo di espiare le sue colpe; purtroppo per lui, anche su questo pianeta è sempre ora di fare la guerra. Come Aric, anche il lettore scopre gradualmente la mitologia creata da Kindt per questi quattro archi narrativi. Attraverso gli occhi del visigoto cogliamo le tante sfumature delle razze guidate da istinti molto simili ai nostri, e vederci un parallelo con i nostri scenari di guerra non è così assurdo.
Grande merito della riuscita di questo fumetto va alla coppia composta da Clayton Crain, già apprezzato su Rai e 4001 A.D., e Renato Guedes, artista di Bloodshot Reborn vol. 6 e Divinity III. Dopo la non convincente prova al tavolo da disegno di Doug Braithwaite, Imperatore si segnala per lo stile plastico e realistico dei due disegnatori, capace di trasmettere la grande enfasi di scenari epici di grande impatto. Non solo l’espressività ma anche l’attenzione e la cura riposta nella realizzazione di paesaggi alieni concorre a creare un quadro di notevole valore che va a impreziosire una storia magistralmente costruita popolata da personaggi fortemente carismatici.
Con questo volume, la nuova serie di X-O Manowar, insieme a Bloodshot Reborn e Bloodshot Salvation, si conferma il punto più alto raggiunto ad oggi dall’Universo Valiant.