X-Mickey: Storie da brivido, la recensione

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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A fine anni '90 la Disney intraprende una nuova iniziativa editoriale, pubblicando una serie di testate dal formato comic-book che si rivolgono a una fascia di lettori più matura rispetto agli standard disneyani. È l'inizio di un percorso innovativo che i fan hanno ribattezzato Disney New Generation e che ha tra i suoi principali esponenti due serie che reinventano Paperino e Topolino rispettivamente in chiave supereroistico/fantascientifica e in chiave noir: nascono così PK e Mickey Mouse Mistery Magazine.
Quest'ultima ha una vita editoriale abbastanza infelice ed è costretta a chiudere dopo appena 12 numeri, ma la nuova direttrice di Topolino Claretta Muci decide di fare un altro tentativo nel riproporre il loro personaggio simbolo alle nuove generazioni in chiave innovativa.

Nasce così X-Mickey, mensile fantasy-horror nel quale Topolino viaggia nel mondo parallelo dell'impossibile e si trova alle prese con creature sovrannaturali. Al suo fianco il buffo lupo mannaro Pipwolf e una serie di altri bizzarri personaggi tra cui Toppersby, l'anziano proprietario di una bottega del mistero, l'algida Manny e l'invadente postino Marzabar.
Leggendo le prime storie di X-Mickey è evidente che le intenzioni sono quelle di creare un "Topolino - Dylan Dog" impegnato in indagini paranormali. Le storie dell'orrore per bambini sono però decisamente "soft" e nell'inevitabile confronto con le serie che la Disney Italia aveva pubblicato in formato comic-book, X-Mickey risulta meno sperimentale con storie che hanno ben poco di diverso da quanto viene pubblicato regolarmente su Topolino. E quando infatti dopo una trentina di numeri la testata ha chiuso, alcune storie brevi già realizzate sono state dirottate sul settimanale non sfigurando per niente, trovando così una collocazione ideale non minata dalle maggiori aspettative di una pubblicazione più pretenziosa.
Seguendo l'esempio di X-Mickey la Disney negli ultimi anni ha prodotto diverse saghe ambientate in universi narrativi differenti e con un cast di comprimari creato per l'occasione, pubblicate però sempre su Topolino: è il caso di Wizard of Mickey, Ultraheroes, DoubleDuck...

Questo volume X-Mickey: Storie da Brivido propone un'azzeccata selezione delle migliori storie della collana. Il formato libretto dà l'impressione di trovarsi di fronte a una qualsiasi raccolta di storie Disney, ma pur non esistendo una continuity della serie, è apprezzabile l'omogeneità di atmosfere e situazioni. La qualità media degli episodi è piuttosto buona, anche se durante la lettura rimane la sensazione che si sarebbe potuto ottenere un prodotto più diverso dagli standard disneyani, ma il timore di osare ha forse impedito a una testata promettente di raggiungere risultati ben più apprezzabili. Da questo punto di vista un elogio va a Roberto Vian, le cui tavole si contraddistinguono per un forte utilizzo delle ombre e personaggi più inquietante, come se il disegnatore avesse dimenticato di essere al lavoro su un fumetto Disney.
Le storie sono buone, con colpi di scena in pieno stile film horror e spunti narrativi un po' altalenanti; trame sorprendenti e altre invece quasi noiose compongono un albo che, nella sua totalità, rimane comunque una lettura interessante.

Un grande rammarico riguarda la copertina, per la quale è stata realizzata un'illustrazione mediocre da parte di Davide Cesarello; forse non si tratta del miglior biglietto da visita per la serie, soprattutto quando si sarebbe potuta usare una delle suggestive copertine create per la pubblicazione originale.

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